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Il quartetto d’archi del teatro San Carlo a Solomeo
SABATO 17 GENNAIO – ORE 21
Il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo presenterà tre pagine fondamentali che hanno segnato la storia novecentesca della più nobile delle formazioni cameristiche
Al 1905, dopo il primo anno degli studi con Schönberg, risale il Langsamer Satz di Anton Webern, pagina giovanile nella quale sono, però, già riscontrabili alcuni punti cardine del linguaggio dell’autore. Fu composto invece nel 1960 in soli tre giorni, in una Dresda ridotta in rovina, l’ottavo dei quindici quartetti di Šostakovic, dedicato “alla memoria delle vittime del fascismo e della guerra”. “A mon cher maître Gabriel Fauré” è, invece, dedicato il Quartetto di Maurice Ravel, composto nel 1904.
IL PROGRAMMA
Anton Webern (1883-1945)
Langsamer Satz für Streichquartett
Shostakovich (1906-1975)
Quartetto per archi in Do minore n.8 op. 110
Largo, Allegro molto, Allegretto, Largo, Largo
Maurice Ravel (1875-1937)
Quartetto in Fa
allegro moderato. Très doux ,Assez vif. Très rythmé, Très lent, Vif et agité
Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo
Cecilia Laca, violino
Luigi Buonomo, violino
Antonio Bossone, viola
Luca Signorini, violoncello
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo unisce nel comune denominatore del genere cameristico, la qualità artistica e professionale delle prime parti dell’Orchestra del Lirico napoletano: Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e Luca Signorini. Già vincitori di concorsi internazionali, i musicisti portano in dote al Quartetto un ricco bagaglio di esperienze individuali da solisti, ospiti nelle sale da concerto più importanti della scena internazionale, forti anche dell’esperienza come prime parti all’interno della compagine stabile del Lirico. Un percorso tecnico ed espressivo condiviso, che porterà i quattro artisti alla maturazione di una personale intenzione interpretativa, partendo proprio da quelle naturali affinità musicali consolidate nel tempo al San Carlo. La formazione, supportata fin dall’esordio dalla Direzione stessa del Teatro, ha così approfondito il repertorio dedicato al quartetto d’archi, forma che incarna più di ogni altra la vocazione cameristica degli strumenti ad arco, nel segno di una piena consonanza di suono, stile e visione esecutiva.
La versatilità del repertorio del Quartetto mostra la capacità di muoversi con duttilità tra epoche e autori diversi, spaziando con disinvoltura da Haydn, Mozart, Schubert a Schumann, Borodin e Verdi fino a Martucci, Debussy, Ravel, Bartòk e Šostakovič, in esecuzioni molto apprezzate. Terminato da poco il ciclo di concerti che lo ha visto impegnato anche in tappe internazionali, come ad Hong Kong, San Francisco, Parigi, Amburgo e San Paolo del Brasile, si è esibito inoltre al Teatro Stabile di Potenza, al Circolo degli Artisti di Roma, al Teatro di San Carlo di Napoli, al Valcerrina Festival, oltre che al Ravello Festival, dove il Quartetto è ospite regolare. Nel concerto dal titolo “Festa per il Teatro di San Carlo”, nell’anno che celebra il bicentenario dalla nascita del Maestro, la formazione ha eseguito proprio sul palcoscenico del Lirico il Quartetto per archi di Giuseppe Verdi, unico lavoro cameristico del compositore, composto nel 1873 a Napoli per le prime parti dell’orchestra sancarliana, eredi della scrittura verdiana.
Di particolare interesse è l’impegno del Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo per la Pace in Medio Oriente. Recente successo ha riscosso, infatti, il concerto al Museo di Capodimonte a Napoli con la presenza straordinaria del Presidente palestinese Abu Mazen.
Tra gli impegni futuri che il Quartetto si appresta ad affrontare sono da annoverare le stagioni al Teatro di Tradizione Dante Alighieri di Ravenna per l’Associazione Musicale Angelo Mariani, al Teatro Alessandro Bonci di Cesena, e ancora al Teatro dei Marsi di Avezzano.
Tra le collaborazioni di successo, oltre a quella con Bill T. Jones, coreografo tra i più riconosciuti nel panorama della danza contemporanea, il Quartetto sta sviluppando un intenso sodalizio artistico con il pianista Michele Campanella, erede della prestigiosa scuola napoletana del maestro Vincenzo Vitale. Accolte da un felice consenso di pubblico e di critica, le esecuzioni dei quintetti di Giuseppe Martucci e di Robert Schumann insieme a Campanella, con cui il Quartetto è ospite regolare di rassegne e stagioni concertistiche, oltre che dei festival musicali più acclamati sulla piazza internazionale.
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