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Teatro Lyrick di Assisi

Tel: 075 8044359 
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Recensione Il vestito di Marlene

Marlene Kuntz

L’alchimia tra il rock dei Marlene Kuntz e la danza di Mvula Sungani | Buona la prima al Teatro Lyrick di Assisi

Tanti tentativi si sono visti in passato, tanti ‘in’ e tanti ‘out’ per la difficile impresa di far comunicare le arti fra loro. Dalla performance teatrale come opera d’arte di Marina Abramovic in giù, attraverso teatro e cinema. E certo resterebbero soddisfatti in molti nel vedere il riuscito tentativo operato da Marlene Kuntz e Mvula Sungani per Il vestito di Marlene. Spettacolo al centro di un tour ‘limited edition’ inaugurato sul palco del Lyrick theatre di Assisi, sabato 22 marzo.
La scena si apre, entra Cristiano Godano, frontman della band ‘in giro’ dal 1990, spara al microfono una promessa, veste la spogliata Marlene (caschetto fuxia punk e poco altro) e parte.
Sul palco, per tutta la durata dello spettacolo, tre pannelli neri, tre cornici dentro cui e fuori da cui mettere i musicisti della band e, di volta in volta, una composizione coreografica nuova. Si alternano, così, sulle tracce degli ultimi lavori del trio di Cuneo, un passo a due mirabolante, un tango appassionato, l’impresa di un uomo a testa in giù per circa 5 minuti, un’interessante dinamica di tutti i danzatori di Sungani su una struttura mobile piccola, ma dalle infinite possibilità di interazione con i corpi plastici dei sei, quattro donne e due uomini, ballerini acrobati.

Tutti la riconoscono e sale l’emozione, fra il pubblico, per “La canzone che scrivo per te”, portata alla ribalda dai Marlene nel 2000 con Skin e di cui nella rete viaggia una bellissima versione live con Cristina Donà. Ma il picco assoluto del concerto lo fa “Nuotando nell’aria”. Il tocco leggero sulla batteria e poi la voce di Godano. Sul palco tutti i danzatori, insieme, e una bella coreografia corale in cui si manifesta l’essenza dello spettacolo, perfetta armonia delle (p)arti: non è la danza che va sulla musica, non è la musica che segue i danzatori. Musica e danza sono una cosa unica perché si mettono l’una a fianco all’altra, con umiltà, per dare un’emozione più forte e più grande della somma delle due generate da una sola delle due performance. Tutto si amplifica, le luci fanno la loro parte e il pezzo mozza il fiato in platea.
Per finire, siparietto. Tutti i ballerini sul palco, ognuno negli abiti di un numero diverso, appena visto, i Marlene liberati dalle cornici e “La libertà” di Gaber che giunge come il sereno dopo la tempesta, prima di tornare a casa. Per rientrare nella vita di tutti i giorni con un motivo in testa, di quelli buoni. “La libertà non è stare sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone. La libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione”. 

Recensione Il vestito di Marlene | Marlene Kuntz | Teatro Lyrick di Assisi

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Il Vestito di Marlene | Intervista Marlene Kuntz 

Galleria Fotografica di Emanuele Rossi

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Il Vestito di Marlene | Intervista Marlene Kuntz | Fil Rouge Web Tv

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