Uno dei testi più belli della drammaturgia classica europea, Hedda Gabler di Henrik Ibsen, inaugura la Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Gubbio, martedì 3 dicembre, alle 21; a seguire due repliche, mercoledì 4 dicembre al Politeama Clarici di Foligno e giovedì 5 dicembre al Teatro Giuseppe Manini di Narni.

Hedda Gabler è una delle figure più problematiche, febbrili e seduttive del teatro di Ibsen: cinica e altera, consapevole del proprio fascino eppure fragile nella sua intima frustrazione, nella sua incapacità di vivere serenamente la propria femminilità e la maternità, ossessionata dal successo e rapita da un vortice di egoismo e deleteria intransigenza. Vive “imprigionata” in un mondo che le appare stonato, attorniata da situazioni che sente “ridicole”, soffocanti e a cui vorrebbe sottrarsi ma non può, per paura dello scandalo, per conformismo alle regole sociali… Un ruolo difficile, moderno, affascinante, così come il regista Antonio Calenda lo ha immaginato e come lo restituisce Manuela Mandracchia, uno dei nomi di spicco del mondo teatrale italiano, sensibile, intuitiva, profonda. Accanto a lei un cast di rara qualità, capeggiato da Luciano Roman che dà vita al personaggio del giudice Brack.

Dopo la morte del padre, il generale Gabler, con cui aveva condotto vita altolocata, la giovane Hedda sposa per interesse un mediocre intellettuale piccolo borghese Jorgen Tesman. Egli ambisce a una cattedra universitaria che gli spetterebbe di diritto e in prospettiva dell’incarico, per amore di Hedda ha contratto debiti, intrapreso un lungo viaggio di nozze e acquistato una villa. Rientrata dalla luna di miele, Hedda appare insoddisfatta, annoiata, confusa dalla sua stessa femminilità enigmatica e ancor più dal fatto di essersi scoperta incinta, stato che invece il marito non sa intuire. La confusione aumenta quando riappare Løvborg un antico amore di Hedda, scrittore tutto “genio e sregolatezza” che ora è amato e ispirato da Thea, e che potrebbe concorrere alla cattedra di Tesman. Hedda è subito infastidita da Thea, le si finge amica per rivaleggiare con lei senza motivo. Una sera, ubriaco, Løvborg smarrisce il manoscritto del suo capolavoro e ciò manda nella disperazione lui e Thea. Tesman lo ritrova e lo restituirebbe, ma Hedda lo brucia. Durante un incontro con Løvborg lo indurrà a uccidersi, fornendogli addirittura una delle pistole del padre generale, in un cieco slancio di volontà di potenza e di controllo del destino altrui. Hedda ricattata e minacciata di scandalo dal giudice Brack, non confortata dal marito tutto intento a ricostruire assieme a Thea il capolavoro perduto, frustrata, si spara davanti al ritratto del padre.

“Una storia che – come afferma la stessa Mandracchia – è avvincente come un giallo”.

Per prenotazioni al Botteghino Telefonico Regionale: tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 19 tel.075/57542222

I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria

www.teatrostabile.umbria.it.

 

 

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