Social Love
Molte volte mi sono chiesto cosa significasse amare una persona e più passa il tempo, più mi rendo conto che un’ unica risposta non c’è. Amare è come comporre musica. Devi essere creativo e mai banale, devi vivere ad orecchio, lanciandoti con coraggio verso qualsiasi armonia che la mente ti chiede. Poi le parole verranno fuori da sé. Perché, quando ami, non esiste il momento di silenzio. Credi sia improvvisazione, in realtà è soltanto l’anima che si muove compiendo i passi che senza amore non sarebbe mai in grado di fare.
Vedo tanta gente smarrita, tanti social love depressi e nostalgici di qualcosa che forse non hanno vissuto mai. Social “frasi d’autore”, social “link d’amore”, social “messaggi criptici”, social “gelosie”.
Social Network intasati da confessioni psicoterapeutiche, di gente che chiede, di gente che da. Platoni improvvisati, Casanova “forzati”, tante “Veronika decide di morire”, troppe modelle da grido, simili alle protagoniste di “Gente della notte”… Che in foto sembrano tutte belle, poi le incontri per strada e non sai se è il profilo a truccarle o se hanno il make-up scaduto.
Ma la verità è nel sondaggio fatto poco tempo fa da un istituto di ricerca tra ragazzi di 20/25 anni. Il 90% di loro ha confessato che preferisce il social network al sesso.
Potrei fermarmi qui, ma per capire questa generazione che con un profumo di novità ha più volte inebriato anche me, ho voglia di andare più giù: la chat.
Qui il gioco si fa duro, perché prima per conoscersi e rompere i freni inibitori ci si faceva coraggio bevendo un drink, assumendo un tranquillante oppure un eccitante (logico che sono sempre esistiti quelli non complessati, ma questo articolo non è dedicato a loro, ndr): adesso chiedi l’amicizia a qualcuno e il gioco è fatto.
Sei dietro la tua scrivania in ufficio, in piscina con la connessione 3G, al cinema o solo in casa: il posto non importa, con il TUO profilo, TU ti senti “1,nessuno, 100000”. Si, SEI lo stereotipo del personaggio descritto da Pirandello, quello che, tanto per intenderci “Essendo nessuno, potrei essere chiunque”.
E TU sei forte! Davvero… Così passi dalle proposte di un drink al sesso in 10 minuti e poi, se sei davvero fantomatico, ci metti dentro pure la “sacra” promessa d’amore a prima vista. E nel frattempo copi ed incolli quel messaggio ovunque ci sia una luce verde connessa, ovunque ci sia il requisito per la tua missione.
Cosa importa se leggi “impegnato/a”, “Sposato/a”, “ha una relazione”. TU SEI il/la migliore e nessuno potrà mai competere con te. Poi sei vieni cancellato/a dall’obiettivo apparente tenterai la sorte con gli altri: oltre un miliardo di utenti. Il Tag? Quello lì lo lascio alla prossima puntata…
Molte volte mi sono chiesto cosa significasse amare una persona e più passa il tempo, più mi rendo conto che la risposta non è dentro un SOCIAL NETWORK, ma nella vita, nel coraggio…
[/vc_column_text][vc_column_text] [/vc_column_text][vc_column_text]Il Coraggio
di Nicola Angione
Il coraggio è un sentimento nobile, come la scia di un pensiero che ti entra nella pelle.
È il profumo di un’idea, una vita da romanzo, la corsa in apnea.
Il coraggio esce dal tunnel senza sapere la strada.
Lo fa perché ci prova ed ha già perso la strofa di base.
Suona la melodia distinta di chi non ha mai avuto un pentagramma tra le mani.
Ma sa che sarà per sempre primo, in quanto l’unico ad averci provato…
Il coraggio si chiama tale perché non ha memoria del dolore.
Spesso scrive cose che non hanno senso e si commuove ascoltando “I will remember ” dei Toto.
Gli ricorda le onde del mare, la fatica di andare e tornare. Sapere, da prima, dove andrà a finire.
Il coraggio crede nelle sfide e fotografa i dettagli dentro un’emozione.
Non da mai nulla per scontato e sviluppa il suo rullino dentro il brivido istintivo di un’improvvisazione.
Il coraggio, tuttavia, è come un aquilone.
Ha un fil rouge con l’anima e si lega inconsapevole a chi non teme la sua fine.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]