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“È il lavoro che nobilita l’uomo o è l’uomo che nobilita il lavoro?”

Il Lavoro è di certo l’attività quotidiana su cui si basa l’esistenza di ogni singolo individuo, ma non ho mai creduto agli stereotipi e non ho mai pensato che si debba vivere per lavorare.

Per diventare nobile, il lavoro ha senz’altro bisogno di incontrare l’Amore poiché, in assenza di esso, ogni attività svolta diventerebbe vuota, priva di arricchimento.

Tuttavia, non sempre è possibile conciliare le cose e spesso siamo costretti a fare ciò che non desideriamo…

La maggior parte di noi non aveva mai sentito parlare di Smart Working prima che arrivasse questa pandemia.

E, oltre ad aver perso le certezze di un tempo, lavorando dentro la propria abitazione, molti di noi si sono smarriti in una straziante routine, confondendo la vita con il lavoro e viceversa…

Esiste un modo per uscire da questo vortice pericoloso?

Lo Smart Working Olistico ha cambiato la vita a Giulia Mancin, responsabile formazione e sviluppo per Snam, Società Nazionale Metanodotti (sede principale a San Donato Milanese, ma ha sedi in tutto il territorio nazionale, ndr) e l’abbiamo incontrata per raccontarvi la sua esperienza.

Come sei arrivata qui all’Agriturismo Olistico Le Torracce?

Qualcuno direbbe per caso, ma il caso non esiste. Ho conosciuto questo posto attraverso i racconti delle persone che hanno partecipato ai seminari che si tenevano qui. Me ne hanno sempre parlato con entusiasmo, energia, passione e come un’esperienza fantastica. L’ho conosciuto fisicamente durante il capodanno del 2019 quando scelsi di partecipare ad un seminario: è stato amore a prima vista! La magia del luogo e la qualità degli incontri fatti qui hanno contaminato la mia vita ed ho scelto di tornare qui durante l’estate per vivere la settimana olistica di Ferragosto. In quei momenti, chiacchierando con Giorgio, il proprietario de Le Torracce, è nata l’idea dello Smart Working Olistico. Visto il prolungato periodo di smart working, dato dalla situazione attuale che tutti stiamo vivendo, ho colto l’opportunità di vivere questa nuova esperienza.

Che differenza c’è tra lo smartworking ‘normale’ e quello olistico?

Ce n’è tanta. Con lo smartworking normale, che è in realtà più un Remote Working, siamo costretti a lavorare prevalentemente da casa; quindi siamo connessi 8, a volte 9 o più ore al giorno, in uno spazio casalingo che difficilmente è attrezzato in modo corretto per le nostre esigenze lavorative. Guardiamo il nostro computer per tante ore, siamo sempre al telefono, ma non abbiamo la possibilità di vivere uno spazio adeguato e di prenderci i nostri tempi. Quindi lo smart working che si può vivere solo da casa ci costringe a stare in uno spazio limitato, senza pressoché alcuna possibilità di avere un buon equilibro vita-lavoro, perché gli ambiti si sono confusi. In ufficio avevamo la possibilità di avere il nostro spazio dedicato, che fosse un ufficio singolo o uno spazio condiviso, ma comunque uno spazio dedicato al lavoro, e a casa ci si poteva dedicare agli affetti, alla famiglia. Ora questa cosa è venuta a mancare. Dopo un po’ di tempo in cui lavoravo soltanto da casa ho sentito la necessità di avere uno spazio olistico. Olismo vuol dire concentrarsi sul tutto, sulla visione d’insieme, su tutte quelle che sono le possibilità che ci sono intorno e dentro di noi. Lo smart working olistico quindi è la possibilità di lavorare, perché comunque la giornata lavorativa inizia sempre con la connessione a un telefono o a un computer, ma con degli spazi fisici, ma anche mentali ed emotivi, che ci permettono di “ricaricare le batterie”, di ritrovare quell’energia, passione e voglia che poi ci permette di avere maggiore entusiasmo durante l’attività lavorativa. È la possibilità di lavorare ma senza esaurirsi, andando invece a rigenerarsi.

Cosa offre una struttura come Le Torracce per poter fare questo tipo di smartworking?

Le Torracce è una struttura perfettamente adeguata ed attrezzata per questo, perché nasce come agriturismo olistico 20 anni fa, con l’obiettivo di essere uno spazio che ospita persone che si trovano a fare un percorso di crescita, di formazione, di sviluppo personale.Offre un ambiente speciale, che è immerso nella natura: io ho la possibilità di lavorare guardando le colline umbre, e per chi è abituato ai grattacieli o ai muri bianchi di una casa in una città come Milano, ma come tante altre città italiane, è un gran cambiamento. Io penso che, poter lavorare guardando la natura, costituisca un beneficio anche in termini di idee e di creatività. Tante volte mi rendo conto che quando ho un problema di lavoro e devo pensare, non guardo più lo schermo, ma alzo gli occhi, guardo le colline, e solo questo mi aiuta a respirare un’aria diversa e a trovare nuove energie. In più la natura che ci circonda ci permette di fare delle pause rigeneranti, attraverso brevi passeggiate o grazie al contatto con gli animali (qui ci sono cani, gatti, cavalli). Tutto questo ci aiuta a connetterci col nostro cuore, a trovare quella semplicità nelle relazioni che il distanziamento sociale ci sta facendo perdere. Pur essendo nel totale rispetto delle normative Covid, questo contatto con la natura e gli animali è fondamentale per rimanere connessi con sé stessi. Cosa non da meno, la cucina de Le Torracce è davvero pazzesca, vegetariana, sana, salutare che aiuta anche il benessere psicofisico.

Parlaci un po’ della tua esperienza. Dove svolgi il tuo lavoro?

Ti racconto una giornata tipo. Mi alzo, faccio un po’ di meditazione attiva attraverso la musica, che è una delle proposte della struttura, per un’oretta. Questo mi aiuta a concentrarmi. Poi faccio colazione, mi reco in una delle sale della struttura che ha una vista meravigliosa, e lavoro per circa quattro ore, fino alla pausa pranzo. Ogni tanto faccio qualche pausa, magari prendo un caffè o mangio un po’ di frutta. Poi verso l’una si pranza, grazie alla cucina di Giorgio e Vittorio, e poi torno a lavorare fino alle 18. Nello spazio tra la fine della giornata lavorativa e la cena o ci si rilassa sui divani leggendo un buon libro e concentrandosi su sé stessi, altrimenti si possono fare altre esperienze, come yoga o altre tecniche di bilanciamento energetico.

Una persona qualsiasi quindi, che viene qui per cercare di lavorare in tranquillità, avrà a disposizione più di un ambiente per poterlo fare?

Sì, l’ambiente è molto grande, la struttura è di 1700 metri quadri, quindi parliamo di una realtà dove la camera in cui si dorme è lo spazio personale, dove c’è tutto il necessario. Poi ci sono tre sale molto grandi, la più grande addirittura può ospitare fino a 80 persone. C’è una bellissima sala da pranzo con camino, che d’inverno è molto apprezzato, e tanti spazi all’aperto. Questo permette ad ognuno di avere i propri spazi e la propria libertà, le ore d’aria non si vivono in mezzo al traffico e alla confusione, ma nel silenzio e nella pace che è esterna, ma diventa anche interiore. D’estate c’è anche la possibilità di lavorare a bordo piscina che non è male…

A chi è rivolto secondo te lo Smart Working Olistico?

A tutte quelle persone che ormai da tantissimi mesi stanno lavorando in smartworking, che è un’attività che non abbiamo scelto, perché le aziende si sono dovute attrezzare e hanno dovuto chiedere alle persone di lavorare in questo modo. Ma anche a tutte quelle persone che sentono il bisogno di ritrovare una centratura con sé stessi, che non è l’essere in vacanza, in vacanza si stacca completamente dal lavoro e si fa altro. Io credo che ormai il modo di lavorare sia sempre più ibrido. In tante strutture si propone la “Digital Detox Week”, in cui si stacca completamente la connessione con il mondo esterno, ma io non credo in questa visione. Credo che sia importante investire su sé stessi per essere e formareuna nuova generazione di professionisti: persone che sanno connettersi con il mondo, con velocità e tecnologia, ma che si impegnano sul “come” fanno le cose, in connessione con se stessi, con il proprio cuore.

Quindi è rivolto soprattutto a persone che hanno una certa mole di lavoro, dove l’organizzazione fa da padrona….

Certo, a tutti coloro che lavorano al computer per moltissimo tempo, e che però erano abituati a farlo in un ambiente vivo con altre persone, e che oggi si ritrovano a farlo a casa da soli o a dover condividere con il partner o con le esigenze dei bambini, degli spazi molto piccoli. Quindi situazioni lavorative complicate, perché quegli spazi non ti permettono di rigenerarti.

Si può dire che da questa esperienza tu abbia tratto benefici psicofisici e professionali?

Assolutamente sì. E ti dirò di più, a livello personale mi sento rigenerata e ricaricata, perché mi sono resa conto del potere di queste passeggiate, di questo contatto con la natura e gli animali e della meditazione, inserita ormai nella mia pratica quotidiana. Ma addirittura i miei colleghi mi hanno detto “per carità, rimani a Le Torracce più che puoi, perché da quando sei lì ti sei trasformata. Sorridi molto di più, sei più disponibile, più aperta, ed è un piacere lavorare con te”. Addirittura dei ragazzi del mio team sono venuti a trovarmi durante un weekend in cui era possibile spostarsi perché volevano vedere la magia di questo posto, non credevano alle trasformazioni che avevano visto in me. Mi hanno sempre conosciuta in un certo modoe quando mi hanno vista vivere questa esperienza hanno visto delle trasformazioni che non riuscivano a spiegarsi. Quando sono venuti qui, hanno compreso il perché.

Il punto più importante per un lavoratore che passa tantissimo tempo in smartworking è riuscire a trovare un nuovo equilibrio, tra il mondo lavorativo e quello personale, e purtroppo farlo in un ambiente domestico è pressoché impossibile. Sperimentarlo, invece, in un ambiente che ti possa sostenere è davvero importante: il vecchio modo di lavorare non esiste più, la nuova proposta (lavoro da casa continuo e costante) è insostenibile, questa è la terza via per poter trovare un nuovo equilibrio, da replicare poi a casa, una volta tornati.

Il suggerimento è ovviamente quello di passarci almeno una settimana, ma anche 3-4 giorni iniziano a darti i primi benefici.

Si può venire sia d’inverno che d’estate, perché il luogo offre tutti i sapori e gli odori e le circostanze adatte per ogni stagione. Chiaramente il target di riferimento sono le persone che lavorano al computer, ma anche quelle che devono organizzare il proprio lavoro. Chiaramente non c’è neanche un limite territoriale, perché può venire qui una persona della zona ma anche chi viene da regioni più lontane. Tutto va fatto chiaramente in coerenza con le normative. È vero che nel momento in cui l’azienda ci chiede di lavorare in smartworking, è a nostra discrezione se farlo da casa o da una struttura paragonabile a una casa, perché le normative sono rispettate.

Per chiudere in bellezza, perché un lavoratore dovrebbe scegliere proprio questa struttura?

Secondo me le aziende stesse dovrebbero incentivare questa scelta, perché le persone tornano rigenerate. Questa scelta ha benefici a livello interiore e personale, ma anche aziendale, perché se le persone stanno meglio, poi lavorano anche meglio. Le aziende dovrebbero considerare questo come uno strumento di welfare, come una delle opzioni che le aziende possono dare ai loro dipendenti per aiutarli ad affrontare questo momento.

Possiamo dire che lo smartworking normale costringe l’individuo a stare a casa, ma il beneficio di farlo qui è che molto persone dicono “sono tornato a casa”. È questo il segreto de Le Torracce.

La posizione de Le Torracce è sicuramente un plus, perché la terra umbra offre davvero di tutto e di più in termini di possibilità di visitarla, quindi nel tempo libero c’è anche una possibilità di crescita culturale e spirituale.

“Mi considerano pazzo perché non voglio vendere i miei giorni in cambio di oro. E io li giudico pazzi perché pensano che i miei giorni abbiano un prezzo.”

KHALIL GIBRAN

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Le Torracce Agriturismo Olistico  >  Contatti

Strada Francescana – Valfabbrica (PG) – Italy

Tel/Fax +39 075 9010158
Web Site: www.letorracce.com
e-mail info@torracce.com
Pagina Facebook: Le Torracce Agriturismo olistico

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    Nicola Angione

    "Il coraggio crede nelle sfide e fotografa i dettagli dentro un’emozione. Non da mai nulla per scontato e sviluppa il suo rullino dentro il brivido istintivo di un’improvvisazione."

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