Intervista a Stef Burns

Il seminario di Stef Burns è stato organizzato da una delle realtà  musicali più importanti della nostra regione. La sede dell’ MMI, Stix e Pick risiede a Perugia in via San Pietrino (zona Madonna Alta).

I tre nomi identificano un connubio e un appoggio ideale per tutti i musicisti. Stix drum center (gestito da Marco Pellegrini) è sicuramente il più importante negozio specializzato in batterie della regione, con una sua cattedra di batteria attiva da oltre 20 anni.

Inoltre la struttura è dotata di sei box prova completamente insonorizzati e forniti di batterie e tastiere ampli per basso e chitarre; luogo ideale per musicisti professionisti e semplici amatori.

Proprio in questa struttura il Modern Music Institute ha costituito la propria sede. MMI (Modern Music Institute) è il progetto musicale ideato da Alex Stornello che, forte di una esperienza ultradecennale nel mondo dell’insegnamento musicale, ha deciso di fondere i principi del suo sistema didattico in questo marchio. In Italia già sono presenti 16 sedi, e Perugia è una di queste.

I direttori dell’accademia, nonché insegnanti di chitarra, sono Stefano Baccarini e Lorenzo Brunetti, i quali dopo un intenso percorso formativo sono stati abilitati all’insegnamento da Frank Gambale. Presso la MMI, che prima di Stef Burns aveva organizzato eventi con musicisti come Paul Gilbert, Andy Timmons, Guthrie Govan, Virgil Donati e molti altri, oltre alla sezione per chitarra, esiste la cattedra di basso (Danilo Fiorucci), canto (Manolo Rivaroli) e batteria (Nicola Polidori).

Oltre a loro, all’interno della struttura è nata Pick guitar bazar, un fornito negozio specializzato in chitarre, bassi e amplificazioni. I proprietari, Andrea Toccaceli e Alessandro Dragoni inoltre, danno una preziosa assistenza a tutti i clienti per tutte le problematiche tecniche delle strumentazioni e accessori. Il seminario di Stef Burns rientra nell’ambito di una programmazione che MMI, Stix e Pick porteranno avanti per tutto l’anno accademico 2009/10 che prevede vari incontri con musicisti di fama internazionale.

La musica è come la luce: non occorre vederla per sapere che esiste… Percorrendola tra le dita si crea una situazione di imbarazzo con la vita. Il suono che esce è tuo o suo? Non lo saprai mai…

 

Stef Burns è un flusso creativo che inizia nel segno di un plettro e finisce nel suono armonioso di una chitarra e quando abbiamo assistito alla sua clinic alla Stix (scuola di musica di Perugia) siamo rimasti letteralmente estasiati: stile, personalità, creatività, musica e vita in un attimo si sono materializzati nel suo personaggio. Una rockstar, un vero talento imprescindibile dal tempo. E noi, che eravamo lì per una locandina avvistata in una stazione di metano, abbiamo conosciuto una delle realtà più belle della nostra provincia. Assistere ad una clinic è un’esperienza formativa per chiunque. Sia per chi vuole imparare a suonare e sia per chi vuole imparare a sognare. L’effetto è lo stesso. Vedere Steff Burns con la chitarra in mano è già di per sé un emozione, vederlo insegnare come si fa a comporre musica è stato a dir poco unico. Un privilegio per pochi, un onore che dobbiamo soprattutto a Stefano e Lorenzo, gli insegnanti del Modern Music Institute di perugia che l’hanno organizzato insieme a Pick guitar bazar e Stix drum center & music school. Ma dopo la musica, gli autografi e le foto di rito con gli studenti, siamo rimasti solo noi del fil rouge. Un filo rosso che si è specchiato nella Stratocaster di Stef e, per un attimo, si è fatto “accordare” ben bene!

 

Quando è nato il fenomeno Stef Burns?

“Per certi versi deve ancora nascere…  Ho avuto dei genitori geniali, che amavano la musica a 360 gradi. Ascoltavano tutti i generi, dal rock al jazz e, inconsciamente, hanno influenzato il mio destino. A sei anni mi regalarono una Winston ma… La chitarra non era l’unico strumento che mi piaceva! Al tempo infatti ero indeciso e, affascinato dal jazz, ho imparato a suonare anche il sax. Nella mia scuola però mancava un chitarrista e così è nato Stef Burns. Però, non mi sento arrivato, ho ancora tanta esperienza da fare. Ho imparato tante cose strada facendo e ancora oggi, nonostante sia conosciuto, non ho mai perso di vista il mio vero obiettivo: apprendere tutti i segreti della musica. Ogni musicista, dal sassofonista al batterista, rappresenta per me fonte d’ispirazione. A volte ho preso spunto persino da un cantante. Seguo la voce che ho dentro, il suono che respiro…”

 

Quante ore dedichi alla musica durante il giorno?

“Dipende dai momenti. Ci sono dei giorni in cui suono per oltre 7 ore di fila. Altri in cui per una settimana non tocco la chitarra. Se parli invece di musica, come stile di vita bè, lì il discorso è diverso. Non passa un istante che nella mia testa non suoni un po’ di musica.”

 

A quale modello ti ispiri?

“Ci sono stati grandi chitarristi nel mondo e tuttora ce ne sono. Fra i tanti preferisco, sia per la tecnica che per la melodia, Jeff Beck. Sono cresciuto con l’anima della sua chitarra. Poi, ovviamente, non posso non citare tutti i mostri sacri del rock. Frank Zappa e certi assoli di Jimmy Hendrix mi fanno ancora venire la pelle d’oca.”

 

Prima hai parlato della tua influenza al jazz, ma qual è il tuo genere preferito?

“Mi piace tutto. Non esiste un genere in particolare. Passo dal rock al blues, dal jazz al funky.Venendo qua in macchina c’era Heaven, di Brian Adams: un capolavoro. Amo apprendere i segreti di tutte le correnti musicali e fonderle tutte insieme nella mia musica. Diciamo che il mio suono è un mix fra i generi più importanti.”

 

A proposito di capolavori, qual è la canzone che avresti voluto suonare?

“Bella domanda… Mi vengono in mente quelle immortali che hanno segnato la storia della musica. Immagine dei Beatles, tutte le canzoni dell’album Thriller di Micheal Jackson (ad oggi l’album più venduto al mondo con oltre 110 milioni di copie, ndr). Ma è troppo facile parlare di loro. La canzone, quella con la C maiuscola la voglio scrivere io… (ride, ndr).”

 

Allora parliamo delle tue canzoni, quali sono le migliori?

“Echo Lake, Begin… Diciamo che viaggio di pari passo con le emozioni del grande pubblico.”

 

Stef Burns solista ma chi sono i musicisti della band?

“Partiamo da Rob (Sudduth, ndr) sassofonista. Suoniamo insieme dai tempi degli Huey Lewis & The News. Ormai la nostra non è musica ma un’alchimia… Gli altri invece sono tutti musicisti conosciuti qui. Fabio Valdemarin (tastiere), Paolo Muscovi (batteria), Giovanni Toffoloni (basso) ho sentito un loro demo e… WOW! Dovevo averli nella mia band!”

 

Cos’è per te la musica?

“Non si vede? (ride, ndr)”

 

Ok, (forse abbiamo esagerato con le banalità) ma qual è il posto più bello dove hai suonato?

“Senza dubbio un anfiteatro in stile romano di una cittadina francese vicino Parigi. Un posto bello, emozionante, dove i suoni della musica avevano quel non so che di eterno. Mi ricordava Taormina… Eppoi io amo suonare in dei luoghi intimi, chiusi come pub o teatri. Le sensazioni che amo della musica sono quelle ed adoro condividerle con il mio pubblico.”

 

Quando ti vediamo suonare sembra che hai un altro arto attaccato alla mano, un’altra parte di te. Che rapporto hai con la tua chitarra?

“La mia chitarra non suona, pensa. Ogni tanto nemmeno mi rendo conto che sto muovendo le dita. Mi viene naturale fare accordi. Mentre suono poi parlo, accompagno la musica con la voce: la chiamo, la cerco… La voglio.”

 

Cambiamo strada, andiamo da Vasco, quand’è nata la tua collaborazione con lui?

“Per caso. Io ero in tour con Alice Cooper ed ero stato chitarrista di alcuni suoi album. Vasco ascoltò Hey Stupid e si innamorò di quella chitarra. Cercò i musicisti nel cd ed apparve il mio nome. Cominciai con una session di incisione per Gli Spari Sopra e poco dopo partii in tour. Da lì in poi non ci siamo più separati.”

Che rapporto hai con lui?

“Buono anche se Vasco fuori dal palco se ne sta solo nel suo guscio. È un tipo chiuso, ma rispetto le sue timidezze. Durante il tour invece si trasforma. Diventa un animale da palcoscenico, una bestia incontrollata. Il suo modo di prendere l’energia e catalizzarla intorno è qualcosa di meraviglioso. Ti travolge, “ti prende e ti porta via”…”

 

Quali canzoni ti piace suonare del rocker?

“Tendenzialmente tutte quelle ballate. Mi piacciono tanto canzoni come Anima Fragile, Gli Angeli, Stupendo, Colpa del Whiskey, Qui si a la storia. Attualmente però la mia preferita è Il Mondo che vorrei ”

 

A proposito di “questo mondo”, prima, in clinic, ti abbiamo sentito rispondere agli studenti della Stix. Qualcuno ha toccato il tasto droga e il connubio fra musica e sostanze stupefacenti, lo sai,è sempre in voga. Qual è il tuo pensiero a riguardo?

“Quando i ragazzi vedono una rockstar sognano una vita analoga. Spesso però chi fa questo mestiere viene idolatrato per quello che non è. Il problema della droga però è reale. In California, nella mia terra, è addirittura sconvolgente. Le anfetamine sono ovunque, persino nelle scuole. Io parlo anche per esperienza personale, nel mondo dove sono ho conosciuto persone che hanno avuto questi problemi. Siete mai stati sopra un palco con 80.000 persone che sono lì per te? L’endorfina, l’adrenalina e tutti gli effetti che la droga può dare però, io li trovo nella musica.”

 

Stef, non c’entra nulla, ma hai un fisico bestiale. Come fai? Ti distingui dal luogo comune!

“(ride, ndr) Sport, tanto sport. Dal baseball, al tennis. Vado a correre tutti i giorni. Diciamo che sono influenzato dalla mia fidanzata. Lei insegna Yoga e Pilates: due discipline che prima ignoravo ma ora… non ne posso fare a meno!”

 

Infine, ma non per ultimo, parlaci di questa clinic… Ti piace insegnare o hai paura che qualcuno diventi più bravo di te?

“Amo insegnare anche se in realtà non penso di essere nato per questo. A me piace solo parlare di musica, condividere la mia passione, la mia chitarra. Paura? Casomai piacere… Sarei fiero di vedere tra le mie mani un chitarrista a cui ho qualcosa da imparare…”

 

Stef Burn con Nicola Angione, il direttore di Fil Rouge
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Nicola Angione

"Il coraggio crede nelle sfide e fotografa i dettagli dentro un’emozione. Non da mai nulla per scontato e sviluppa il suo rullino dentro il brivido istintivo di un’improvvisazione."

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