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Sarà dedicata a Walter Tobagi la settima edizione del concorso giornalistico “Una storia ancora da raccontare”, organizzato dal Festival Internazionale del Giornalismo e dall’Associazione Ilaria Alpi e sostenuto da UniCredit.
“… al lavoro affannoso di questi mesi va data una ragione, che io avverto molto forte: è la ragione di una persona che si sente intellettualmente onesta, libera e indipendente e cerca di capire perché si è arrivati a questo punto di lacerazione sociale, di disprezzo dei valori umani (…) per contribuire a quella ricerca ideologica che mi pare preliminare per qualsiasi mutamento, miglioramento nei comportamenti collettivi” (Walter Tobagi da una lettera alla moglie – dicembre 1978)
Walter Tobagi (1947 – 1980) è stato un giornalista e uno studioso. Prima come ricercatore e poi come docente di storia contemporanea si è occupato di storia del movimento sindacale, studiando anche i rapporti fra la politica e la violenza armata nel dopoguerra. Nel 1976 approda al Corriere della Sera dove continua la sua ricerca della verità negli “anni di piombo” che lo portò ad indagare sugli attentati terroristici di matrice brigatista e a denunciare i pericoli del radicamento del fenomeno sovversivo negli ambienti di lavoro. La mattina del 28 maggio 1980, in via Salaino a Milano, un commando di sei brigatisti lo uccise con cinque colpi di pistola. Aveva trentatrè anni, una moglie e due figli piccoli.
Quest’anno, per la prima volta, i partecipanti al concorso potranno scegliere tra due temi:
a) raccontare la storia di Walter Tobagi;
b) raccontare il mondo del lavoro in generale o il mondo della professione giornalistica in particolare.
La giuria del concorso sarà composta da: Arianna Ciccone (fondatrice Festival Internazionale del giornalismo) Dario Di Vico (giornalista de Il Corriere della Sera), Riccardo Iacona (giornalista e conduttore televisivo), Sara Paci (Associazione Ilaria Alpi) e Benedetta Tobagi (giornalista e scrittrice, figlia di Walter Tobagi). Presidente di giuria Maurizio Beretta (UniCredit)
Sei anni di “Una storia ancora da raccontare”
Il concorso “Una storia ancora da raccontare” nasce con il Festival Internazionale del Giornalismo nel 2007, con lo scopo di rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita svolgendo con coraggio la loro professione. In questi sei anni centinaia di giovani universitari, giornalisti e aspiranti giornalisti, blogger e freelance anni hanno ricordato, con i loro scritti e con i loro video, il sacrificio, la professionalità e la storia di chi ha pagato con la vita la lotta contro terrorismo, corruzione, mafia, la storia di chi semplicemente faceva il proprio lavoro.
La prima edizione del premio è stata dedicata alla giornalista di Rai3 Ilaria Alpi e all’operatore Miran Hrovatin uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. La Alpi si trovava in Somalia come inviata del TG3 per seguire la guerra civile in corso e per indagare su un traffico d’armi e di rifiuti tossici illegali. Il video vincitore del primo premio Sezione B – video giornalistico: Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: una storia ancora da raccontare. L’edizione 2008 ha reso omaggio al giornalista Enzo Baldoni, rapito a Najaf il 21 agosto 2004 dall’Esercito Islamico in Iraq, un’organizzazione fondamentalista musulmana legata ad Al-Qaeda. Dopo un ultimatum all’Italia per il ritiro di tutte le truppe entro 48 ore, venne ucciso: la data esatta ed il luogo sono ancora incerti. Il suo corpo non è mai rientrato in Italia.
Le vincitrici della sezione video: Lavigna Farnese ed Elvira Pollina, autrici del documentario ‘Sotto il cielo di Baghdad’. La terza edizione del Premio è stata dedicata a Giancarlo Siani, giornalista del quotidiano il Mattino, ucciso in un agguato nel quartiere napoletano del Vomero la sera del 23 settembre 1985. Nei suoi articoli denunciava la criminalità organizzata e l’espansione economica dei boss locali. Vincitori della sezione video Sandro Di Domenico e Federico Tosi con Giancarlo Siani: per amore di verità. Nel 2010 il concorso ha raccontato la storia di Maria Grazia Cutuli, giornalista catanese inviata dal Corriere della Sera in Afghanistan, che sulla strada per Kabul nel 2001 viene uccisa in un attentato. Il video giornalistico vincitore del primo premio: Maria Grazia Cutuli di Mariangela Modafferi e Pasquale Filippone. L’anno successivo è stata la volta di Peppino Impastato, uomo politico, attivista e conduttore radiofonico che ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia, la stessa che lo ha assassinato nel maggio del 1978. Vincitori del premio “miglior video”: Enrico Tata e Ruggero Spataro con Peppino Impastato. L’edizione 2012 del concorso ha reso omaggio al giornalista Mauro Rostagno. Un giornalista e un uomo coraggioso che ha denunciato a viso aperto “i poteri forti”, la rete di personaggi influenti, che collega mafia, massoneria, P2, Gladio, servizi segreti “deviati” ed esercito italiano. Ucciso anche lui in un agguato che non ha ancora oggi i suoi colpevoli, dopo ripetute indagini, processi, depistaggi e complottismi. Il vincitore del primo premio per la sezione video è stato Davide Pecorelli con Nacamurria.