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Young Jazz Countdown*4
(Rassegna invernale di Young Jazz) | FOLIGNO >> 4 e 5 gennaio 2013
Venerdì 4 e sabato 5 gennaio torna a Foligno “Young Jazz Countdown”, rassegna invernale targata Young Jazz giunta alla 4° edizione. Otto appuntamenti in due giorni con al centro la musica di ricerca di artisti e band internazionali come Stefano Tamborrino, Paul Roth, Fattig Folket, Joao Lobo, Valerio Cosi, BABs: in tutto undici straordinari musicisti provenienti da sei paesi diversi
FOLIGNO – Una due giorni in cui, a Foligno, si concentrerà il meglio della musica jazz più giovane, innovativa e sperimentale che c’è in circolazione. Si presenta così la 4° edizione di Young Jazz Countdown, mantenendo le principali caratteristiche che l’hanno vista inserirsi di diritto tra gli eventi musicali invernali più interessanti in Umbria e non solo. I suoni di “nuova generazione” e delle “nuove generazioni” saranno quindi ancora una volta protagonisti, venerdì 4 e sabato 5 gennaio 2013, in una città ormai riconosciuta a livello nazionale ed internazionale come luogo “eletto” per la rappresentazione di questo tipo di musica. Foligno, grazie ai ragazzi dell’Associazione Young Jazz, continua infatti ad ospitare con questa rassegna musica di alta qualità anche in inverno, dopo il tradizionale e famoso Young Jazz Festival che si svolge invece in primavera. Le proposte, con suggestive esibizioni live, saranno sempre sotto il segno della sperimentazione, della contaminazione e del coinvolgimento. La parte musicale presenta come al solito un programma di concerti caratterizzati da diverse soluzioni jazz, dalle più classiche alle più “spinte”, sempre seguendo la filosofia che ha fatto delle rassegne Young Jazz un momento importante per la cultura cittadina, regionale e dal respiro nazionale: proporre un jazz di “contaminazione” ad un pubblico attento a recepire le novità più interessanti sulla scena musicale. Come lo scorso anno, anche stavolta i concerti saranno concentrati in un weekend. La rassegna Young Jazz Countdown – patrocinata dal Comune di Foligno, dalla Regione Umbria e dalla Provincia di Perugia – è composta da otto appuntamenti ripartiti in due giorni e che si svolgeranno presso l’Auditorium Santa Caterina. Un “mini festival” che permetterà pertanto di creare un rapporto stretto e concentrato fra il pubblico, gli spazi e gli artisti. Italia, Inghilterra, Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, sono le nazioni di provenienza di questi artisti, un dato indicativo di come Young Jazz voglia dare ancora voce ad uno spaccato importante della scena musicale nazionale e internazionale. Una manifestazione che si preannuncia nella sua totalità molto suggestiva e qualitativamente alta e che darà spazio ad emergenti e già affermati musicisti come il percussionista Stefano Tamborrino (Italia), il sassofonista Paul Roth (USA), il batterista Joao Lobo (Portogallo), il sassofonista Valerio Cosi (Italia), e a formazioni come i norvegesi-svedesi Fattig Folket (Gunnar Halle – tromba // Hallvard Godal – sax/clarinetto // Putte Johander – contrabbasso // Ole Morten Sommer – batteria) e gli inglesi BABs (James Allsopp – clarinetto basso // Olie Brice – contrabbasso // Alex Bonney – laptop processing). Ma l’importante novità di questa edizione è quella che vede Dan Kinzelman, sassofonista americano ormai folignate d’adozione ed elemento cardine dell’Associazione organizzatrice, come nuovo direttore artistico. Su invito di Giovanni Guidi, storico direttore artistico di Young Jazz ma impegnato nella organizzazione di altre due realtà come il contemporaneo Young Jazz Museum e il “primaverile” Young Jazz Festival, Kinzelman ha accettato la sfida della direzione artistica per puntare ancora una volta ad un lavoro di ricerca e selezione dei migliori artisti e delle migliori formazioni jazz contemporanee e sperimentali presenti in Italia e non solo. “La tendenza del festival – spiega Kinzelman – è decisamente di ricerca, ma allo stesso tempo molto fruibile e per questo abbiamo lavorato su diversi piani, dalla programmazione dei concerti all’allestimento degli spazi, per creare un’esperienza stimolante, divertente e sorprendente per il pubblico”.
I concerti in programma saranno poi seguiti, in entrambe le giornate e dalle ore 22.30 in poi, da suggestivi live presso il locale El Barrio Social Club, sempre nell’ottica tanto cara a Young Jazz di utilizzare ogni volta nuove location per i propri appuntamenti. “Ignition! Improv Sessions”, questo il titolo scelto per i due incontri musicali, sarà un appuntamento caratterizzato da concerti estemporanei inediti fra i musicisti presenti alla rassegna. Questi saranno invitati a improvvisare liberamente davanti al pubblico in formazioni create per l’occasione. Ogni “band” avrà a disposizione circa 15 minuti, con risultati che saranno sicuramente più imprevedibili e sorprendenti di una classica jam session. Il legame tra Young Jazz ed il territorio sarà poi accentuato, come al solito, grazie ad aperitivi e degustazioni di vini e prodotti tipici offerti da ristoranti e aziende locali. I “dinner break” saranno a cura dell’Osteria dodici rondini in collaborazione con le cantine Scacciadiavoli e Raìna e con la Strada del Sagrantino.
PROGRAMMA
Venerdì 4 gennaio (Auditorium Santa Caterina)
ore 18.30 – Stefano Tamborrino (Italia) – “Solo un gioco” (Stefano Tamborrino – percussioni, oggetti, giocattoli)
ore 19.15 – Paul Roth (USA) (Paul Roth – sassofoni)
ore 20.00 >> ore 21.00 youngjazz12rondini >> dinner break (a cura dell’Osteria dodici rondini + cantina scacciadiavoli / strada del sagrantino)
ore 21.00 – Fattig Folket (Norvegia/Svezia) – Gunnar Halle – tromba // Hallvard Godal – sax/clarinetto // Putte Johander – contrabbasso // Ole Morten Sommer – batteria
Ore 22.30 – IGNITION! >> improv sessions
C/0 el barrio social club
Sabato 5 gennaio(Auditorium Santa Caterina)
ore 18.30 – Joao Lobo (Portogallo) (Joao Lobo – batteria, percussioni)
ore 19.15 – Valerio Cosi (Italia) (Valerio Cosi – sassofono, moog, elettronica)
ore 20.00 >> ore 21.00 youngjazz12rondini >> dinner break (a cura dell’Osteria dodici rondini + cantina raìna / strada del sagrantino)
ore 21.00 BABs (Inghilterra) (James Allsopp – clarinetto basso // Olie Brice – contrabbasso // Alex Bonney – laptop processing)
ore 22.30 – IGNITION! >> improv sessions
C/0 el barrio social club
GLI ARTISTI
Venerdì 4 gennaio
ore 18.30 |Stefano Tamborrino – “Solo un gioco” (Italia) | (percussioni, oggetti, giocattoli)
Un tentativo di attribuire al caso un senso musicale che ci invita a riflettere sulla differenza fra il gioco e la ricerca.
Un percorso regressivo che fugge alle facili soluzioni proposte dall’elettronica per favorire l’uso creativo di una tecnologia ritrovata nel cassetto dei ricordi tra vhs, audio tape, e giocattoli d’infanzia pescati e mescolati agli elementi della percussione nel tentativo di attribuire al caso un senso musicale. Attraverso questo ambiziosissimo progetto, Stefano Tamborrino, ci invita a riflettere ponendo sul medesimo piano di paragone il significato del gioco e quello della ricerca. Stefano Tamborrino ha cominciato a suonare nel 2000, all’età di 19 anni. Da allora ad oggi ha portato avanti il suo percorso musicale da autodidatta, compensando l’assenza di un riferimento tecnico attraverso un metodo di visualizzazione del gesto ed immedesimazione nel soggetto ovvero quello che nel teatro viene definito metodo Stanislavskij, cosa che ha favorito la formazione di un suo stile più personale e unicamente dettato dall’istinto. Molteplici sono le sessioni di studio con musicisti affermati e di notevole talento. Tra le collaborazioni possiamo annoverare i nomi di: Ares Tavolazzi, David Binney, Chris Speed, Mike Mainieri, Stefano Bollani, Battista Lena, Giovanni Guidi, Dan Kinzelman, Joe Rehmer, Riccardo Onori, Marco Panascia, Steve Magnusson, Francesco Bearzatti, Alessandro Lanzoni, Alessandro Galati, Nico Gori, Gabriele Evangelista, Mirko Guerrini e molti altri, tra cui gli Zenerswoon con i quali registra “Frame”, disco che raccoglie consensi da parte della scena underground internazionale. Attualmente, oltre a svolgere una intensa attività concertistica e di composizione, è dedito alla realizzazione artigianale di piatti in bronzo, ricerca inconsueta che suscita l’interesse di tutti coloro che si occupano di suono.
ore 19.15 | Paul Roth “solo” (USA) |(sassofoni)
Esplorazioni su timbro, forma ed espressività oltre i limiti tradizionali del sassofono.
Il solo di Roth porta avanti la sua personalissima ricerca compositiva e strumentale, esplorando i limiti tecnici dello strumento (sassofono) per ricavarne una musica organizzata secondo criteri timbrici. Il progetto mescola composizione ed improvvisazione in modo imprevedibile in un mondo sonoro dove le note vengono tramutate in densità sonore, il ritmo diventa flusso, e la forma viene oscurata, trasfigurata o del tutto decostruita. Il risultato sfida l’ascoltatore a riesaminare le proprie aspettative rispetto ad uno strumento così familiare ed al ruolo di esso nell’articolare percezioni di suono, spazio e tempo. Paul Roth ha studiato all’University of Miami e all’University of Nevada dove ha preso il Masters in Musicologia e Performance e dove ha lavorato poi come docente prima di vincere un finanziamento come US Artist Fellow nel 2011. Vive attualmente a Berlino dove si sta conquistando uno spazio nella fertilissima scena d’improvvisazione per la quale la città tedesca è nota in tutto il mondo. Collabora con Tensil Test, SPLIT trio, Xnoybis ensemble, David Ake e James Winn.
ore 21.00 | Fattig Folket (Norvegia/Svezia) (Gunnar Halle – tromba // Hallvard Godal – sax/clarinetto // Putte Johander – contrabbasso // Ole Morten Sommer – batteria)
Raffinatissimo quartetto “pianoless” che trova nella quasi ossessiva cura del suono la chiave per equilibrare un repertorio in bilico fra improvvisazione e composizione.
Fattigfolket nasce da un incontro fra i quattro elementi a Copenhagen nel 2000. Durante l’ultimo decennio, il quartetto ha suonato in Norvegia, Svezia, Danimarca, Francia, la Repubblica Cieca e la Germania, esibendosi in alcuni dei festival e locali più importanti europei. Una forte enfasi sull’interplay e l’equilibrio fra materiale scritto e improvvisato sono i tratti salienti della musica di Fattigfolket. Il quartetto presenta composizioni originali scritti da tutti i componenti, con influenze che spaziano dal jazz contemporaneo alle tradizioni musicali della Scandinavia e non solo. Fattigfolket vuol dire “gente povera”. “Quando eravamo bambini – raccontano – provavamo un gran fascino per le storie raccontate dai nostri nonni di quando loro erano bambini. Raccontavano della loro infanzia, e cosa voleva dire crescere negli anni ‘20 e ‘30. Nonostante la loro povertà, usavano condividere quel poco che avevano. Oggi il mondo occidentale è molto più ricco, ma condividiamo poco. Come musicisti nel campo del jazz, probabilmente non diventeremo ricchi, ma vorremmo condividere quello che abbiamo: la nostra musica!”.
Sabato 5 gennaio
ore 18.30 |Joao Lobo “solo” (Portogallo) (batteria, percussioni)
Breve set di canzoni semplici ed essenziali improvvisate per batteria.
L’obiettivo di questo concerto in solo è di eseguire una breve set di improvvisazioni basate sull’idea della forma canzone, ma senza un riferimento stilistico specifico. Joao Lobo suona la batteria con Mulabanda, Giovanni Guidi Trio, The Unknown Rebel Band, Carlos Bica, Scott Fields e la compagnia di danza e musica danese WEGO. Ha registrato per la Clean Feed, CAMjazz, NEOS, Igloo ed El Negocito Records. Ha suonato in giro per l’Europa, gli Stati Uniti, Brasile e Asia, esibendosi con musicisti come Evan Parker, Marshall Allen, Chris Corsano, Giovanni Guidi, Enrico Rava e Thomas Morgan. Joao è nato a Lisbona e ha studiato percussione jazz al Royal Conservatory of The Hague e vive attualmente a Bruxelles.
Ore 19.15 | Valerio Cosi “solo” (Italia) (sassofono, moog, elettronica)
Un suono “epifanico” e straniante allo stesso tempo, con una tensione spasmodica verso la sperimentazione di nuove forme.
Più che una giovane speranza, Valerio Cosi è una giovane realtà dell’avanguardia nostrana. La sua musica si situa in un territorio tutto suo, dove le influenze e gli ascolti sono metabolizzati e rielaborati in un suono “epifanico” e straniante allo stesso tempo. Un suono che è come un “aleph” rivolto al passato, ma con una tensione spasmodica verso la sperimentazione di nuove forme.
Ore 21.00 | BABs (Inghilterra) James Allsopp – clarinetto basso // Olie Brice – contrabbasso // Alex Bonney – laptop processing
Improvvisazioni timbriche basate sull’interplay fra strumenti acustici e la manipolazione elettronica del suono in tempo reale. Un susseguirsi di quadri sonori inquietante quanto affascinante.
BABs è un trio composto da tre dei più interessanti giovani improvvisatori della scena londinese: Olie Brice (contrabbasso), James Allsopp (clarinetto basso) e Alex Bonney (laptop). Fanno esplorazioni musicali che spaziano da suntuose atmosfere ambient a improvvisazioni elettroniche esplosive e dinamiche. Il suono degli strumenti acustici viene sapientemente manipolato e rielaborato tramite l’intervento elettronico in tempo reale, creando un mondo sonoro ipnotico e inquietante. Il disco “Diving Bells” (2012) presenta una serie di improvvisazioni ispirate all’ambiente marino e sottomarino. “Diving Bells è un viaggio, un disco con una strana bellezza tutta sua. Ti immagini lo scricchiolio di una nave mentre scende sotto la superficie, incontrando strane forme di vita sul fondo oscuro del mare, prima di risalire pian piano a galleggiare sulle onde. “Diving Bells” è un tesoro nascosto.