[vc_row][vc_column width=”1/4″][vc_single_image image=”23589″ img_link_large=”yes” img_link_target=”_self” img_size=”full” title=”I Virtuosi di San Martino” border_color=”grey”][vc_single_image image=”15880″ img_link_large=”yes” img_link_target=”_self” img_size=”200×200″][vc_column_text]Teatro Stabile dell’Umbria
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I Virtuosi di San Martino

presentano

Nel nome di Ciccio

venerdì 13 marzo, alle 21 al Teatro Mengoni di Magione

Al Teatro Mengoni di Magione, venerdì 13 marzo, alle 21, i Virtuosi di San Martino con Nel nome di Ciccio presentano un’esilarante spettacolo tra operetta, cabaret e commedia.

Roberto Del Gaudio           (voce), Vittorio Ricciardi (flauto e ottavino), Salvatore Morisco (violino), Carmine Terracciano (chitarra) e Federico Odling (violoncello) propongono un percorso nel mondo di Gigi Pisano, famoso autore di canzoni, ma anche autore di celebri sceneggiate.

Ciccio Formaggio, maschera straordinaria che “nun tene ‘o coraggio nemmeno ‘e parlà”, inaugura i Fantozzi, i personaggi di Sordi, di Tognazzi, inaugura la critica tragicomica dell’italiano medio, senza mai cedere alla tentazione satirica, proteggendo nella sua paglietta a pizzi una testa tragicamente vuota. Maschera ormai universalmente conosciuta, Ciccio Formaggio ci stupisce per la sua attualità: rappresenta meglio forse di altre recenti maschere lo scivolamento che dai Pulcinella ha condotto ai Sciosciammocca.

Lo spettacolo racconta di una vicenda ormai senza tempo: Ciccio Formaggio alle prese con la sua Luisa e il terzo incomodo. E sul come il rapporto tra i tre possa risiedere nell’Io sempre più assediato di un uomo di oggi, tanto da produrre la sensazione di una inaspettata follia programmata.

Gigi Pisano, con la sua lingua decaduta, disvela attraverso una serie di pretesti tematici d’accatto, come la crisi di un tipo sociale possa tradursi in balbuzie, come sussista una preoccupante identità tra il dire tutto e il dire niente. I tradimenti, gli amori, le piccole tristezze, vengono riconnessi attraverso la frantumazione sonora del loro senso alla rappresentazione di un declino: la fine del piccolo borghese del novecento. Una specie di sceneggiata irrappresentabile perché sprofondata nella tragica comicità di una implosione: i personaggi annegano in Ciccio Formaggio che, da solo, cerca di evocarli in scena, sommerso dalle risate di un pubblico che finge di non riconoscersi nella sua inutilità.

Altra impossibile sfumatura: la musica. Il viaggio che essa compie, i sobbalzi da giostra attraverso sensazioni da tutte le epoche e da tutti gli stili, obbligano Ciccio Formaggio a un mascheramento: la sua voce è sempre più improbabile e sempre di più l’eco di una dimenticata e morta stagione: laddove il tragico sfaccenda nel comico, laddove non si muore se non dal ridere.

I Virtuosi costruiscono una spirale di ispirazione barocca nella quale annegano, con il pretesto della citazione, tutti gli stili musicali, imbellettati ormai nel luogo comune del concerto d’occasione. Da Rossini ai Beatles, dai “Mariachi” a Schonberg, da Sant’Agostino agli Squallor, è una labirintite acuta a condurci nella possibilità estrema di cogliere l’essenza unica di un’Arte che si avvia ad essere divisa per sempre da se stessa.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 20, al n°075/57542222. È possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

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