È diventato ancora più maturo il “giovane” Young Jazz Festival. Le migliaia di persone presenti in cinque giorni premiano l’ottava edizione. I suggestivi concerti conquistano il pubblico e le varie ed originali iniziative hanno coinvolto la città di Foligno in maniera unica, creando una connessione magica tra cittadini, turisti e commercianti. Tutti entusiasti del progetto “Via del jazz”, che per cinque giorni ha permesso a via Gramsci (dove hanno avuto sede i vari concerti) di essere invasa da tante persone. Obiettivi più importanti che il festival continuerà a perseguire ancora in futuro sono quelli di valorizzare le eccellenze del territorio e di ricreare lo spirito di una comunità, il tutto attraverso la forza del jazz.

FOLIGNO – Anche quest’anno migliaia di persone sono arrivate a Foligno attratte dalla musica jazz più sperimentale delle “giovani generazioni” e di “giovane generazione”. Le tante presenze, numerose anche quelle da fuori regione, in cinque giorni di manifestazione hanno quindi premiato l’ottava edizione di Young Jazz Festival.

I suggestivi concerti hanno conquistato il pubblico e le varie ed originali iniziative hanno coinvolto la città di Foligno in maniera unica, creando una connessione magica tra cittadini, turisti e commercianti. Così il “giovane” Young Jazz Festival è diventato ancora più maturo. E a dimostrazione di questo, nel corso di questa edizione, c’è stato anche il suggello ad una importante collaborazione, quella con Umbria Jazz.

Grandi protagonisti, prima di tutto, sono stati naturalmente i concerti. Sempre pieni quelli a pagamento (con il concerto del trombettista e compositore americano Dave Douglas, che ha riempito come non mai la corte di palazzo Trinci) e molto seguiti e partecipati anche i tanti gratuiti, una scelta che anche stavolta ha puntato a far fruire la musica a tutta la città, senza escludere nessuno.

Molto elevato in qualità il livello dei progetti musicali e degli artisti che si sono esibiti in vie, cortili, piazze, auditorium, taverne e locali commerciali della città: dal talento pianistico di Francesco Grillo alle belle sorprese come Slivovitz e Streetmates, dal grande successo finale per il concerto di Giovanni Guidi & The Unknown Rebel Band con l’Auditorium gremito in ogni ordine di posto alle sperimentazioni dell’ensemble A10A10, fino alla valorizzazione di giovani realtà umbre come Manuel Magrini e P-Funking Band. Come al solito poi il “Jazz in cantina”, concerto finale in occasione di Cantine Aperte, ha chiuso il festival con i Flying Padres che si sono esibiti presso l’azienda vinicola Scacciadiavoli di Montefalco.

“Il festival – afferma il presidente di Young Jazz Mario Gammarota – anche se sta ormai affermandosi sempre più a livello nazionale, e il successo di questa edizione ne è la prova, non ha perso di vista la città e la sua comunità. Ed è attraverso la forza del jazz che nel nostro piccolo cerchiamo di ricreare una comunità. Un festival insomma come punto di incontro tra le diverse associazioni e le attività commerciali del territorio per creare eventi e progetti non fine a se stessi, ma che lascino invece qualcosa alla città”.

Ed in questa direzione, anche quest’anno, sono andate le sezioni più importanti del festival, con lo sviluppo di attività collaterali che hanno rimarcato l’essenzialità di interventi socio-culturali e ricreativi per la città. “Jazz Community” ha dato grande spazio all’integrazione, a campagne varie di sensibilizzazione, come quella sulla donazione del sangue, e soprattutto alla disabilità mentale. Perché Young Jazz è un festival che non ha avuto paura di affrontare tematiche delicate, offrendo il suo placo alla rappresentazione della performance teatrale “Giezzisti”, momento conclusivo di un percorso di riabilitazione nell’ambito del disagio mentale.

Grande entusiasmo tra i commercianti, e non solo, ha suscitato poi la “Via del Jazz”, iniziativa che ha puntato alla costruzione di sinergie tra le attività musicali di Young Jazz e quelle commerciali del centro storico e in particolare di via Gramsci, che invasa da molta gente per cinque giorni si è confermata sempre più via del jazz e dell’enogastronomia. Molte le persone che hanno quindi usufruito di pass/abbonamenti e biglietti omaggio per assistere ai concerti dopo aver acquistano prodotti e merce dai negozianti e commercianti di via Gramsci che hanno aderito all’iniziativa (Civico Cinque, Ocabarocca, Emporio del Gusto, Officina del Gusto, Dieci e Dieci Wine Bar, Molino dei Trinci, Masciotti Camere&Carni, Camilletti, Piazzetta del Mangiar Bene).

Molto partecipata, con fotografi provenienti da diverse regioni italiane, anche la terza edizione del workshop fotografico “Musica da guardare – Fotografare il jazz”, curato come al solito da Andrea Boccalini, uno dei più giovani ed esperti fotografi musicali in circolazione.

Per valorizzare ancora di più l’incontro tra musica, beni culturali, arte, territorio ed enogastronomia, Young Jazz anche quest’anno ha affiancato i suoi eventi musicali al “Jazz Tour”, un progetto di “Incoming” (www.umbriae.it) nato grazie al contributo della Camera di Commercio di Perugia e in collaborazione con l’agenzia di viaggi Brezzatour. Hanno pertanto ottenuto molte adesioni i pacchetti turistici ideati per promuovere un turismo dell’ “andar per jazz”, accompagnando così la proposta musicale anche con visite nei musei del comprensorio (Bevagna, Montefalco, Spello, Trevi).

In occasione di Young Jazz Festival è stata offerta inoltre, in collaborazione con Sistema Museo, la possibilità di ingressi a tariffe promozionali per conoscere i musei del territorio, in modo da far scoprire le eccellenze artistiche di alcune tra le città più affascinanti della zona, in un connubio insolito tra arte, territorio e musica jazz.

 

Per info:

www.youngjazz.it

info@youngjazz.it

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