Interessante la relazione anche dell’Archivista e Storico Giuseppe Guerrini, sull’antico statuto comunale della Spina.
E’ fuor di dubbio che l’origine della transumanza risalga alla preistoria, e leggenda vuole, che siano stati proprio i pastori, che stanziavano stabilmente nelle campagne romane, a fondare Roma, giustificando così anche il Ratto delle Sabine.
Le terre montane, hanno avuto per secoli un’economia basata sulla ricchezza data dal bosco e dall’allevamento ovino, caprino e bovino ed è per questo che nel passato erano densamente popolate.
Un tempo la Strada della Spina era una grande via di comunicazione che dalle Marche giungeva sino a Roma passando da Amelia. Non è da sottovalutare l’ipotesi che i Santi Pietro e Paolo, per le numerose chiese a loro dedicate, siano giunti ad Ancona dalla Palestina, e poi attraverso la Spina verso Roma.
Numerosi erano anche i fortilizi lungo il percorso: a Bazzano, all’Acera, alla Spina, ad Agliano e a Cammoro. L’Ecomuseo di cui fanno parte molti Comuni della Valnerina, e dove recentemente si sono aggiunti anche Spoleto e Foligno, ha come simbolo il “Maialino Cintato”, una specie autoctona ormai scomparsa, ma che l’Università di Perugia sta tentando di reinserire, con opportuni incroci, anche attraverso la “Cinta Senese”. Particolare inedito raccontato dal Dott. Agostino Lucidi, era la prassi di legare al collo di un maialino un campanellino, che lo identificava e al quale tutti davano da mangiare, per poi sacrificarlo al momento opportuno e fare una festa che aggregasse tutta la comunità.
Per organizzare la transumanza erano indispensabili grandi Masserie in cui confluivano anche più di mille capi di bestiame al vertice della quale v’era il Vergaro, e sotto di lui diversi pastori con compiti differenziati a seconda dell’attività che dovevano svolgere.
Interessante anche la relazione del signor Fagotti, ex Presidente della Comunità Montana, che ha parlato degli “Usi Civici ” del territorio. Questo modo di “Possedere” in modo collettivo, garantiva ad ogni componente di una certa comunità di potersi approvvigionare di legna, di portare il bestiame al pascolo,di raccogliere la ghianda per i maiali, o il tartufo ed altri prodotti del bosco come castagne e bacche. Nel 1985 la Legge Galasso, poneva definitivamente il vincolo su tutto il territorio ad uso civico,con l’impossibilità di non poterci costruire o di adibirlo ad usi difformi di quelle che erano le linee guida, della tutela e della conservazione del paesaggio. Con questa legge si è potuto salvare il 10 % del patrimonio naturale italiano e di quello umbro. Il Convegno è stato fortemente voluto dal Presidente della “Pro Loco Spina di Campello”, Santino Fortunati, ed è stato particolarmente apprezzato dagli abitanti e dal pubblico convenuto.
Nel frattempo continua con successo “La Festa del Tartufo e dei Prodotti Tipici”. Ieri sera domenica, eccezionale l’affluenza agli stads gastronomici ed apprezzati soprattutto i piatti al Tartufo. Pubblico delle grandi occasioni anche a seguire gli spettacoli in programma sabato e domenica. Gli “Ballo Sballo” e “Intense Emozioni”, sono due complessi che si sono distinti per professionalità, vivacità e capacità di coinvolgimento del pubblico.
Grande attesa questa sera per lo spettacolo dell’Orchestra dell’Associazione Culturale Bisse, che non mancherà di sorprendere il pubblico con la professionalità che la distingue, unita ad una grande carica di creatività.
Tutti alla Spina dunque, per una cena conviviale tra amici e per apprezzare spettacoli di indubbia originalità e di intrattenimento.
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