I mondiali di calcio. State pensando tutti a quello. Ogni quattro anni. Sudafrica 2010. E anche se non ci pensate, ci pensano i media per voi. Ne parlano loro. E quindi ci pensate anche voi.
Ma chiudete gli occhi per un attimo. Riapriteli. Provate a pensare a qualcos’altro. Ad usare altri media. Ad immaginare altri mondiali. Niente sport. O, almeno, niente sport esistenti. Immaginate altri campi da gioco. Provate a immaginare questo: un mondiale della musica digitale.
Il luogo è Foligno, il tempo è l’estate, dal 25 al 26 giugno 2010. Il “mondiale” è Dancity, il festival di musica elettronica ed arti digitali, giunto quest’anno alla sua terza edizione: “Our Field of Play”.
La musica elettronica è il nostro campo da gioco, il dancefloor il nostro manto verde.
I giocatori sono musicisti che suonano fino all’alba, oltre il novantesimo minuto, i tifosi sono corpi che ballano.
Quest’anno la nazionale di Dancity schiera le stelle :
Bugge Wesseltoft (Nor) + Henrik Schwarz (Ger), ovvero la laptop music applicata al jazz, come voler dare geometria al bebop futbolista di Garrincha; il fenomeno norvegese Prins Thomas (Nor) e la sua musica “cosmica”; il pressing compatto di Floating Points (Uk); i colpi di testa di Etienne Jaumet (Fr) e la sua elettronica emozionale; la manovra avvolgente di Commodity Place (Ita); la saggezza del suono di John Potter, una carriera più longeva di Vierchowod, che con gli assist di Ambrose Field ha realizzato Being Dufay (Uk); i tackle puliti e il gioco minimal(e) ed elegante della berlinese Cassy; l’imprevedibilità di Alessio Bertallot (schierato a tridente con i jazzisti Gianluca Petrella e Giovanni Guidi); Marco Bernardi, l’oriundo italo-scozzese; 2562 (dubstep olandese, nuovo come il calcio totale di Crujiff e compagni al Mundial ‘74); la libertà di movimento dell’attivista del pansessualismo, Terre Thaemlitz/Dj Sprinkles (Usa), il “nove e mezzo” della digital music; l’house profonda di SoulPhiction + Susan Rozkosny (Ger) per tenere alto il ritmo anche quando hai già dato tutto; e infine, là davanti, i fuori quota, i fuoriclasse: Alva Noto + Ryoji Ikeda (Ger + Jap).
La formazione è pronta. Il modulo lo stesso di sempre: due giorni di musica, danza, performance e visioni, cene in osteria, concerti in Auditorium (una chiesa medievale con affreschi del ‘300), eventi per la città, passeggiate all’alba nei vicoli del centro storico. La musica del presente che si sovrappone a paesaggi radicati nel passato.
Dancity 2010. Queste le nostre regole: 48 ore di gioco + eventuali supplementari. Questo il nostro campo. Noi ci mettiamo la palla, voi i corpi e il sudore. Indossate la vostra divisa migliore e venite a ballare. Ancora una volta.
Benvenuti a Dancity versione “mundial”. Benvenuti a Foligno.
Artisti
Gli artisti per l’edizione 2010 sono: Bugge Wesseltoft, Henrik Schwarz, Floating Points, Etienne Jaumet, Alva Noto/Ryoji Ikeda, Commodity Place, John Potter/Ambrose Field, Cassy, Marco Bernardi, Terre Thaemlitz/Dj Sprinkles, 2562, Alessio Bertallot/Gianluca Petrella/Giovanni Guidi, Prins Thomas, SoulPhiction, Suzana Rozkosny, Beats & Faces (Fulgeance, Alice Dufay), Echocentrica (Benjamin Vandewalle / Alberto Fiori / Francesca Pennini / Alfonso Santimone / Andrea Amaducci).
Link utili
http://www.myspace.com/wesseltoftschwarzduo
http://www.myspace.com/alvanoto
http://www.myspace.com/ryojiikeda
http://www.myspace.com/floatingpoints
http://www.myspace.com/cassydjandmusic
http://www.myspace.com/prinsthomas
http://www.myspace.com/henrikschwarz
http://www.bertallosophie.com/
http://www.gianlucapetrella.com/
http://www.comatonse.com/thaemlitz/
http://www.myspace.com/2562dub
http://www.myspace.com/soulphiction
http://www.myspace.com/etiennejaumet
http://www.myspace.com/marcobernardi
ECHOCENTRICA: DANZA CONTEMPORANEA IN CITTÀ
Quest’anno Dancity, oltre a lasciare ampio spazio alle installazioni digitali nei luoghi che ospiteranno il Festival, si estende alla danza contemporanea con Echocentrica. Viaggio al centro del mondo e ritorno, un progetto che coinvolgerà il centro storico della città di Foligno, attraverso i suoi molteplici suoni. Durante il Festival i suoni nativi della città incontreranno la sintesi elettronica suonata dagli artisti presenti. Per trasformare in danza questi input musicali due coreografi, Benjamin Vandewalle e Francesca Pennini coadiuvati da due musicisti e una artista visivo, dopo una residenza di cinque giorni, “abiteranno” il centro della città durante i due giorni del Festival, quali interpreti singolari del ritmo cittadino. Si esibiranno in vicoli, anfratti, piazze e botteghe, per rendere partecipe ogni cittadino, ogni abitante, ogni frettoloso passante del respiro della città e della sua essenza spazio-temporale.
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