L'architettura del colore | Viola e  viola-blu

L’ architettura del colore

Da Wikipedia: Il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina mandano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d’onda e intensità. Tanti colori (da Raccogli idee – ed. Tresei scuola). I colori sono assai ma ben presto li saprai. Se ti metti di gran voglia, ecco il verde in ogni foglia, e c’è il nero del camino, il viola del ciclamino, e l’arancia è arancione, cioccolato è il marrone, il limone ecco è giallo, rosso vivo è un corallo, e c’è il mare celestino ed il cielo è turchino.

L’ architettura del colore  | La nostra vita è circondata da colori. È la natura stessa che è in grado d’offrirci infinite scale, mostrandoci continuamente molteplici combinazioni date dalla normale variazione della luce, capace di creare atmosfere sempre diverse, che suscitano stati d’animo altrettanto diversi. Immaginate che brutto sarebbe se il nostro occhio non captasse le miriadi di mutamenti di colore che ogni giorno imprimono la retina e che circondano la nostra giornata. Colore, colore, nient’altro che colore dappertutto. Prendete le stagioni, ci colorano la vita e ci aprono scenari naturali sempre diversi, sognate solo per un attimo un paesaggio verde; sapevate che nei meravigliosi sfondi irlandesi sono riusciti a contare più di 96 scale, solo di verde? Il colore comunica idee, sentimenti, è vita. Pensate agli elementi giornalieri; alle piante ed ai fiori, alla frutta, al cielo, alle spezie, alle bevande, ai cibi, all’abbigliamento, alle automobili, all’elettronica, alle stoffe… insomma, pensate che brutto sarebbe se un giorno tutti i colori scomparissero. Se ragioniamo sull’oramai consolidata concezione di usare il colore in una società che fa dell’informazione e del marketing uno dei suoi punti forti in ogni settore della comunicazione, capiamo che senza ombra di dubbio, anche nell’architettura ricade questa “epifania cromatica”, in quanto importantissimo mezzo di comunicazione. Con esso siamo in grado di trasformare la percezione dello spazio, l’atmosfera e lo stile di qualsiasi ambiente; possiamo creare habitat freddi o caldi, rilassanti o eccitanti, vivaci o eleganti, moderni o “in stile”; accentuare o diminuire la luminosità di un ambiente o di un singolo oggetto. Considerando il colore come un punto di vista privilegiato sia per la lettura degli oggetti sia per la loro configurazione, capiamo che esso costituisce uno strumento estremamente potente e raffinato per rilevare, indagare, modificare e dare forma ad ogni spazio antropizzato. Il colore in un ambiente deve quindi essere “progettato”, bisogna studiarne l’effetto che produce nello spazio in cui viene inserito e negli stati d’animo degli individui che usufruiscono di quel determinato ambiente. Per questo l’architettura deve sempre essere pensata e realizzata tenendo in debita considerazione l’aspetto cromatico, una presenza ineludibile all’interno della vita d’ognuno. Non si può non dare ascolto al colore, esso è una sensazione che provoca emozioni, è il nostro stato d’animo che ci fa attribuire qualità ed identità all’oggetto che abbiamo innanzi; ci condiziona l’acquisto di un semplice capo d’abbigliamento, oppure la scelta di una nuova automobile o ancora la scelta di un fiore da regalare, così come la scelta di un arredo e quindi delle cromie che ci accingiamo a vivere. Come dicevamo, ognuno percepisce il colore con relativi stati d’animo soggettivi che ne dettano i relativi gusti, che siano essi momentanei oppure eterni, condizionandone l’acquisto e la scelta quando ci troviamo a scegliere.  Il colore infatti, è in grado di essere un fattore chiave del successo di molti prodotti industriali che troviamo nel nostro mercato; prendiamo ad esempio la “Apple”, il brand con la mela che è stato capace di far diventare il bianco traslucido dei suoi computer, sinonimo d’innovazione, ma anche di glamour tecnologico. Colore, materia ed effetto, sono intrinsecamente legati alla vita dei prodotti che viviamo e siamo noi stessi che oramai associamo automaticamente un colore ad un prodotto o meglio ancora ad un marchio;  la seconda vita della Fiat 500 e dei suoi colori vintage, in primis del suo colore-non colore avorio ad esempio, il caso Lualdi Porte, con una gamma colori pressoché inalterata da trent’anni e famosa in tutto il mondo , le scelte cromatiche di Piquadro e dei suoi accessori di valigeria high-tech a cavallo tra trend moda e prodotti durevoli, l’evoluzione del percorso di alta tecnologia di Magis, dai colori primari delle plastiche alle tonalità pastello, l’extra white del vetro Saint-Gobain Glass, ovvero la richiesta di assenza totale di colore nell’architettura contemporanea, il rosso del nostro “cavallo” di battaglia Ferrari, per citare di nuovo il mondo dell’auto, ed ancora il famosissimo stilista Valentino che ha dato la sua impronta a una particolare sfumatura di rosso ora noto come “rosso Valentino”, ineguagliabile nel mondo della moda, etc. etc.: i colori diventano storia di un paese, di una nazione, di una cultura.

Si può sostenere quindi, anche a seguito di ciò, che Il colore dialoga con la psiche umana, nutrendola o impoverendola a seconda che il soggetto entri o non entri in una relazione significativa con esso, che sia di un oggetto di design giornaliero o un luogo da vivere. Scegliere il colore di un luogo d’abitare richiede l’attenta osservazione degli spazi e della natura dell’attività che in essi viene svolta, ovvero il riflesso interiore che la destinazione d’uso è in grado di solleticare a chi la vive. Una cucina, un soggiorno, lo studio di un matematico, il laboratorio di un orafo, la camera di un bambino, lo studio di un artista, un cinema o un teatro, un centro commerciale, una metropolitana, sono luoghi nei quali ci si predispone a stati d’animo diversi. Organizzazione dello spazio, ergonomia, forme e colori non devono ostacolare quella funzione e quegli stati d’animo, ma anzi devono accompagnare l’attività propria di chi vive quello spazio. Un luogo è predisposto per un lavoro di concentrazione e di pensiero intensi, un altro luogo è predisposto per un’energica attività fisica, un altro ancora è pensato come officina di attività creative o per un lavoro ripetitivo, un altro per un’attività collettiva e quindi capace di ospitare più personalità e così via di seguito; questi luoghi diversi hanno bisogno di cromie diverse. Negli ambienti il colore può sostenere l’uomo che li abita, ma può anche ostacolarlo, per questo è vietato sbagliare; sostenere vuol dire accordare la cromia all’attività interiore del sentire (sensazione-sentimento), perché è con quella sfera umana che colloquia il colore, producendo benessere o malessere. Alle leggi del colore ed alle sensazioni che è in grado di creare, appare quindi necessario attingere con consapevolezza, se si vogliono creare liberamente luoghi dove la vita pulsi. Luoghi così concepiti possono essere salubri e contribuire allo sviluppo di un’architettura fatta dall’uomo e per l’uomo, nella sua complessa integrità psicofisica.

La salute scaturisce da una complessa interazione tra corpo, psiche e individualità; questa complessità pone la sfida fondamentale da raccogliere nella progettazione del colore.

Affidati a chi ne sa di più ….


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