Il Cile
Recensione del concerto de Il Cile, ospite all’Afterlife Live Club di Perugia per una tappa del tour IN CILE VERITAS (titolo omonimo del secondo album del cantautore aretino) sabato 31 gennaio 2015.
AFTERLIFE, PERUGIA – Gli artisti nascono al bisogno, per colmare uno spazio che la realtà spesso ci crea. Quel vuoto esistenziale che portiamo dentro, è quasi sempre autoindotto dalla mancanza di coraggio, o dall’essere al di sotto o al di sopra delle nostre emozioni. Esatto, la nostra società gioca a farsi male, mascherando l’assenza dei valori nella conformità di un giudizio. Ed è proprio la mancanza di personalità che ci porta a ricamare parole come CRISI. Per fortuna però, esistono ancora anime che non hanno bisogno di seguire questa via contaminata. “Artisti” che non hanno paura di guidare a fari spenti nella notte. Artisti che, ovunque ci sia quel BUIO, sanno trovare una LUCE.
Lorenzo Cilembrini, in arte Il Cile, è uno di quegli artisti lì. Un cantautore “illuminato” che traduce con parole e musica “i sogni accartocciati” che ci passano a fianco. Un poeta di periferia, che si nutre del dolore di un ricordo fino a coltivarlo dentro l’anima per farlo maturare… E quel suo modo di fare, nostalgico e profondo, coinvolgente, intimo, puro e assolutamente fuori dal comune, lo rende viaggiatore senza tempo.
Se n’è accorto il suo amico Pau, che gli ha dedicato LA TUA CANZONE (Negrita, ndr): “è un biglietto per le stelle, quello lì davanti a te”…
E se n’è accorto anche il pubblico umbro dell’Afterlife di Perugia, che l’ha accompagnato con entusiasmo e vitalità per tutta la durata del concerto. Ciloski e Ciloske che spesso si sono fermati, incantati a contemplare le parole delle sue canzoni.
“Perché la mia generazione disperde tutto a terra… E la guerra più grande che ha perso è quella con se stessa.”
Già, la vita va sempre troppo di fretta e, almeno ogni tanto, quella sosta emozionale è necessaria per capirsi, comprendersi e poi ripartire con la luce del Sole. Quel sole dipinto, quasi mai velato, nel retrogusto agrodolce delle sue canzoni. Come se quell’ombra fosse necessaria per sfiorare il contrasto che crea la rilevanza.
IN CILE VERITAS è un album diverso da SIAMO MORTI A VENT’ANNI ma non per questo meno profondo. Nelle tracce del nuovo album Il Cile usa l’arma inconfondibile del sarcasmo, al cospetto della rabbia precedente. Con amara ironia ma con acuta ostinazione, Il Cile deride l’idea del tormentone estivo, proponendolo nel primo singolo: “Sole, cuore alta gradazione” (il brano che ha chiuso il concerto di Perugia, ndr). Presentandolo al pubblico, il cantautore aretino ha svelato anche un’altra verità: “Inizialmente il titolo originale era SOLE, CUORE ALTA DISTRUZIONE, poi i discografici…”.
Una simpatica contraddizione, chiave di lettura necessaria anche per tutte le altre tracce d’amore presenti nell’album.
In “Sapevi di me”, (il brano che ha avuto più risonanza, ndr) descrive il punto di vista differente, l’altra prospettiva di una complicata storia d’amore passata. Ne “L’amore è un suicidio”, IN CILE VERITAS prende addirittura forma: “Da quando non ci sei, il mio amico Jack mi sta vicino tutte le sere. Di cognome fa Daniele e mi parla da un bicchiere”. Tanta dolcezza e qualche rimpianto in “Parlano di te”, il risveglio da una storia d’amore finita. E poi “L’altra aurora”, un testo che invita a riflettere sugli aspetti più intensi e belli che una storia può offrire.
“Liberi di vivere”, “Ascoltando i tuoi passi”, “Baron Samedì”, “Maryjane”, “Vorrei chiederti”: IN CILE VERITAS è un disco che ha bisogno di tempo per essere compreso. Paragonabile a un incontro affascinante: non puoi trovare le parole per definirlo, ma senti dentro l’esigenza di doverlo ripetere in qualche modo.
Il concerto di sabato 31 gennaio 2015 all’Afterlife Club di Perugia ha lasciato proprio questo fil rouge: quando ritornerà Il Cile a Perugia?
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Video amatoriali de Il Cile
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Galleria fotografica del concerto de Il Cile – Afterlife Live Club Perugia – sabato 31 gennaio 2015