Grazie a “Risate in scena”, kermesse teatrale promossa dall’Associazione Culturale ATMO di Bastia Umbra, abbiamo potuto assistere all’esibizione del duo comico più famoso d’Italia: i Fichi d’India. Il sold-out delle due date bastiole (18 e 19 gennaio), ha confermato quanto in un momento “nero” come quello attuale, confrontarsi e condividere i colori di una risata sia (quantomeno) salutare. Elementi di cui noi abbiamo leggermente abusato, quando ce li siamo ritrovati davanti…

 

Partiamo dal principio, perché vi chiamate Fichi d’India?

[Bruno parte in quarta, Massimiliano segue a ruota. Per tutto l’intervista sarà così, uno che stuzzica l’altro, l’altro che stuzzica me. Un’intervista disumana! ] “Inizialmente erano quattro storie, ora una è stata cancellata e ne sono rimaste tre… La prima versione è quella romantica: ci chiamiamo Fichi d’India perché siamo dolci dentro ma pungenti fuori, del resto siamo così anche nella vita”, dice Bruno. “La seconda versione è puramente economica. Ci chiamiamo così per risparmiare nei manifesti al sud, ma qui la storia è lunga”, assicura Massimiliano. “L’ultima, quella più vicina alla realtà, riguarda il nostro primo incontro. Ci chiamiamo così perché ci siamo conosciuti nell’estate del’88 nella spiaggia di Palinuro, in mezzo ai fichi d’india. Siamo il frutto del lavoro di oltre 21 anni di carriera”.

Allora è vero: tra di voi è stato amore a prima vista!

“Di rapporti pochissimi” dice ridendo Bruno, “a dire il vero a lui piacerebbe” risponde ironicamente Massimiliano, “una volta – prosegue – ha sognato che facevamo l’amore”. [Il camerino a questo punto diventa un piccolo teatro. Sono l’unico spettatore fortunato e nel frattempo non parlo, rido divertito come si fa quando si sta davanti ad un caffè, con due amici che si prendono in giro, sarà forse questo il segreto del  loro successo?]  “Ma dai! Ancora con questa storia”, ride Bruno, “in 21 anni è successo soltanto una volta!”

Cavoli, certo che 21 anni sono lunghi come un matrimonio vero…

“Già, e nonostante tutto ci divertiamo come fosse il primo giorno – dice Massimiliano -. Il segreto di questa longevità sta proprio qui. Il tempo che passiamo insieme è allietante e anche il lavoro passa in secondo piano. Non è un luogo comune; quando fai le cose con amore, poi alla fine il risultato salta all’occhio”.

Ma torniamo alla vostra affinità: ieri sera (data) durante lo spettacolo, avete improvvisato degli sketch esilaranti sulla presenza delle luminarie a Bastia. Là non si poteva mentire, il vostro divertimento si percepiva a pelle. Come è nata la vostra improvvisazione?

“Mi faceva ridere il fatto che dopo un mese dalle festività a Bastia ci fossero ancora le luminarie del Natale”, dice Bruno, “così mi è venuta una battuta spontanea, guardo lui ed è stato come percorrere un copione in movimento”. “Si chiama feeling”, aggiunge Massimiliano, “dopo tutti questi spettacoli fatti insieme, improvvisare diventa un’esigenza”. “È come una sfida. Ci piace metterci in difficoltà l’un l’altro”, prosegue Bruno, “così ridiamo noi e facciamo ridere gli altri, no?” Massimiliano non vede l’ora e prende la parola: “Anche perché un giorno non rideremo più; io farò l’idraulico e tu il carrozziere!”

Cosa avete contro questi due mestieri?

“Assolutamente nulla! Ora spiego perché: quando facciamo cinema”, dice Massimiliano, “io, essendo più bello di lui, mi preparo in zona trucco, mentre Bruno va in carrozzeria. Abbiamo fatto un film con Benigni (Pinocchio, ndr) dove io facevo il gatto e lui la volpe. Io mi sono fermato un’ora, lui invece è stato 17 ore al trucco!”

Oltre dall’attualità, come vengono concepiti  i vostri personaggi?

“Dal quotidiano, dalle persone che incontriamo, dalle signore nelle case di ringhiera *. La voce di un nostro personaggio che facevo a Colorado Cafè era quella di un nostro amico, un tabaccaio di Varese. Il famoso “Tichi-tic” è ispirato liberamente al fenomeno “Neri per caso”.  Poi“, prosegue Massimiliano, “la voce della bambina (da Bambina e Tranviere, ndr) è invece la voce insopportabile della mia ex fidanzata. Quando m’ha lasciato e l’ho fatta in televisione voleva querelarmi, voleva i soldi per il personaggio! (ride divertito anche Bruno, ndr)”.

Per lavoro avete l’opportunità di viaggiare molto, qual è il posto che vi è rimasto veramente dentro?

“Lui è innamorato di Assisi”, esclama Bruno, “perciò ogni volta che facciamo una tournèe, una tappa in prossimità di questa splendida città è d’obbligo!”. “Confermo!”, continua Massimiliano,  “anni fa ci siamo pure esibiti al Metastasio. L’adoro!”

Ok, domanda “seria”…  Nel vostro mondo c’è stata una mobilitazione totale per quello che è successo riguardo ai tagli alla cultura: qual è la vostra opinione al riguardo?

“Diciamo che era prevedibile. Lo stato prende i soldi ovunque e non poteva lasciarsi sfuggire questa grossa occasione”, dice Bruno. “Poi non tutti sono penalizzati, ad esempio noi non abbiamo mai avuto sovvenzioni statali (ora abbiamo la certezza che non l’avremo mai…). La situazione ovviamente cambia per molti altri che senza questi contributi non riuscirebbero ad andare avanti fino alla fine del mese”.

Parlando di colleghi; come giudicate il fenomeno Checco Zalone?

“Pazzesco!!! Non me lo spiego”, dice Bruno. “Probabilmente però quand’è scoppiato il fenomeno Fichi D’India dicevano le stesse cose di noi”. “Checco è una bravissima persona e si merita tutto il successo che sta avendo”, applaude Massimiliano. “La sua comicità è semplice e genuina. Anzi, per fortuna esistono i Checco Zalone perché i film di Natale hanno un po’ stufato. E se lo diciamo noi …”

Avete qualche sogno nel cassetto da realizzare?

Bruno non ha dubbi: “Ci piacerebbe senz’altro realizzare un film tutto nostro. Il nostro esordio cinematografico risale al 2000 ma non eravamo ancora noti al grande pubblico, ora ci sentiamo più maturi, pronti ad affrontare nuove sfide.”

Un film autobiografico oppure?

Massimiliano ha già il copione in testa: “Il nostro pubblico è prevalentemente giovanile, lo si è visto anche stasera con i bambini di Bastia. Ho in mente una storia, un film d’avventura con tanto di supereroe! Ma non anticipo altro, se lo faremo sarete i primi a saperlo (ride, ndr)”.

Poi, domanda canonica di fil rouge: dove vi vedete da qui a 20 anni?

M.: “Io so che Bruno sarà in ospizio, allora mi vedo lì, a portargli la roba da mangiare. Saremo io e la moglie e ci alterneremo nei giorni di visita, per colmare il vuoto della sua stanza (ride,ndr).”

B.: “Sì, sarò in ospizio anch’io, ma solo per portare le medicine a Massimiliano. Lui è un malato immaginario!!!”.

Infine l’ultima domanda, la vostra a me:

B.: “con le ragazze va bene o siamo messi ancora con l’attività manuale?”

“Ahahah  (rido, ndr)…  Ahahahah (continuo a ridere, ndr)! Fatevi i fatti vostri!!! Comunque sono nato alcuni anni dopo ma un giorno prima di Massimiliano. Noi del cancro siamo passionali, creativi, dolci e manualmente attivi!”

M.: “in questo momento ti piace il tuo lavoro?”

“In questo momento non sto lavorando…”

Galleria fotografica di Rossano Donati

[nggallery id=113]

Share.
Nicola Angione

"Il coraggio crede nelle sfide e fotografa i dettagli dentro un’emozione. Non da mai nulla per scontato e sviluppa il suo rullino dentro il brivido istintivo di un’improvvisazione."

Leave A Reply