MIMO.SE

Claudio Bianconi e Jacopo Gennari

Domenica 8 luglio 2012 ore 18,30, Via San Francesco, n 25 (in fondo a Via dei Priori); presentazione della mostra a cura di Sandro Allegrini

Durante il periodo di Umbria Jazz, uno spazio in via San Francesco (in fondo a via dei priori) per la prima volta si presterà ad essere ambiente espositivo per una mostra fotografica.

Mimo.Se di Claudio Bianconi e Jacopo Gennari, non è solamente un gioco semantico-lessicale, ma è anche una riflessione che procede attraverso l’utilizzo di stilemi presi in prestito dal mondo della storia dell’arte che si focalizza sull’altra metà del cielo: la donna. La sfera femminile omaggiata dai nostri fotografi umbri, è resa attraverso la fotografia  in una maniera contraddittoria e affascinante e filtrata mediante la  rilettura provocatoria della storia dell’arte.

C’è un percorso ideale da seguire che parte dal concetto di mimesis non solo inteso nell’accezione classica del termine ma come ulteriore scarto concettuale rileggendo quanto già realizzato nella storia dell’arte in alcune delle opere entrate a far parte dell’immaginario collettivo. “Il tracciato segue quindi una mimesis nella mimesis con al centro la figura, il corpo, l’immagine della donna. Un atto liberatorio e al contempo dissacrante di un dominio che sinora è stato relegato al quasi totale controllo maschile e che solo in tempi recenti si sta sdoganando dal pregiudizio e della oligarchia degli uomini, per sondare la possibilità di nuove utopie, di nuovi varchi dell’immaginazione e delle nuove frontiere del femminile, della sessualità, delle civiltà che si incontrano e si baciano in quell’osmosi di libido finalmente liberata dai condizionamenti,dal potere politico ed economico, ma anche e soprattutto culturale”, così  definiscono nella prefazione del catalogo la loro speculazione fotografica Bianconi e Gennari.

La mostra sarà inaugurata domenica 8 luglio 2012 alle ore 18,30 e presentata da Sandro Allegrini presidente dell’Accademia del Donca, il catalogo curato da Claudio Bianconi e Jacopo Gennari vedrà all’interno un testo critico di Antonio Carlo Ponti e un testo di Letizia Drappo, psicologa, che ha approcciato Mimo.Se attraverso la sua materia allo scopo di fornirci un’ ulteriore chiave di lettura.

La mostra resterà gratuitamente visitabile sino al 10 agosto.

Biografia

 Claudio Bianconi

Due gli elementi principali su cui ho concentrato la mia Con il patrocinio di intensa vita professionale e individuale: la parola, quale fattore che racchiude in sé una verità sacra e profana, artistica e simbolica, oggettiva e soggettiva; e l’immagine quale primo e fondamentale principio su cui basare una concezione estetica e artistica, ma anche come linguaggio dell’inconscio e del sogno (si sogna del resto per immagini).

Con il primo elemento che è associato al senso della vista e dell’udito ho dischiuso altri mondi, quali ad esempio quello della musica, altro peculiare interesse che mi ha forgiato all’hic et nunc e all’impalpabilità, ma allo stesso tempo alla profonda verità del mondo sensibile. Con la parola ho lavorato e lavoro tuttora, avventurandomi già una trentina d’anni fa nell’universo del giornalismo con le sue regole e le sue contraddizioni, con la sua apoteosi e con il suo declino, schierandomi tra coloro che fondarono e lanciarono il Corriere dell’Umbria nel lontano 1983 e vivendo una lunga serie di vicissitudini legate a una serie di trasferimenti in altre città rispetto a Perugia, legate a vicende societarie alterne ed anche alle altrettanto alterne vicende del giornale. Con l’immagine, la mia relazione affonda le radici a un periodo più lontano, quando ero ancora ragazzo e rimasi affascinato dalla fotografia: un mondo tutto da esplorare e da sperimentare già nella fase “analogica” con lunghe nottate in camera oscura a cercare un taglio “personalizzato” all’immagine che scaturiva oltre che dallo scatto anche dall’immersione nei chimici, nell’uso dei viraggi, di tecniche di sviluppo e stampa artigianali allora molto complesse, ma che mi formarono un solido background nell’arte della fotografia. La mia passione per la fotografia seguì un percorso carsico che non ebbe un’evidenza immediata, ma continuò ad accompagnarmi anche nel passaggio dall’analogico al digitale. Sino ad arrivare all’oggi e al momento di manifestare al mondo una passione celata per anni, ma che alla fine ha preteso di emergere nelle forme dell’incontro di una articolata sinestesia, nel tentativo di conciliare e sintetizzare i campi di interesse su cui da sempre sono impegnato.

 

Biografia

Jacopo Gennari

Jacopo Gennari è tifernate e fotografo di 32 anni che iniziò la sua avventura nell’arte dell’immagine fotografica nove anni fa. In tasca una laurea in Scienze della comunicazione, grazie anche ai suoi studi si approccia alla fotografia convinto della specificità del mezzo fotografico nella comunicazione, o meglio nella metacomunicazione, vale a dire in quell’articolato sistema emozionale-affettivo che ci fa scoprire le cose, le situazioni e le immagini in un aspetto diverso. In questo senso l’immagine di Jacopo non può sfuggire ad un ambito di riferimenti culturali, sia che si interessi di reportage di viaggio o di street photografy (primo approccio come esordiente nella fotografia dopo viaggi a Londra e in Tunisia), sia che si interessi di ritrattistica come ha fatto nel progetto “Faces”. Mai stanco di perfezionarsi anche a livello tecnico, partecipa e organizza (ormai da tre anni) corsi di fotografia condotti da importanti fotografi. Nell’ultimo e più recente periodo Jacopo, dalla fotografia di reportage, passa alla fotografia di moda e glamour con alcune pubblicazioni su importanti riviste come Vogue Sposa, Chi, Oggi, Gente, Di Tutto.

Per ulteriori informazioni:

Samanta Retini

samantaretini@3chouettes.it

cell 3339399810

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