La “Questione meridionale” secondo Eugenio Bennato

Evento targato “Canti e Discanti – Umbria World Fest” e “Stagione della Canzone d’Autore”

Doppio appuntamento con Eugenio Bennato, che il 24 gennaio 2012 sarà a Perugia per presentare il suo nuovo disco “Questione meridionale”: alle ore 18 l’incontro alla libreria Feltrinelli e alle ore 21 il concerto con il Trio presso il Contrappunto. Il cantautore parlerà, canterà e suonerà di racconti sui mitici briganti, dei sogni di un sud in movimento, delle ballate di fatti e personaggi legati alle istanze nuove della tormentata storia contemporanea, ma anche dei canti della tradizione popolare

PERUGIA – Eugenio Bennato sarà a Perugia con un doppio appuntamento, previsto martedì 24 gennaio 2012, per presentare il suo nuovo e suggestivo lavoro dal titolo “Questione meridionale”.
L’evento è organizzato dal festival “Canti e Discanti – Umbria World Fest”, che ogni estate ormai da dieci edizioni porta a Foligno i linguaggi artistici (musica, fotografia, cinema, teatro) delle tradizioni e delle culture dell’Italia e del mondo, in collaborazione con la Musical Box Eventi e la sua “Stagione della Canzone d’Autore”, giunta quest’anno alla 24esima edizione.
La giornata di Bennato nel capoluogo umbro inizierà alle ore 18.00 con la presentazione del disco – uscito nel dicembre scorso l’album “Questione meridionale” è composto da undici brani dedicati all’annoso problema del Sud – presso la libreria Feltrinelli in piazza della Repubblica, e alle ore 21.00 proseguirà con il live al Contrappunto, locale di via degli Scortici, dell’Eugenio Bennato Trio.
Un album, “Questione meridionale”, che canta la storia degli ultimi 150 anni di un Sud che non si è mai dichiarato vinto e che oggi volge lo sguardo al futuro restando sempre legato alle sue radici e ai suoi valori. Un Sud ricco che incuriosisce e fa parlare di sé e che aspetta solo di essere scoperto.
Ed è proprio Bennato che continua con passione questa sua “scoperta”, ed è proprio “Questione meridionale” la ballata nel disco che ribalta il luogo comune di un Sud rassegnato e vittimista, mentre al contrario sprigiona energie creative rivendicando il proprio spazio nella coscienza e nell’orgoglio delle proprie origini e della propria cultura.
Ho intitolato questa raccolta di brani nuovi “Questione meridionale”dichiara Eugenio Bennatoprendendo a prestito la famosa espressione coniata al parlamento di Torino appena avvenuta l’Unità, perché, a pensarci e a riguardare queste mie ultime composizioni e il percorso che tanti anni fa ho iniziato, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare a Musicanova a Taranta Power, di “questione meridionale” si è sempre trattato. I miei maestri sono gente anonima di un profondo sud, i personaggi che racconto sono i briganti di una storia negata, le voci e gli strumenti sono espressione di un sud ancora più profondo che viene dal Mediterraneo e dall’Africa, madre di tutte le leggende, e giunge oggi in Italia con i nuovi flussi migratori della storia”.
Dopo l’incontro alla Feltrinelli nel pomeriggio, in serata al Contrappunto, oltre alla voce e alla chitarra di Bennato, ci sarà anche l’altra chitarra di Ezio Lambiase, elegante musicista capace di improvvise impennate solistiche, e la voce di Sonia Totaro, giovane e fiera rappresentante di un sud di nuova generazione.
ll concerto in trio acustico – spiega lo stesso Bennato -, destinato a spazi più raccolti e ad un pubblico più concentrato e diretto, mi è venuto in mente per assecondare una tendenza manifestata da tantissimi ascoltatori che scelgono e ripetono le mie canzoni (quelle più fortunate) con sola voce e chitarra”.
E così i racconti sui mitici briganti, i sogni di un sud in movimento, le ballate di fatti e personaggi legati alle istanze nuove della tormentata storia contemporanea, ma anche i canti della tradizione popolare che hanno indirizzato il cammino del cantautore, vengono eseguiti nella forma più scarna e semplice, mettendo a nudo le parole, le melodie, e l’essenza musicale dei travolgenti ritmi popolari.

E questo tema del Sud, attraverso il lavoro di Bennato esce dai confini dell’Italia per diventare un inno internazionale. È il caso di “Neda”, il brano che il cantautore ha volutamente messo in apertura della raccolta. Dedicato a Neda Soltan, la giovane pianista iraniana uccisa nell’estate 2009 durante una manifestazione a Teheran. Aveva 20 anni ed era colpevole di sfilare pacificamente in mezzo a tanti ragazzi contro l’arroganza del governo. Il video dei suoi ultimi istanti di vita ha fatto il giro del mondo, scuotendo le coscienze, una delle micce che hanno innescato la primavera araba.
Mentre “Addio sud” è un brano dedicato al fermento dei giovani di tanti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo che sono riusciti a modificare l’assetto politico e a mostrare un Sud del mondo che sa muoversi da solo e scegliere nuove strade.
Ma soprattutto l’album include brani dedicati alla nostra storia, ai briganti della lotta antirisorgimentale. “Il sorriso di Michela”, è una ballata composta per descrivere l’emozione di una fotografia storica, che ritrae la brigantessa Michelina De Cesare, fiera donna del sud, che fissa il fotografo con il magnetismo e il fascino del suo sguardo, a smentire tra l’altro le teorie di Lombroso sulla inferiorità morfologica delle popolazioni che l’esercito sabaudo intendeva colonizzare. Nella storia scritta dai vincitori non c’è stato, per 150 anni, spazio per la figura di Michela, ardita combattente che fino all’ultimo istante è rimasta accanto al suo uomo.
Mentre il brano “Milleva” arriva a smitizzare l’epopea garibaldina, una delle più profonde certezze della storiografia risorgimentale e della coscienza nazionale. “Qualcosa andava detto – afferma Bennato – soprattutto perché credo nei valori positivi dell’Unità, e sento che la storia, per quanto possibile, vada raccontata e non insabbiata. ho descritto l’infamia di una promessa “la terra a chi lavora” lanciata nel 1860 e subito disattesa. Il testo l’ho scritto su una splendida musica di Carlo D’Angiò nel classico ritmo della tammurriata campana”.
Ogni brano una storia, da “Ninco Nanco”, il brigante lucano che assomigliava a Che Guevara, fino a “Brigante se more”, la ballata scritta con Carlo D’Angiò e ormai diventato un inno.
Fatta l’Unità, finita la repressione, comincia il capitolo dell’emigrazione per milioni di contadini. Un esodo di speranza rappresentato nel brano “Si va!a” cui fa seguito “Balla la nuova Italia”, il canto al presente che vede milioni di giovani italiani protagonisti di un movimento artistico e musicale che si contrappone all’appiattimento dei mass-media, che sceglie strade nuove con forza ed entusiasmo.

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