… E poi d’un tratto Pau si è messo a “surfare” sopra una cassa. Il pubblico di Perugia ha raccolto l’invito alla grande, sostituendosi alla sua voce per incitare i Negrita come “angeli che fanno surf.. nella notte di un giorno di ordinaria magia”.
Ed è più facile descriverlo così questo concerto, con flashback di pensieri sul presente, dove “ognuno di noi ha toccato la crisi: che sia un marito, un parente o un amico di un amico…”, contrastati da momenti folgoranti di una gita a Madrid, complice una combriccola argentina (i Bersuit Vergaraba, ndr) e una notte “devastante”, confluita in un viaggio (quello del ritorno a casa, ndr) dove il finestrino del pulmino è diventato lo spartito di “Gioia Infinita”. E ancora storie, emozioni trascritte, sudate e scivolate via in un suono unico, che risponde istintivamente quando la domanda è “Che rumore fa la felicità?”.
Un concerto intimo, dove Pau, Drigo e gli altri si sono perfettamente rivestiti di quel “tessuto” pulito e puro che solo un Teatro è in grado di “filare”.
E quando è calato il sipario, quando il contatto con il pubblico è stato addirittura reale, non sono bastati tre inchini per sancire la fine di questo compendio. Fuori, come un regalo di Natale, è arrivata la neve. Macchine rivestite di bianco con un’unica “burla” in comune: la scritta NEGRITA… Un solco indelebile per esprimere un caldo pensiero!
Un giorno di ordinaria magia – Negrita (Live Morlacchi, PG)