domenica 21 novembre

Teatro Stabile dell’Umbria/Compagnia Il Mercante

con il sostegno alla produzione di Romaeuropa Festival

UN SOGNO NELLA NOTTE DELL’ESTATE

di William Shakespeare

uno spettacolo di Massimiliano Civica

con Elena Borgogni, Valentina Curatoli, Nicola Danesi, Oscar De Summa, Mirko Feliziani, Riccardo Goretti, Armando Iovino, Mauro Pescio, Alfonso Postiglione, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Diego Sepe, Luca Zacchini

costumi Clotilde

oggetti di scena Paola Benvenuto

maschere Atelier Erriquez & Cavarra

tecniche del corpo Alessandra Cristiani

tecniche della voce Francesca Della Monica

supervisione tecniche di ventriloquismo Samuel Barletti

Il Teatro Stabile dell’Umbria produce questo nuovo lavoro di Massimiliano Civica, giovane regista che con il suo Mercante di Venezia, ha ottenuto il Premio Ubu per la regia 2008 e che è valso agli attori della compagnia il Premio Vittorio Mezzogiorno 2009. Spinto dall’esigenza di intraprendere un percorso capace di portare verso un teatro popolare d’arte, che sappia coniugare realtà, rigore, illusione e magia, l’artista ha scritto una nuova traduzione de Il sogno che costituirà un’assoluta novità per il teatro italiano. Attraverso tecniche e invenzioni che non mancheranno di incuriosire il pubblico e avvalendosi di un numeroso cast di giovani attori, Civica metterà in scena ciò che resiste a qualsiasi tentativo di rappresentazione: il mondo degli spiriti, fate ed elfi che corrono per i boschi, il chiaro di luna dentro una sala teatrale. L’invisibile, insomma.

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Andrea Cambi.

martedì 21 dicembre

Teatro Stabile dell’Umbria/Compagnia Lavia-Anagni

IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière


traduzione Chiara De Marchi

con Gabriele Lavia e Pietro Biondi, Gianni De Lellis, Giorgio Crisafi, Barbara Begala, Mauro Mandolini, Vittorio Vannutelli, Giulia Galiani, Andrea Macaluso, Michele Demaria, Lucia Lavia, Livia Vannutelli

regia Gabriele Lavia

costumi Andrea Viotti

scene Alessandro Camera

Il Teatro Stabile dell’Umbria affronta questa nuova produzione insieme a uno dei più grandi maestri italiani del palcoscenico, Gabriele Lavia. Dopo la felice esperienza con L’avaro, l’artista torna ad un altro testo simbolo della produzione di Molière, a lui particolarmente congeniale per la qualità della drammaturgia e lo spessore dei personaggi. Il malato immaginario narra le disavventure dell’ipocondriaco Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori salassatori e ciarlatani. Quando Argante promette la figlia in moglie a un giovane dottorino, in modo da potersi garantire un sereno (…e gratuito) futuro di consulti e ricette, l’ostilità della ragazza, segretamente innamorata di Cléante, finisce per spingerlo in una fitta trama di inganni, equivoci, burle e finzioni, giocate sulla sua stessa burbera e inguaribile ingenuità.

Umbiraindanza

martedì 4 gennaio

Balletto dell’ Opera Della Macedonia

Lo Schiaccianoci


Balletto in due atti

Musiche Tchaikovskji

Coreografie Vasilij Ivanovich Vainonen

E’ la sera della vigilia di Natale… inizia così uno tra i più suggestivi racconti che il genio musicale di Ciaikovsky ha reso un capolavoro immortale. La vicenda di Clara, Fritz, Drosselmeyer e il mondo reale e fantastico che li circonda è stata fonte continua di ispirazione e interpretazioni sempre nuove, che non cessa mai di stimolare i coreografi a cercare originali chiavi di lettura e di messa in scena. Il Balletto della Macedonia non cerca invece l’originalità, ma la fedeltà alla convenzione tecnica e interpretativa della grande tradizione del balletto classico russo. Nata all’interno del Teatro dell’Opera della Macedonia questa Compagnia coltiva l’arte della danza fortemente radicata nella cultura del paese, e si distingue, oltre che per la qualità tecnica ed espressiva, anche per l’originalità e la bellezza dei costumi e delle scenografie, che, grazie al sostegno del governo Macedone, vengono rinnovate e arricchite di anno in anno.

domenica 16 gennaio pomeridiana ore 17

unica data in Umbria

Kataklò Athletic Dance Theatre

Love Machines

Un mondo di traverso in cui le cose vanno dritte


Ideazione e regia Giulia Staccioli

Coreografie Giulia Staccioli e Jessica Gandini

Musiche Originali Italo Dorigatti, Alias Sabba D.J.

Una Produzione Mito Srl

Nuovo spettacolo de la compagnia Kataklò, internazionalmente riconosciuta per l’alto valore artistico e per la sorprendente spettacolarità delle sue produzioni, diretta dalla coreografa e regista Giulia Staccioli. Una terra misteriosa, un paesaggio che affascina, un panorama che sembra essere senza fine in una dimensione atemporale. Perfetto scenario per le avventure di due sfrontati esploratori in cerca di nuove scoperte e di nuove realtà. A poco a poco i viaggiatori si lasciano coinvolgere dalla giocosa vitalità e dalla contagiosa follia d’ amore di un popolo che, attraverso la passione, la curiosità e l’intuizione, ha compiuto un percorso ricco e progressivo fino a creare una nuova dimensione in cui tutto è armonia. È proprio l’idea dell’amore, che genera il mito dell’unione. Grazie alla conoscenza reciproca, la diversità diviene normalità. Come agli occhi di Leonardo da Vinci il non conosciuto genera esperienza, così gli esploratori imparano a vedere ciò che li circonda da un altro punto di vista, un altra angolazione.


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martedì 15 febbraio

Gli Ipocriti

Eduardo: più unico che raro!


tratto dagli atti unici di Eduardo De Filippo

con Rocco Papaleo, Giovanni Esposito, Pino Tufillaro, Elisabetta D’acunzo, Angela De Matteo, Antonio Marfella, Giampiero Schiano, Antonio Spadaro, Simone Spirito

Regia Giancarlo Sepe

Unica data in Umbria per questo atteso spettacolo che porta in scena quei piccoli capolavori che sono gli atti unici di Eduardo De Filippo, Il Dono di Natale, Filosoficamente, Pericolosamente, La Voce del Padrone. “Una minuzia di personaggi che si dibattono in spazi angusti e depositari di umori a volte fugaci, surreali, focosi e poetici. Come se tutti i protagonisti delle opere più importanti avessero in questi brevi componimenti la loro radice emotiva, il loro pensiero inconfessabile, la loro perversione fatta di gelosia e vendetta. Sembrano appunti e note scritte dall’autore velocemente, dopo aver assistito a un curioso accidente, a un fatto familiare, a cronache ridicole di storie ridicole riportate su colorite gazzette locali. Per un napoletano la lettura degli atti unici è come un affaccio su di una viuzza piena zeppa di persone che s’incontrano, si parlano addosso, si amano e si spiano, persone che cantano e si disperano, mentre la vita scorre dando l’impressione di non aver bisogno di esseri così comuni e così vittime di quelle piccole tragedie quotidiane fatte di niente e di tutto. Beckett scrive: “non c’è nulla di più comico dell’infelicità“. Penso che specie negli atti unici Eduardo e Beckett parlino la stessa lingua.”. Giancarlo Sepe

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venerdì 4 marzo unica data in Umbria

Produzioni Teatrali Paolo Poli – Associazione Culturale

IL MARE


due tempi di Paolo Poli da Anna Maria Ortese

con Paolo Poli

E Con Marco Bassi, Fabrizio Casagrande, Alberto Gamberini, Giovanni Siniscalco

Regia Paolo Poli

Scene Emanuele Luzzati

Costumi Santuzza Cali’

Consulenza Musicale Jacqueline Perrotin

Coreografie Claudia Lawrence

Paolo Poli presenta, in esclusiva regionale, il suo nuovo lavoro a Spoleto, affiancato dagli attori che da sempre lo accompagnano. L’artista porta in scena figure e figurine di una italietta arrancante nella storia dove le canzonette fanno la parte del leone, il tutto tratto da i racconti di Anna Maria Ortese, racconti composti nel lungo arco di tempo che va dagli anni trenta ai settanta, che riflettono sorprendentemente la complessa personalità della autrice. Storie quasi senza storia che dipingono una realtà tragica come attraverso un sogno. Gli avvenimenti narrati sono visti attraverso il ricordo struggente: l’infanzia infelice, ma luminosa, l’adolescenza insicura, ma traboccante, l’amore sfiorato, ma mai posseduto. Le scene del grande Luzzati enfatizzano la pittura novecentesca. I costumi fantasiosi di Calì sorprendono ancora una volta. Le musiche di Perrotin persuadono arditamente.

giovedì 31 marzo

Cantieri Teatrali Koreja

Stabile d’Innovazione del Salento

LA PASSIONE DELLE TROIANE


idea e progetto Salvatore Tramacere

con Giovanni De Monte, Maria Rosaria Ponzetta, Silvia Ricciardelli, Fabrizio Saccomanno, Vito De Lorenzi, Emanuela Gabrieli, Ninfa Giannuzzi, Riccardo Marconi, Admir Shkurtaj

regia Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere

elaborazione testi Angela De Gaetano, Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere

Lo spettacolo intende coniugare le Troiane di Euripide con il tema della Passione di Cristo, scegliendo di dialogare con la tradizione ‘grika’ del Salento. L’idea nasce dalla volontà di accostare il lamento delle donne di Troia, alle ‘moroloja’, ovvero i pianti che un tempo le donne facevano a pagamento per un morto del quale, a volte, conoscevano appena il nome. La femminilità è l’elemento dominante: emergono, infatti, in primo piano, le figure di Andromaca, Ecuba, Cassandra che, pur costrette a sottomettersi a un destino crudele, non rinunciano tuttavia alla loro fierezza, non piegano il capo di fronte alla crudeltà dei greci e denunciano con parole frementi di sdegno gli orrori della guerra fra gli uomini. E la morte, nella tragedia euripidea, del piccolo e innocente Astianatte, richiama alla mente la crocifissione dell’Innocente per antonomasia, Cristo, colui che, senza peccato, si è immolato per la salvezza del genere umano. Per questo, il pianto di Andromaca si fonde con quello della Vergine in un unico grande dolore che è quello di tutte le madri costrette dal destino a rinunciare ai propri figli.


martedì 5 aprile

Compagnia Mauri Sturno

L’INGANNO

(Sleuth)

di Anthony Shaffer


traduzione e adattamento Glauco Mauri

con Glauco Mauri, Roberto Sturno

regia Glauco Mauri

scene Giuliano Spinelli

costumi Simona Morresi

musiche Germano Mazzocchetti


Raffinato e grottesco thriller psicologico, giocato sul contrasto tra verità e menzogna, L’inganno è tratto da Sleuth (Il segugio) di Anthony Shaffer, noto sceneggiatore di gialli, vincitore del prestigioso Tony Award. Ironia, dramma, gioco, comicità e sorprendenti colpi di scena danno a questo testo il dono di creare un’atmosfera di grande e divertita tensione.

“La commedia, che non può essere definita solo brillante, o solo thrilling, o solo farsesca, è scritta benissimo… Il risultato è uno spettacolo ben costruito, ben diretto e magnificamente interpretato. Tutto senza che i protagonisti siano alfieri della recitazione naturalistica. Anzi… essi vanno dall’Assurdo al Grottesco, dal Tragico al Comico. Modernissimi. Mauri è lui il mattatore, contrappuntato da un eccellente Sturno.”. Rita Sala, Il Messaggero

fuori abbonamento

Hotel San Luca, dal 4 al 6 febbraio, recite ore 18 e ore 21

Compagnia Horovitz-Paciotto e Offucina Eclectic Arts
con la collaborazione di La MaMa Umbria International e del Festival Settembre al Borgo

SUITE HOROVITZ

di Israel Horovitz

con Giorgio Marchesi, Michele Nani, Francesco “Bolo” Rossini, Nicole Sartirani, Simonetta Solder, Anna Ferzetti ed Andrea Jeva Quacquarelli e la partecipazione straordinaria del violinista Marko Zoranovic

Adattamento e regia Andrea Paciotto

Disegno costumi Sara Lanzi
Musiche originali Marko Zoranovic
Realizzazione audio-video Francesco Domenico D’Auria

Uno spettacolo composto da sei atti unici, scritti da Israel Horovitz tutti ambientati all’interno di un Hotel: testi brevi, commedie ironiche e pungenti, divertenti, commoventi, provocatorie ed impegnate. Ogni testo presenta un punto d’osservazione diverso, uno scorcio/squarcio sull’esperienza dell’uomo e della donna contemporanei.

“[…] una grande emozione come spettatore, perché in questa serie di frammenti si può vedere, per così dire, l’ultimo Horovitz. […] Si sa che gli alberghi sono luoghi molto frequentati, dove avvengono incontri, tradimenti e abbandoni. Questi testi hanno l’apparenza di una commedia sofisticata, ma sono commedie molto puntuali, molto circostanziate, lo spessore stesso dei personaggi rimanda ad altro di più profondo. Infatti il pregio fondamentalmente di Horovitz è proprio quello di raccontare la vita, anche le storie più tremende, con leggerezza. In questo modo, riesce a farci vedere quegli aspetti della realtà che, pur essendo trasparente, troppo spesso non vogliamo vedere. Nel loro insieme, questi frammenti rappresentano un coinvolgente caleidoscopio di umanità, dando voce ai piccoli e grandi drammi del quotidiano, alle paure, ai sogni e alle speranze”. Gianfranco Capitta

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