La Fondazione Cucinelli, entrata ormai nel vivo della stagione musicale, presenta la sua seconda produzione, la cui esecuzione è affidata di nuovo all’Accademia Hermans, questa volta accompagnata dal controtenore José Hernandez Pastor e diretta dal M° Fabio Ciofini. Sabato 19 marzo “ Opera II” offrirà il pubblico due cantate di J.S. Bach (1685-1750).

Pochi mesi trascorrono tra la composizione di queste due cantate bachiane, accomunate da sostanziali scelte stilistiche e strutturali. Siamo a Lipsia, nel pieno della terza annata di servizio (1726) come Cantor et Director Musices cittadino, incarico che Bach onora con massima dedizione, sforzandosi di inserire in quell’ora di musica da comporre settimanalmente (!), almeno una nuova cantata per ogni domenica. Impegno per lo più puntualmente onorato (si giunge così allo straordinario catalogo di oltre duecento numeri), ma talvolta risolto invece ricorrendo a materiale preesistente proprio o altrui. Come nel caso specifico di quel 1726, in cui ben diciassette cantate del cugino Johann Ludwig (1677-1731, Kantor e poi Kappelmeister a Meiningen) furono eseguite alla Thomaskirche in luogo delle proprie in altrettante festività. In un solo caso, la sostituzione divenne invece singolare accostamento, portando alla composizione della “piccola” Cantata BWV 170 Vergnügte Ruh’, beliebte Seelenlust (Beato riposo, amato piacere dell’anima), che fu eseguita per la festività della Sesta Domenica post-Trinitatis (quell’anno il 28 luglio) insieme alla Cantata JLB 7 Ich will meinen Geist in euch geben del più anziano maestro. Le due brevi pagine dovevano, quindi, con ogni probabilità, ovviare all’impossibilità di provvedere a una composizione ex novo che rispettasse il modello più recentemente adottato della cantata divisa in due parti, da eseguirsi prima e dopo la predica. Bach sceglie qui un organico vocale che prevede una sola voce di contralto (aprendo una serie di composizioni analoghe in cui la dimensione individuale è sempre più marcata), ed esclude il coro. Sceglie un testo di Lehms che evita i riferimenti al Vecchio e Nuovo Testamento (già presenti nella cantata del cugino) e un organico strumentale (oboe d’amore, archi e continuo) in cui spicca la presenza dell’organo concertante, scelta comune anche ad altre cantate dello stesso periodo (oltre la 35, anche BWV 27, 169, 49). Strutturalmente la cantata si articola in cinque brevi sezioni, e ha il suo cuore espressivo nell’aria centrale, Wie jammern mich doch die verkehrten Herzen (Quanta pena mi fanno i cuori pervertiti), in cui l’organo suona entrambi i manuali, notati in chiave di violino, nel registro acuto, “gareggiando” con la voce, sopra una linea centrale di violini e viola all’unisono, senza basso continuo. La mirabile pagina è introdotta da un recitativo secco (Die Welt, das Sundenhaus / Il mondo, la casa del peccato) e seguita da un recitativo accompagnato (Wer sollte sich demnach… / Chiunque può desiderare), mentre le arie estreme, in cui suona l’organico completo, con l’oboe d’amore, sono rispettivamente una pastorale in forma tripartita (Vergnügte Ruh’ / Beato riposo) e una pagina liberatoria con organo obbligato (successivamente rielaborata con flauto concertante) in cui si incita all’abbandono della vita terrena e alla scelta della vita celeste (Mir ekelt mehr zu leben / Mi disgusta continuare a vivere, in cui la voce esordisce su un insolito tritono).

Nella Cantata BWV 35 Geist und Seele wird verwirret (Spirito e anima sono confusi), composta per la Dodicesima Domenica post-Trinitatis (8 settembre), ritroviamo, come già anticipato, la voce solista di contralto (in assenza del coro), l’organo concertante, la medesima fonte letteraria (Georg Christian Lehms, Gottgefällige Kirchen-Opfer, 1711). Diversa è, invece, l’impostazione formale, che risente, oltretutto, del riferimento a materiale preesistente. L’ampia pagina prenderebbe infatti le mosse da un perduto concerto per violino (o più probabilmente per oboe) risalente agli anni di Köthen, di cui restano 9 battute (catalogate come BWV 1059) di una seconda versione per cembalo e archi con oboe, esattamente coincidenti con quelle iniziali della Sinfonia introduttiva di questa cantata. Se il rapporto tra queste due pagine sembra assodato, meno chiaro è quello tra i successivi due movimenti del concerto e le altre sezioni del lavoro vocale. Formalmente la cantata si articola in sette sezioni e due parti, entrambe (ed è l’unico caso) introdotte da una Sinfonia strumentale. L’organico, oltre a quanto già citato e agli archi, prevede due oboi e un oboe da caccia. Dopo la prima pagina strumentale, un’aria col da capo in andamento di siciliana accompagnata dall’intero organico (Geist un Seele… / Spirito e anima, solo con molte e sostanziali modifiche riferibile al secondo movimento perduto del concerto), è seguita da un recitativo (Ich wundre mich / Sono meravigliato) e da una seconda aria tripartita accompagnata dal solo organo e basso continuo (Gott hat alles wohlgemacht / Dio ha fatto bene ogni cosa). La seconda Sinfonia, che taluni vogliono parodiata dal movimento conclusivo del concerto preesistente, introduce un recitativo (Ach, starken Gott, lass mich… / Ah, Dio potente, fa che io…) e una vivace aria conclusiva bipartita (Ich wünsche nur bei Gott zu leben / Desidero solo vivere con Dio). Il ruolo dell’organo si fa qui predominante, non solo nelle pagine strumentali, che forse accolgono l’impostazione concertante del precedente di Köthen, ma anche nelle arie, nelle quali il rapporto con la voce è esplorato sotto angolazioni molteplici e raffinatissime, in un denso certamen virtuosistico.

Silvia Paparelli (musicologa)

Il programma di sabato 19 marzo

“Verità e Perdono”

“J.S. Bach – 1685-1750”

Cantata BWV 170 “Vergnügte Ruh, beliebte Seelenlust”

per Contralto, oboe d’amore, organo concertato, archi e b.c.

Cantate BWV 35. “Geist und Seele wird verwirret”

per Contralto, 2 oboi, oboe da caccia, organo concertato, archi e b.c.

Accademia Hermans

Organista – Markku Makkinen

José Hernandez Pastor, altus

Fabio Ciofini – Clavicembalo e Direzione

José Hernandez Pastor, altus

Apprende le prime erudizioni di Musica con Diego Ramón e Lluch nella Scuola dei Cantori di Algemesi. Dopo gli studi di pianoforte (Titolo di Professore, Valencia 1996) e il diploma in Musicologia (presso l’Università di Oviedo nel 1998) approda a quella che è la sua vera passione: il canto e la Musica antica. Consegue gli studi di alta specializzazione nella Scuola dei Cantori di Basilea (Svizzera) dove assiste alle classi di canto di Richard Levitt (1998-2000) e Andrea Scholl (2000-2003), ottenendo il Diploma di Solista con la specializzazione nella musica Rinascimentale e Barocca. Fin dagli esordi collabora con direttori del livello di Jordi Savall (Cappella Reale della Cataluňa), Lopez Banzo (l’Ayre spagnolo), Dominique Vellard (l’Ensemble Gilles Binchois) o Carles Magraner, partecipando a numerosi concerti ed esibizioni. Nel 1998, fonda con Ariel Abramovich El Cortesano, dedicato interamente alla diffusione del repertorio spagnolo per la viola. Nel 2004 inizia la sua avventura come direttore fondando la Cantoría Hispánica, dedicata alla polifonia spagnola, trampolino di lancio per i suoi recital barocchi. Dal 2004 è membro del Quartetto La Colombina, con cui realizza un’intensa attività di collaborazione. Come solista in Oratorio e Opera lavora anche con direttori del calibro di Joshua Rifkin, Diego Fasolis, Fabio Bonizzoni, Jacques Ogg, oltre a quelli citati, e con gruppi come La Risononza, l’Orchestra Barocca di Siviglia, l’Orchestra Barocca  dell’Ayre spagnolo, i Virtosi di  Moscú, L’Orchestra da Camera di Barcellona e l’Orchestra Barocca dell’Università di Salamanca. Nell’Opera debutta al Teatro Reale nel Don Chisciotte e Dulcinea, che rappresenterà anche al Teatro Maestranza  di Siviglia e al Liceo di Barcellona. Nella sua discografia da solista si annoverano El Parnasso (Arcana 316) e Si me llaman… (Carpe Diem), El Cortesano (”E” de excepcional en Scherzo, cinco estrellas ABC), Arde el furor intrépido con D.Fasolis e l’Orchestra barocca di Siviglia (importante è l’opera “E· de Excelente en Scherzo), Motetti di Willaert (Stradivarius con l’Accademia della selva) e Fantasiant con Capella de Ministrers. Nella corale si distinguono: Motetes, Canciones e Villanescas ( La Colombina, k617, Diapasón D’Or), Carlos V Emperador (Alia Vox, Jordi Savall), Júpiter y Semele (Harmonia Mundi Ibérica, Al Ayre Español, Premio Nacional de Música), etc.


Ufficio Stampa:

Cristina Moretti

BRUNELLO CUCINELLI SpA

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