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Venerdì 4 marzo, alle 21, al Teatro Secci Terni il Balletto dell’Esperia, consolidata compagnia di danza contemporanea che ha all’attivo numerose tournée internazionali di successo, presenta Trittico 900, tre capolavori del secolo scorso firmati da tre coreografi contemporanei.
Apre la serata La morte del cigno un brano di rara bellezza del francese Thierry Malandain, direttore del prestigioso Centre Chorégraphique National Ballet Biarritz. Una malinconica e splendida rivisitazione di uno degli assoli più famosi della storia del balletto, sulla musica struggente Le Cygne – tratta dal Carnevale degli animali – di Camille Saint Saёns. Composto nel 1904 da Michel Fokine per la straordinaria ballerina Anna Pavlova, questo poetico assolo rimase nel repertorio della grande danzatrice fino alla sua morte: il pathos e l’identificazione che stabilì con il cigno morente la consacrarono interprete assoluta di questo ruolo.
Momento di danza pura, la rivisitazione di Malandain non vede in scena un’unica danzatrice, bensì propone un trio femminile a evocare la potenza e la grazia di un uccello, il cigno, nei secoli protagonista di molti simboli, tra cui quello della luce.
Il secondo è un brano tutto al maschile L’après-midi d’un faune che evoca lo spirito animalesco e l’erotismo latente presente nella coreografia originale di Nijinsky. Eugenio Scigliano esalta la mascolinità attraverso le sue forme sinuose e sensuali ma al tempo stesso forti e terrene, in armoniosa contrapposizione con la celebre musica di Debussy. Il coreografo prende spunto dal poema di Stéphane Mallarmé per fare una riflessione sulla natura dell’essere umano. A metà tra sogno e realtà, il fauno è un uomo che è già passato attraverso un mutamento sia intellettuale che fisico, un processo di crescita che l’ha portato dall’adolescenza alla maturità dell’età adulta, e che ha già preso coscienza della propria identità sessuale. Nel balletto, in un’atmosfera visionaria e onirica, il fauno è il tramite per un giovane, addormentato in mezzo alla natura, per capire la sua sessualità e per costruire il proprio essere.
Paul Hindemith compose nel 1940 il brano I quattro temperamenti, che divenne poi nel 1946 uno dei maggiori capolavori di George Balanchine. La rivisitazione di Paolo Mohovich, che chiude lo spettacolo, vuole essere un omaggio al grande coreografo: il balletto esplora in modo più viscerale e meno astratto l’essenza dei quattro temperamenti creando movimenti coreografici che nella loro estrema purezza e musicalità rimandano inevitabilmente a Balanchine. Il lavoro si caratterizza anche per una distinzione tra la danza femminile, elegante e raffinata – che a tratti, con l’utilizzo delle punte, riprenderà alcuni canoni estetici del neoclassicismo del ‘900 – e quella maschile, sinuosa e quasi animalesca.
Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. È possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.
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