Assisi, venerdì 23 settembre 2011 – Il Sindaco Assisi Claudio Ricci parteciperà alla Cinquantesima Edizione della Marcia della Pace, che si terrà domenica 25 settembre. Il Primo Cittadino della Città Serafica, infatti, ha già annunciato che alle ore 9.00 di domenica 25 settembre si troverà presso i Giardini del Frontone della città di Perugia insieme al Sindaco Wladimiro Boccali per iniziare il cammino della Marcia della Pace, che terminerà alle ore 15.00 della stessa giornata presso la Rocca Maggiore di Assisi, non soltanto a rappresentanza della Città Serafica, ma anche del progetto “PerugiAssisi 2019. Città Candidata a Capitale Europea della Cultura”. Questo le parole con cui il Sindaco Ricci e il Sindaco Boccali spiegano il significato della loro partecipazione congiunta alla Marcia della Pace del 25 settembre 2011: “Ventiquattro settembre 1961. È la prima Marcia della pace da Perugia ad Assisi. Con Aldo Capitini, il suo ideatore, c’erano anche Norberto Bobbio, Renato Guttuso, Italo Calvino. C’era soprattutto tanta gente che percorreva quel cammino di denuncia e di speranza perché sentiva, forse in modo più acuto e doloroso di altri, che il mondo correva un rischio. Erano gli anni della guerra fredda, del muro di Berlino, della crisi dei missili a Cuba, del Vietnam e dei mille focolai diffusi, tra i quali quello del Medio Oriente.Venticinque settembre 2011. Sono passati cinquant’anni. Il percorso è sempre quello, 24 chilometri dalla laica Perugia ad Assisi, uno dei luoghi simbolo della cristianità. Il popolo della pace è cresciuto, è diventato un serpentone multicolore in cui si confondono appartenenze politiche, istituzioni, associazioni laiche e religiose, circoli e parrocchie, scout, gruppi organizzati e singoli marciatori che vogliono con la loro presenza dare concretezza alle parole di Capitini, quando diceva che in fondo la marcia non è fine a se stessa, ma crea onde che poi si espandono. In un Paese lacerato da egoismi e separatezze, la Marcia unisce. Cinquant’anni dopo, c’è ancora la Marcia perché c’è ancora bisogno della Marcia. E’ difficile descrivere il mezzo secolo passato come un lungo periodo di pace. Certamente, non c’è stata la follia della guerra nucleare, ma quanti conflitti, spesso “minori” o “dimenticati”, anche a due passi da noi, da quel laboratorio di pace e progresso che vuole e deve essere l’Unione Europea, per non parlare delle sponde del Mediterraneo nostre dirimpettaie. Inoltre, il mostro ha cambiato volto e si è affacciato alla ribalta della storia e, se solo parliamo dei nostri giorni, della cronaca con le forme di guerra del terrorismo, la guerra contro civili e cittadini inermi nell’ ottica di seminare soltanto odio e terrore. Allora, sono sempre attuali le parole di Capitini, ovvero lottare per “il superamento dell’imperialismo, del razzismo, del colonialismo, dello sfruttamento: l’incontro dell’Occidente con l’Oriente asiatico e con i popoli africani”. In mezzo secolo, anche la Marcia ha cambiato pelle, ma solo apparentemente. Nelle sue diverse edizioni ha posto l’accento sui diritti, perché non si può parlare di pace senza giustizia, lavoro, salute, democrazia, formazione, cultura. Ha denunciato mafie e illegalità. Ha detto che la sola società possibile cresce sui fili del dialogo e del confronto, della solidarietà e dell’accoglienza. Nella Marcia del 1997, quattordici anni fa, lo slogan era “Per un’economia di giustizia”. Non si è parlato a lungo di questo nel corso della recente crisi della finanza e dell’economia? Non abbiamo detto in tanti, a partire dagli stessi economisti, che il sistema non si regge se continua a poggiare su meccanismi oscuri, privi di controllo, che giocano con la vita ed il benessere delle persone? Che l’economia deve essere al servizio dei popoli, non il contrario? Ancora le parole di Capitini: “Noi dobbiamo pensare agli ignari, ai piccoli, agli innocenti, al destino della civiltà, dell’educazione, della progressiva liberazione di tutti”. Per Perugia e Assisi, infine, la Marcia della Pace è ancora un’altra cosa. Le due città hanno avanzato insieme la Candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, l’anno in cui la capitale spetterà all’Italia. Ci piace pensare che nella candidatura di Perugia-Assisi, quel trattino sia rappresentato dalla Marcia della Pace che da cinquant’anni unisce le due città: Perugia come luogo di partenza, Assisi come luogo di arrivo. Assumere la Marcia come una sorta di testimonial della candidatura sottolinea il valore della pace e l’importanza della cultura della pace. Nella candidatura congiunta di queste due città, capofila di un progetto che interessa e coinvolge l’Umbria nella sua interezza, è forte, anzi, imprescindibile l’aspirazione di rappresentare uno spazio di riferimento, ideale e reale, per tutto il movimento nonviolento e pacifista europeo”.

Claudio Ricci

Sindaco di Assisi

Wladimiro Boccali

Sindaco di Perugia

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