CONFERENZA DI FABIO BETTONI “FOLIGNO 23 GIUGNO 1613: EVENTI E APPARATI IN ONORE DI SAN CARLO BORROMEO”
Mercoledì 12 settembre, alle ore 17.30, nella Sala Don Consalvo Battenti del Teatro San Carlo di Foligno, il professor Fabio Bettoni terrà una conferenza dal titolo Foligno 23 giugno 1613: eventi e apparati in onore di San Carlo Borromeo.
Dalla presentazione di Fabio Bettoni: La preparazione dell’evento di quel lontano anno comincia il 16 giugno, terza domenica di Pentecoste, con una predica di Gavanti nella cattedrale; prosegue nella sera del 19 con il suono delle campane cittadine; si ufficializza il 21 con un editto dei Priori i quali ordinano che nella sera successiva del 22 giugno si accendano lumi alle finestre, si alimentino fuochi festivi, si puliscano i tratti di strada pertinenti a ciascuna abitazione posta lungo il percorso processionale delle Sette Chiese che l’indomani deve essere sottolineato da un vestimento adeguato. In effetti, la sera del 22 vede compiersi l’apparamento della città, mentre nella cappella borromea si sta preparando il feretro con le reliquie del santo. Finalmente, il 23 giugno: al mattino, il feretro viene accolto in cattedrale; nel pomeriggio seguono la celebrazione dei Vespri e la processione con le reliquie lungo la via delle Sette Chiese, una parata allegorica, rutilante, magniloquente; giunto il corteo in San Carlo, la cerimonia conclusiva viene officiata dal canonico decano della cattedrale. Il calendario festivo prevede l’esposizione delle memorie borromee fino al 30 giugno, Ottava della Traslazione. Con l’occasione si commemora l’apostolo san Paolo, faro illuminante dei Barnabiti; si ricorda nel modo più solenne l’anniversario del consenso dato dal vescovo diocesano Francesco Simonetti all’ingresso dei religiosi in Foligno; si permette al popolo universo di lucrare l’indulgenza plenaria. Domenica 28 luglio, infine, ricorrendo l’anniversario dell’acquisizione del sito da parte dei chierici milanesi, si pone la prima pietra della chiesa e s’interrano tre vasi legati insieme con corde di canapa, la ricchezza primaria di del territorio cittadino: in uno c’è il grano, e lo ha conferito il governatore prelato di Foligno Domenico Marini; in uno il vino, e lo ha predisposto il magnifico signore Vincenzo Bonavoglia, capo dei priori; nell’ultimo c’è l’olio, e lo ha fornito Gavanti, il superiore del convento. Fu un evento memorabile. Curzio Cirocchi, nella sua Descrittione della festa osserva: Né dissero altro i signori Folignati se non che non vidde mai Foligni tanti apparati, tanta festa, tanto giubilo de’ cuori né tanto concorso di genti da castelli e città vicine, che nel vero tanto più mirabile fu quanto che non si sa d’un minimo disordine di cosa alcuna. Gli esponenti dei più prestigiosi casati mostrarono al dotto e all’inclita la loro munificenza apparatrice: Bolognini, Borgni, Cagni, Cantagalli, Cirocchi, Floriani, Gentili, Jacobilli, Merganti, Onofri, Orfini, Orselli, Pinocchi, Rampeschi, Roberti, Roncalli, Unti, Venanzi. Fece mostra di sé un’impettita milizia al comando del capitano Giovanni Battista degli Unti. Fu un tripudio di archi trionfali, fontane, altari, arazzi, quadri; fuochi artificiali e mortaretti; stemmi araldici; epigrafi, distici ed epigrammi latini, elegie; confetti e beveraggi a profusione. Si esibì l’Accademia Musicale, diretta dal poeta Michelangelo Jacobilli;Tra i tanti componimenti poetici, dieci splendidi epigrammi esaltanti le dieci reliquie furono composti da Marco Antonio Bonciari e dati alle stampe. Un autore preclaro, devotossimo di san Carlo, et humanista celebre in tutta Italia, non che in Perugia, ove egli si trattiene, ma sempre incorso a maggiori imprese. Fu anche un tripudio della cultura accademica, dunque; un evento nel quale, forse, si cimentarono l’eruditissimo Francesco Cirocchi, l’antiquario Fabio Pontano, il poliedrico Ettore Tesorieri tutti uomini abituati a maneggiar la penna e la lingua di Cicerone. Lo stesso Curzio, estensore della Descrittione, prete dotto e versatile, potrebbe aver dato il suo contributo poetico. Certo è che l’operetta descrittiva che oggi si presenta ebbe l’opportuna gratificazione, giacché Aurelio Grattarola, nel 1614 (Milano, Eredi Pontio & Piccaglia), la inseriva tra i capitoli dei Successi maravigliosi della veneratione di S. Carlo Borromeo, quella inimitabile raccolta di memorabilia borromee compilata dopo la canonizzazione del vescovo milanese. Santificazione avvenuta il primo novembre 1610, che risultò base di lancio delle fortune barnabite dentro e fuori della Penisola e non ultima ragione dell’apoteosi borromea nella Foligno di quegli anni.
Fabio Bettoni, folignate, è tra gli ideatori e i fondatori di Segni Barocchi Festival e ne è stato consulente storico per molti anni, contribuendo a promuovere e a coordinare molteplici ricerche sulla storia economica, sociale e culturale di Foligno in quella che (più o meno propriamente) viene definita “l’età barocca”. Ha partecipato e partecipa ai comitati scientifici di emanazione universitaria, enti, fondazioni e associazioni culturali, comitati scientifici e redazionali di riviste e pubblicazioni storiche, e, per rimanere a qualche caso di ambito regionale, è membro del consiglio direttivo e del comitato scientifico della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria nonché del Magistero accademico dell’Accademia Fulginia di Lettere Scienze e Arti, della quale è vicepresidente.