Recensione #mengonilive2016
Martedì 10 maggio 2016, PalaEvangelisti di Perugia – Concerto promosso dall’Associazione Musica e Canzone d’Autore
Marco Mengoni accende l’Essenziale, Perugia estasiata dalle sue parole in circolo…
Eppure non dovevo neanche andare. Ma la vita si sa, fa accadere sempre le cose al momento giusto (che siano buone o cattive, non importa). Il karma, il destino, la quiete, un’anima lieve, chiamatela come volete, fatto sta che c’ero, per fortuna (sottolineerei, ndr).
Non conosco bene Marco Mengoni dal punto di vista artistico, per carità, i singoli pezzi che intasavano le radio assorbivano anche me, ma da qui ad “ascoltarlo con attenzione” di tempo ne passa.
Ebbene questa premessa è doverosa, poiché quello che seguirà da qui in poi è una recensione emotiva, reale, pura ed emozionale.
Dire che abbia avuto successo è relativo, il PalaEvangelisti di Perugia così gremito non si vedeva da tempo. Caldo, troppa gente assiepata, confusione che inizialmente mi ha consigliato di restarmene fuori. E quando dico fuori, dico all’esterno del PalaEvangelisti, tra i chioschi che vendono da bere a da mangiare.
Dopo un paio di canzoni ascoltate a cielo aperto, scelgo di oltrepassare l’ingresso ed è stato l’inizio di un film: un flash!
“Quante cose fai che ti perdi in un attimo?
Quanti amici hai che se chiami rispondono?
Quanti sbagli fai prima di ammettere che hai torto?
Quanti gesti fai per cambiare in meglio il mondo?
Libero, libero, libero, mi sento libero.
Canto di tutto quello che mi ha dato un brivido.
E odio e ti amo e poi amo e ti odio.
Finché ti sento nell’anima non c’è pericolo.”
Libero ero fuori e libero mi son trovato dentro, trasudando emozioni talmente forti da non riuscire a fare nulla. Un palco maestoso, il massimo della tecnologia, con schermi led a dir poco scenografici e una carrucola montata in alto per trasportare sia gli schermi che… Mengoni!
Uno show hollywoodiano, sostenuto in maniera impeccabile da un pubblico assolutamente coinvolgente, legato a Mengoni da un fil rouge tutt’altro che “normale”.
Poi lui, l’artista. Ne vogliamo parlare?
La sua sensibilità è talmente limpida e cristallina da renderlo quasi nudo al cospetto del pubblico.
Lo abbiamo visto timido ed impacciato al coro “Sei bellissimo” che il collettivo femminile non poteva fare a meno di cantare: “andiamo avanti con un’altra canzone, sono quelli gli unici cori che voglio sentire”.
Il momento clou del concerto è giunto con “#prontoacorrere”, quando Mengoni è letteralmente volato sulla folla, il tutto ripreso da una telecamera che proiettava le immagini sui due frammenti del maxi schermo che, per l’occasione, si sono sganciati dalla base del palco ed hanno volato insieme a lui verso il palchetto centrale. Inutile descrivere l’apoteosi che si è consumata lì: “Ad occhi chiusi”, “Mai per sempre” e “In un giorno qualunque” tra brividi e favole…
Le stesse che racconteranno i fantastici membri della band di Mengoni, chiamati in causa dal cantautore per la cover di “Freedom” di Pharrell, in cui il cantante ha fatto da corista proprio ad una sua corista! Incredibile… Stupendo: “L’Essenziale”!
Indescrivibile poi è stata l’introduzione tribale del Guerriero, amplificata dagli effetti scenografici dei maxi schermi, un’interpretazione magistrale che ha elettrizzato definitivamente il PalaEvangelisti.
Poi le luci accese, il momento in cui la folla ha cominciato ad invertire la rotta… E, all’improvviso, Kiss, la cover in tributo a Prince, definito dal cantautore di Ronciglione il suo idolo di sempre. Un’interpretazione nostalgica, malinconica ed intensa che ha omaggiato il folletto di Minneapolis nel migliore di modi.
Non dovevo neanche andare… e “conosco gente che sta ancora in viaggio e non si è mai chiesta in fondo quale sia la meta…”
La mia è qui. Ora.
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