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YOUNG JAZZ @ UMBRIA JAZZ

Perugia, Palazzo Penna (11-12-13 luglio e 18-19-20 luglio 2014)

Per il secondo anno consecutivo Young Jazz approda a Perugia per Umbria Jazz con il suo carico di sperimentazione e ricerca: per due week end (11-12-13 e 18-19-20 luglio) a Palazzo della Penna saranno numerosi i concerti targati Young Jazz ed inseriti all’interno del cartellone della prestigiosa kermesse musicale perugina.

Protagonista ancora la musica di “nuova generazione” e delle “nuove generazioni” con Slivovitz, Giovanni Di Domenico, Cristiano Arcelli, Fabrizio Puglisi, Eraserheads, Simone Graziano, Alfonso Santimone, Piero Bittolo Bon & His Original Pigneto Stompers con Jamaaladeen Tacuma, Dan Kinzelman, Colin Stetson.

PERUGIA – A portare ad Umbria Jazz i nuovi volti del jazz nazionale e internazionale ci pensa ancora una volta Young Jazz. Dopo il successo dello scorso anno, Palazzo della Penna di Perugia sarà nuovamente la cornice ideale per creare uno spazio caratterizzato dal jazz giovane e di avanguardia. In questa location – spazio culturale di Perugia collocato nel centro storico della città a breve distanza dal bastione meridionale della Rocca Paolina – torna quindi il nuovo jazz, tra sperimentazioni e ricerca.

Per il primo week end (11-12-13 luglio) vedremo in ordine di apparizione, con una sorta di cartellone nel cartellone, l’ensemble Slivovitz (11 luglio, ore 24), Giovanni Di Domenico (12 luglio, ore 12), Cristiano Arcelli con il progetto Brooks (12 luglio, ore 18.30), Fabrizio Puglisi (13 luglio, ore 12), Eraserheads (13 luglio, ore 18.30), mentre per il secondo (18-19-20 luglio) si esibiranno Simone Graziano con Frontal (18 luglio, ore 18.30), Alfonso Santimone (19 luglio, ore 12), Piero Bittolo Bon & His Original Pigneto Stompers con Jamaaladeen Tacuma (19 luglio, ore 18.30), Dan Kinzelman con Ghost (19 luglio, ore 24), Colin Stetson (20 luglio, ore 12).

In questo modo, pertanto, prosegue il rapporto tra Young Jazz di Foligno e Umbria Jazz. Nel segno della musica delle “nuove generazioni” e di “nuova generazione” si muove Young Jazz, una realtà che, nel corso degli anni, si è affermata a livello nazionale e internazionale come l’unica nel suo genere nata per dare spazio a giovani artisti e al jazz più contemporaneo.

E quest’anno quindi l’esperienza di Young Jazz e i “suoi” giovani musicisti verranno ancora messi a disposizione dello spazio di Palazzo della Penna durante i giorni della grande kermesse musicale perugina. La programmazione, con la direzione artistica di Young Jazz, vedrà quindi alternarsi nei due week end, presso la Corte, la Sala Nera e la Strada Romana di Palazzo Penna, artisti più conosciuti e giovani promesse. Grazie al Bioo Gourmet di Palazzo Penna sarà inoltre possibile gustare piatti di qualità prima e dopo i concerti.

Dopo lo straordinario successo della decima edizione dello Young Jazz Festival – con iniziative di qualità supportate da una grande risposta di pubblico che per dieci giorni di appuntamenti, durante lo scorso mese di maggio, ha affollato le suggestive location di Foligno – l’associazione folignate ora ritorna anche a Perugia. Ed oltre ai 6 anni di concessione del patrocinio al festival folignate, Umbria Jazz per la seconda volta decide di affidare una location perugina proprio a Young Jazz, con la collaborazione si fa quindi sempre più intensa.

 

PROGRAMMA

Venerdì 11 luglio

h 24 – SLIVOVITZ

 

Sabato 12

h 12 – GIOVANNI DI DOMENICO solo

h 18.30 – CRISTIANO ARCELLI “BROOKS”

 

Domenica 13

h 12 – FABRIZIO PUGLISI solo

h 18.30 – ERASERHEADS

 

Venerdì 18

h 18.30 – SIMONE GRAZIANO FRONTAL FEAT. DAVID BINNEY

 

Sabato 19

h 12 – ALFONSO SANTIMONE solo

h 18.30 – PIERO BITTOLO BON & HIS ORIGINAL PIGNETO STOMPERS FEAT. JAMAALADEEN TACUMA

h 24 – DAN KINZELMAN’S GHOST

 

Domenica 20

h 12.00 – COLIN STETSON SAXOPHONE solo

 

ARTISTI

SLIVOVITZ

Pietro Santangelo: Sax

Ciro Riccardi: Trumpet

Derek Di Perri: Harp

Riccardo Villari: Violin

Marcello Giannini: Guitar

Vincenzo Lamagna: Bass

Salvatore Rainone: Drums

Sono nati nel settembre 2001 e da allora non hanno mai smesso di muoversi, crescere, cambiare forma e direzione sempre nel solco della musica strumentale intorno al jazz rock dai toni etnici. Il forte impatto Live denota un chiaro ascendente rock sulla sezione ritmica mitigato dalle innate capacità improvvisative dei solisti; il tutto fuso in strutture complesse che rimandano al jazz-rock più puro dei primi anni settanta ma con risonanze etniche dal mediterraneo all’area balcanica.

 

GIOVANNI DI DOMENICO piano solo

Giovanni Di Domenico, pianista, performer, compositore, nasce a Roma il 20 luglio del 1977, un periodo significativamente tempestoso in termini socio-politici, con la conseguenza di una frammentazione libertaria della cultura giovanile, esemplificato dal punk. Si potrebbe sostenere che Giovanni, autodidatta fino all’età di 24 anni, ha ereditato – filosoficamente, politicamente ed artisticamente – i tratti più benigni e affermativi di quel periodo, manovrando comodamente frange estetiche e prendendo un impegno a vivere ‘la performance’ nella sua forma più liberatoria e coinvolgente. Sorprendentemente, il percorso che lo ha portato fino a quel punto ha avuto una deviazione inaspettata: in seguito ad incarichi come ingegnere civile di suo padre, ha effettivamente vissuto il suo primo decennio in Africa – fino a quando aveva cinque anni in Libia, da allora fino al suo ottavo anniversario in Camerun e fino a dieci in Algeria. La condizione di espatriato ha avuto una forte influenza nella sua formazione –  ricorda chiaramente le chiamate del muezzin nei paesi Maghrebini, il suono degli strumenti musicali esotici nei mercati locali, la musica come espressione rituale per le strade di Yaoundé, o le canzoni che gli cantava la sua tata in Camerun. Quando finalmente si e’ iscritto a scuola di musica – laureandosi in ‘jazz piano’ – ha inoltre costruito una tecnica enciclopedica; il ritmo, l’armonia e il tono sono informati da tradizioni non occidentali ma ugualmente sensibili ai “Préludes” di Debussy , le “Sequenze” di Luciano Berio, all’ ‘ambi-ideazione’ ascoltata nelle dischi Soul Note di Borah Bergman, alla densità polissemica di Cecil Taylor, alla livida trasparenza di Paul Bley  e, naturalmente, alle manifestazioni più radicali derivanti dagli abissi della musica pop, invariabilmente legati insieme dalla sua propria prassi originale. Una distinzione – si potrebbe chiamare generazionale – che condivide con molti dei musicisti con cui ha avuto (e tuttora ha) la possibilita’di confrontarsi, di cui potremmo enumerare Nate Wooley, Chris Corsano, Arve Henriksen, Jim O’Rourke, Akira Sakata, Tetuzi Akiyama, John Edwards , Steve Noble, DJ Sniff, Terrie Ex, David Maranha, Norberto Lobo, Peter Jacquemyn, Alexandra Grimal, João Lobo o Toshimaru Nakamura. Di Domenico ha fondato la sua etichetta, Silent Water, per dare casa alla sua produzione meno classificabile e più estrema. Vive a Bruxelles.

CRISTIANO ARCELLI “BROOKS”

Cristiano Arcelli: alto sax

Federico Casagrande: guitar

Marcello Giannini: guitar

Zeno de Rossi: drums

“Brooks” è il nuovo eccitante lavoro di Cristiano Arcelli. Un tributo alla diva dark del cinema muto: “Louise Brooks”. La musica, tutta nata dalla curiosa penna di Arcelli, fonde il jazz con l’hardcore e il punk. Il quartetto è formato da alcuni dei più interessanti musicisti del jazz contemporaneo italiano: Cristiano Arcelli – sax contralto, Federico Casagrande – chitarra elettrica, Marcello Giannini – chitarra elettrica e Zeno de Rossi – batteria; nel cd un’ ospite d’eccezione: Cristina Zavalloni. Cristiano Arcelli in questi anni si è affermato come sassofonista e compositore. Ha collaborato con artisti quali: Enrico Rava, Joe Chambers, Paolo Damiani, Cristina Zavalloni, Dafins Prieto, Paul Mccandless, Cyro Baptista, Danilo Rea, Gabriele Mirabassi, Nguyen Lè, Stefano Battaglia.

FABRIZIO PUGLISI piano solo

Il Solo for Piano and Toys è una performance di 50/60 minuti, un gioco, un viaggio che parte dalle origini del suono con musiche interamente composte ed improvvisate da Fabrizio Puglisi. E’ stato ispirato dalla lettura del “Trattato di musica” scritto dall’artista visivo, musicista e performer Giuseppe Chiari. Lo scenario vede un pianoforte circondato da giocattoli,  improbabili ballerine, galline e pulcini a molla, pianoforti giocattolo e carillon, oggetti di tutti i tipi sulla cordiera del pianoforte. Il Solo è un modo per prendersi gioco delle regole, dei generi, di certe convenzioni e aspettative. Piace anche ai bambini ed agli anziani ma non vuole dimostrare niente a nessuno.

ERASERHEADS

Stefano Senni: bass, compositions

Gaia Mattiuzzi: vocals

Enrico Terragnoli: guitar, podophone

Nelide Bandello: drums

 

Viaggio all’acido dolce in un magma terrestre e terraqueo di suoni. E’ l’acqua l’elemento che al meglio può descrivere la trama sonora del gruppo, con una vena nostalgica e decadentista, ma calata in un contesto spesso ostico, contrario e spigoloso. Ecco il tratto distintivo di Eraserheads: cantare l’irriverenza con un semplice disequilibrio, una dolce macchia sonora all’insegna di una penombra sinistra.

 

 

SIMONE GRAZIANO FRONTAL FEAT. DAVID BINNEY

David Binney : Sax Alto, Live electronics

Dan Kinzelman: Sax Tenore,

Simone Graziano: Pianoforte, Composizioni

Gabriele Evangelista: Contrabbasso

Stefano Tamborrino: Batteria

“Frontal” è il nuovo disco di Simone Graziano. Uscito per Auand Records nel maggio 2013, è stato subito acclamato dalla critica specializzata come ‘una tra le migliori produzioni del 2013’. Ma Frontal è prima di tutto un gruppo. Composto da alcuni tra i migliori talenti del jazz italiano (Gabriele Evangelista al contrabbasso, Stefano Tamborrino alla batteria), presenta una front line davvero eccezionale: il newyorkese David Binney al sax alto, considerato tra i più creativi e importanti sassofonisti al mondo, sta influenzando intere generazione di musicisti; Dan Kinzelman al sax tenore, americano naturalizzato in Italia, voce originalissima del sassofono contemporaneo che è subentrato a Chris Speed, il cui sassofono tenore ha arricchito la registrazione in studio accanto a Binney.

 

ALFONSO SANTIMONE piano solo

“Sono sempre piuttosto restio a definirmi come “pianista”. Forse perchè ho la sensazione di essere ancora molto lontano dal pieno controllo dello strumento  che più incarna tutta la cultura musicale cosiddetta (con una locuzione non felicissima) eurocolta”. Così si definisce Santimone, forse perchè al contrario di tanti suoi colleghi non viene dalla frequentazione del vastissimo repertorio pianistico europeo, ma ci è arrivato in un secondo momento per soddisfare le sue curiosità soprattutto compositive partendo dalla irrefrenabile passione per il jazz e la pratica dell’improvvisazione. “In sintesi penso a me stesso come a un improvvisatore e compositore che “usa” il pianoforte. La performance solistica mi permette di navigare in tutti i mari sonori che amo: l’improvvisazione libera, la composizione, la passione per le musiche scritte del novecento europeo e americano, la tradizione del jazz, l’elettronica, le musiche delle tradizioni popolari, etc… Ma ciò che soprattutto mi muove è il tentativo di definire sempre più la mia voce personale alla ricerca di un’emozione autentica da poter dividere con i miei compagni di viaggio siano essi al mio fianco a far nascere il suono o davanti a me, in ascolto, a farlo rinascere come nuovo”.

 

 

PIERO BITTOLO BON & HIS ORIGINAL PIGNETO STOMPERS FEAT. JAMAALADEEN TACUMA

P.Bittolo Bon: alto and baritone sax, electronics

Simone Massaron: guitars

Jamaaladeen Tacuma: electric bass

Massimiliano Sorrentini & Federico Scettri: drums

 

Piero Bittolo Bon è uno dei musicisti più interessanti ed originali del panorama jazzistico italiano. Polistrumentista (con predilezione per il sax alto) dalle molteplici influenze, propone una musica appassionata e vibrante, che risuona degli echi del migliore free jazz e della “fire music”, incentrata su improvvisazioni torride, un suono dirompente e continue invenzioni, misura dopo misura. Con gli Original Pigneto Stompers, dopo il successo dell’album “MUCHO ACUSTICA” edito da Long Song Records, proporrà una inedita suite composta appositamente per questo concerto.

 

 

DAN KINZELMAN “GHOST”

Dan Kinzelman: strumenti vari

Manuele Morbidini: strumenti vari

Mirco Rubegni: strumenti vari

Rossano Emili: strumenti vari

 

Quartetto di fiati e percussioni che si sottrae ai generi, Dan Kinzelman’s Ghost mischia con irriverenza musica da camera, musica contemporanea, free jazz, ritmi africani e minimalismo orchestrale con elementi tratti da musiche etniche di tutto il mondo e dalla tradizione bandistica. Il risultato è una rete complessa e stratificata in cui il contrasto e la decontestualizzazione rivelano aspetti sorprendenti in mondi musicali che si ritenevano sinora familiari. La particolarità forte di questo progetto si trova forse nella ricerca estrema del contrasto: un’attenzione ossessiva al dettaglio abbinato ad una propensione nell’abbandonarsi all’inaspettato, un’elevazione del connubio suono-silenzio fino a farli diventare elementi autonomi musicali e un’estensione dinamica che fa paura sono i tratti salienti di Dan Kinzelman’s Ghost. Vedere un loro concerto potrebbe cambiare il modo in cui si pensa alla musica da camera, al jazz e alla stessa esperienza di ascoltare musica dal vivo.

 

COLIN STETSON solo

Il respiro, il soffio vitale che Colin Stetson dona al suo sassofono basso ritorna per completare la trilogia del terrorismo sonoro (la “New History Warfare”) che ancora stordisce e stupisce gli amanti del jazz e dell’avanguardia: alcuni sono infatti increduli che tale meravigliosa dissonanza possa affascinare anche un popolo di fruitori meno colti e avventurosi. Ma il musicista statunitense, in verità, insegue una bellezza pura, che trascende i linguaggi convenzionali e punta direttamente alle viscere della musica, coinvolgendo emozioni inesplorate e ancestrali che sono rimaste sopite da una coltre di musica coerente e superflua.

 

Per info: www.youngjazz.it

 

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info@youngjazz.it

 

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