[vc_row][vc_column][vc_column_text]

quartiere san fortunato

42° Fuga del Bove – Montefalco (PG)

Il Quartiere San Fortunato vince il Falco d’Oro della 42° Fuga del Bove. Con la 13° vittoria, il popolo giallo mantiene il suo primato e stacca gli avversari

MONTEFALCO – “In hoc signo vinces”. Sotto questo simbolo vincerai. Questo il motto scelto dal Quartiere San Fortunato per affrontare con grinta la 42° Fuga del Bove di Montefalco. Un modo per dire, anche, “comunque vada, far parte di questo Quartiere è già una vittoria”. Sarà proprio questo legame viscerale e indissolubile tra quartieranti a rendere San Fortunato il Quartiere di Montefalco con il maggior numero di vittorie, ben 13. Dopo ieri sera, il Palmarès è sempre più lungo e ricco: San Fortunato è stato decretato vincitore del Falco d’Oro della 42° Fuga del Bove, essendosi posizionato al primo posto nella Corsa dei bovi di ieri, con il toro di pura Chianina “Bricco”, e nelle gare precedenti di balestra, staffetta, sbandieratori. «Peccato per la gara dei tamburini, dove siamo arrivati secondi, avremmo potuto fare l’enplein» la battuta del Priore Emanuele Lubricchio che testimonia quanto il Quartiere aspiri al perfezionismo e senta forte il sentimento agonistico.

Del resto «questa vittoria, come le altre, è il frutto del durissimo lavoro che i nostri quartieranti svolgono durante tutto l’anno: giostratori, atleti, tamburini, sbandieratori, balestrieri si allenano 12 mesi l’anno» spiega il giovane Priore Lubricchio, 26 anni. Tanto sacrificio e un buon assortimento tra veterani e giovani leve sono la ricetta vincente di San Fortunato. A questo connubio, al processo di rinnovamento voluto dal Priore, si deve la vittoria della Corsa dei Bovi, svoltasi ieri sera nel parcheggio di viale della Vittoria. Un percorso ellittico di 195 metri dove due Quartieri alla volta si sfidano in una gara di velocità: un toro al quale far per percorrere l’ovale nel minor tempo possibile e senza commettere infrazioni, ciascuno nella propria corsia dedicata, mentre sei maestri di corda guidano e incitano l’animale. La Corsa dei bovi di ieri sera testimonia quanto i valori di San Fortunato, dal rigido metodo di lavoro alla filosofia del vivere come una famiglia, influiscano sulla buona riuscita della Fuga del Bove. La vittoria della Corsa dei tori «non ce l’aspettavamo – ha ammesso Lubricchio – perché abbiamo avuto seri problemi con il toro che avevamo scelto in origine. Abbiamo preso Bricco successivamente, quando era già grande, ed è stato difficile allevarlo, addomesticarlo e prepararlo alla Corsa perché avevamo poco tempo». Di solito, infatti, i tori vengono acquistati da cuccioli perché possano instaurare un feeling con i giostratori. Non ultimo, le simulazioni di gara preparano l’animale ad affrontare non solo la corsa, ma anche a familiarizzare con i rumori e l’ambiente del campo di gioco, per non farli spaventare il giorno della corsa. I giostratori di San Fortunato sono giovanissimi, dai 16 anni in su. Ecco la formazione: Lorenzo Polveri, Marco Mattioli, Devis Fortini, Federico Mastrofabi, Andrea Tobanelli, Giacomo Mastrofabi, Andrea Rinalducci, Gabriele Tordi.

Il Priore Emanuele Lubricchio, nel ringraziare tutti i quartieranti, gli iscritti alla associazione, gli amici o simpatizzanti del Quartiere, ha voluto rivolgere un pensiero particolare ai giovanissimi e ai loro genitori che nel corso del suo mandato si sono avvicinati a San Fortunato. Ma «un grazie speciale» è andato ai giostratori “pulcini” che hanno voluto raccogliere la tradizione dei maestri di corda, sebbene oggi, con la crisi della cultura contadina, dedicarsi ai tori possa sembrare strano o innaturale. Di fatto, negli ultimi anni, il ruolo del giostratore ha perso molto appeal, ma non a San Fortunato: «Questi ragazzi sono la garanzia che la Fuga del Bove in futuro non si estinguerà – ha detto Lubricchio – ma, anzi, questa nostra rievocazione rinascimentale continuerà a fiorire. Grazie di rappresentare la speranza della nostra città».

A proposito di rinnovamento, Lubricchio ha ritenuto opportuno precisare che «Quest’anno per la prima volta dopo 10 anni non ho fatto il giostratore perché ho voluto fare largo ai giovanissimi. Ma ho seguito tutte le fasi dell’allenamento e sono stati vicino ai miei maestri di corda. E, alla fine, il “Glorioso popolo giallo” ha persino scelto di chiamare il toro “Bricco”, che è il mio soprannome».

Un successo a tutto tondo in questo 2014. La taverna di San Fortunato ha registrato un numero record di accessi: ben 8mila in 17 giorni di apertura dal 2 al 18 agosto. Un’edizione proprio da incorniciare.

Marica Remoli

[/vc_column_text][vc_gallery type=”flexslider_fade” interval=”5″ images=”20424,20454,20455,20456,20458,20459″ onclick=”link_image” custom_links_target=”_self” img_size=”full”][/vc_column][/vc_row]
Share.

Comments are closed.