Dancity Festival a Chiostri Aperti con DJ set e Resident | Il bilancio dell’edizione 2013

Questo weekend, sabato 6 dalle 19, domenica 7 dalle 11 alle 14 e poi ancora dalle 19, saremo presenti in occasione di Chiostri Aperti a Foligno presso il chiostro di Palazzo Deli, dove ci saranno i DJ set dei resident Dancity.

Un grande successo di critica e pubblico quello dell’ottava edizione del Dancity Festival, che si è svolta a Foligno (PG) il 27, 28 e 29 giugno. Tre giorni di performance all’interno di location suggestive quali Palazzo Candiotti, Auditorium S. Domenico, la rinnovata Piazza S. Domenico e il club d’avanguardia Serendipity, che hanno ospitato più di 30 artisti internazionali. Il pubblico, sempre più numeroso – più di 5000 i partecipanti per tutti e tre i giorni provenienti da tutta Italia e dall’estero per un target dai 30 ai 50 anni – ha apprezzato l’impegno dei venti volontari che compongono l’associazione Dancity e che hanno realizzato il Festival. Un feedback molto positivo anche da parte degli addetti ai lavori: presenti stampa e media sia nazionali che internazionali.

L’evento inaugurale, che si è svolto giovedì 27 in Piazza S. Domenico alle ore 19, ha registrato più di 1000 persone, le quali hanno potuto apprezzare il live dei 42 tamburini della Giostra della Quintana – tradizionale rievocazione storica folignate – insieme a Shackleton, uno dei più influenti produttori di musica elettronica a livello mondiale. L’artista inglese ha composto una musica apposita per i tamburini, divisi in tre tipologie di percussioni: i rullanti, guidati da Alessandro Raspa, i tamburi da 14” con a capo Paolo Giri e quelli da 16” guidati da Mario De Santis. Quaranta minuti di concerto – realizzato in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana in occasione del quattrocentesimo anno del torneo folignate – in cui l’antico suono dei tamburini si è unito alle incursioni elettroniche di Shackleton. Un progetto originale che ha voluto decontestualizzare il simbolo culturale cittadino riproponendolo in una nuova veste contemporanea e sperimentale, in linea con il concept del Festival, “A Unitary Urbanism”. A Palazzo Candiotti poi l’apprezzato live dei francesi Chromb! a cui è seguito l’attesissimo concerto dei Deerhunter, durante il quale l’arrivo della pioggia, che ha causato un momentaneo stop dell’impianto, ha in realtà regalato un’improvvisazione acustica della quale la band americana, che ha coinvolto il pubblico a ritmo di percussioni. A chiudere il primo giorno del Festival, presso l’Auditorium S. Domenico, il live istintivo e cervellotico di Shackleton e il DJ set dell’eclettico Pinch, che ha alternato sfumature techno all’inconfondibile e sempre fresca selezione di dubplate di acetato e vinili ricercati.

Nel secondo giorno del Festival, venerdì 28, nonostante il pomeriggio bagnato dalla pioggia incessante, i partecipanti hanno affollato le stanze dell’Auditorium S. Domenico assistendo al coinvolgente progetto “Dervishi” di Vincenzo Vasi insieme a Valeria Sturba, che ha avvolto il pubblico grazie alla disposizione delle casse a 360°. Dopo di loro l’innovativo live di Sven Kacirek, artista diplomato in percussioni al conservatorio di Amburgo ma col cuore in Kenya, a cui è seguita l’inebriante techno sotto i 100 bpm di Andy Stott, che, dopo il doppio ep “Passed me by” e “We Stay Togheter” del 2011, è stato presente in quasi tutte le classifiche internazionali dell’anno successivo con l’album “Luxury Problems”. Dopo di lui il DJ set di Salvatore Stallone, mentre nella zona bar ha suonato un incalzante Trus’me. Cessata la pioggia la parte notturna del venerdì ha potuto svolgersi tranquillamente sia all’esterno che all’interno del Serendipity, collegato con il centro città attraverso un servizio navetta gratuito. Il palco outdoor ha ospitato il confronto di culture techno, che è iniziato con quella d’oltremanica di Claro Intelecto arrivando all’inarrivabile techno di Detroit di Robert Hood live e per finire quella della nuova scuola tedesca made in Berlin di Ben Klock, resident del Berghain e Panorama Bar, che ha chiuso facendo ballare il pubblico fino all’alba. Nel frattempo nelle sale interne del club folignate hanno suonato diversi artisti italiani: nella Rec Room per tutta la sera si sono susseguiti i DJ set di Ptwschool Showcase con Ayarcana, Meze e Iamseife, mentre nella Play Room hanno avuto luogo i live di Dave Saved, DeepAlso e One Circle.

Sabato 29, terzo e ultimo giorno del Festival, è stato presentato da Red Bull Music Academy, con la quale da tempo Dancity porta avanti una proficua collaborazione. La giornata si è svolta dal pomeriggio fino a tarda notte presso Palazzo Candiotti e l’Auditorium S. Domenico attraverso una serie di performance dalle 17 in poi. Ad aprire gli Schroeders, giovane duo italiano che ha proposto un live sperimentale, a cui è seguito il DJ set di Trus’me, presente quindi con due performance. Alle 18, 30, sempre in collaborazione con la Red Bull, presso l’affollata Sala Video dell’Auditorium si è svolta una lecture con Ghostpoet condotta da Damir Ivic dal titolo “Ghostpoet: words and sounds”. Una sorta di intervista aperta all’artista inglese sulla sua evoluzione musicale. In prima serata il pubblico è stato coinvolto dal progetto sensoriale degli americani Lucky Dragons, rappresentati in quest’occasione da Luke Fischbeck, attraverso uno spettacolo interattivo durante il quale ha duettato anche con Vincenzo Vasi. A seguire l‘anteprima mondiale del trio composto dall’acclamato pianista armeno Tigran Hamasyan insieme con la punta di diamante dell’Hyperdub (l’etichetta di Burial) LV. Giovanissimo, classe 1987, Tigran – definito da Herbie Hancock il “suo insegnante” – ha realizzato con gli LV un’incredibile e innovativa performance. Si sono poi esibiti gli Zombie Zombie, con il già noto al pubblico Dancity Etienne Jaumet, il portoghese Arttu con un live set d’impatto e poi, dopo dieci anni, sono tornati a suonare live i Metro Area, duo americano formato da Morgan Geist e Darshan Jersani, ritenuto da Resident Advisor autore della migliore traccia house degli ultimi 10 anni, “Miura”. In seguito il live del canadese Mathew Jonson, artista eclettico con la passione per la strumentazione analogica, la cui ultima pubblicazione è stata per la nota etichetta inglese Crosstown Rebels. A chiudere il terzo giorno del Festival l’inimitabile DJ set di James Holden, fondatore della label Border Community, di cui è uscito nei giorni scorsi il suo ultimo lavoro, “The Idiots are winning”. Una chiusura in grande stile con un pubblico estasiato e ammaliato dalle sue sonorità.


Il Dancity Festival, dunque, continua a crescere e a porsi come punto di riferimento a livello internazionale per le avanguardie, l’innovazione e la qualità musicale. Un successo importante anche per il territorio in cui nasce, che ha notevolmente apprezzato l’evento e avuto ottimi riscontri dalle strutture ricettive e commerciali. La rappresentante territoriale di Federalberghi Elisa Cesarini conferma «sono questi gli eventi che richiamano “turisti settoriali” disposti a spostarsi grazie anche al richiamo alla tradizione che li spinge a visitare la città. E’ questa la via che la promozione turistica deve continuare a intraprendere: l’impegno per l’innovazione e la tradizione in progetti che nascono qui e che verranno proposti anche altrove per promuovere sempre di più il territorio». Ancora una volta, quindi, una conferma di quanto sia importante e necessaria la realizzazione di manifestazioni culturali di questa caratura.

Dancity Festival 2013 ”A Unitary Urbanism” Teaser

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