[vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”16635″ img_link_large=”yes” img_link_target=”_self” img_size=”full”][vc_single_image image=”16124″ img_link_large=”yes” img_link_target=”_self” img_size=”full”][vc_column_text]Teatro Cucinelli di Solomeo
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Domenica 2 febbraio, alle 21, il Teatro Cucinelli di Solomeo rende omaggio a Massimo Castri, uno dei più grandi maestri del teatro italiano, con la messinscena della sua ultima regia La Cantatrice Calva di Eugène Ionesco, interpreti Mauro Malinverno, Valentina Banci, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Sara Zanobbio, Francesco Borchi.

Lo spettacolo debuttato nel 2011, al suo terzo anno di repliche, viene riproposto nei più importanti teatri italiani e vede la collaborazione alla regia del ternano Marco Plini.

Eugene Ionesco, è con Samuel Beckett, il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita “teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.

Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia.

I protagonisti sono due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla. È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove. L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo.

La Cantatrice Calva al Teatro Cucinelli di Solomeo | 02.02.14

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Per informazioni e prenotazioni:

Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 19. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. È possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

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La cantatrice calva al Metastasio di Prato

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