Il progetto 2011 di teatro e comunità IL POPOLO DELLA POLVERE, giunto alla VI° Edizione, sarà realizzato nel corso di una settimana intensiva, dal  5 all’11 settembre dalle ore 18 alle 22, presso la Sala Cutu, in piazza Giordano Bruno – Corso Cavour, a Perugia.

Dopo aver attraversato nelle precedenti edizioni con grande intensità i 4 elementi naturali, terra, aria, acqua, fuoco, lo scorso anno si è aperto un nuovo ciclo dedicato alle Grandi Emozioni dell’umano: tema per il 2010 è stato il RISO, nelle sue più ampie e varie sfaccettature.

Il lavoro di quest’anno 2011 è ambiziosamente – oppure doverosamente visti i tristi tempi – dedicato all’umanità, al sentimento del percepirsi esseri umani, alle passioni, ai desideri, alle amenità, agli amori che ci fanno sentire vivi cioè umani; come agli orrori, ai dolori, alle inquietudini che talvolta ci spingerebbero a preferire il non essere.

I partecipanti dovranno portare con se materiali letterari, esperienziali, di memoria collettiva che abbiano come tema centrale l’essere o il non essere, ovvia citazione tratta dal grande dubbio di Amleto, creando collettivamente, attraverso l’esperienza del laboratorio teatrale intensivo diretto da Roberto Biselli,  un evento che nasca dalle storie degli uomini e dal loro esistere ( o talvolta non esistere ), nel bene e nel male.

La dimensione in cui vive l’uomo è spesso caratterizzata dal dualismo e dalla continua lotta fra bene e male. Ma queste polarità sono forse necessarie a preservare il nostro diritto ed esercizio del libero arbitrio. Ognuno di noi è chiamato a discernere in ogni istante il modo più adatto per compiere un’azione, o meglio per indirizzare un pensiero creativo: la qualità di quello che la mente produce è la risultante del nostro livello di felicità. Accettando questo principio, a poco a poco è semplice comprendere come il bene e il male non siano affatto positivi o negativi in assoluto, rappresentano solo il nostro modo di utilizzare le facoltà di creazione alle quali ci rivolgiamo, in maniera più o meno conscia. Non c’è nessuna lotta fra bene e male, non è necessario entrare in conflitto con gli aspetti negativi, il risultato finale è solo quello di accrescere l’energia ad essi collegata. L’unica cosa importante che possiamo fare è accettare ed accogliere ogni lato oscuro che si presenta nel nostro intimo, accettare questo aspetto come un’opportunità di crescita e trasformazione. Il male può essere trasformato in bene ogni qualvolta lo comprendiamo, lo accettiamo e lo trasformiamo dentro di noi. La guerra che ogni giorno dichiariamo sul posto di lavoro, in famiglia, al mondo intero, è la proiezione di una guerra che si svolge con ferocia ancora più grande nel nostro intimo essere interiore.

Trasformare queste grandi energie cristallizzate, significa espandere la propria coscienza e agire nel bene e per il bene.Il conflitto non credo possa essere la via per la creazione di un mondo migliore, non penso sia un’energia utile all’uomo per evolvere verso un’integrazione del Tutto.

Nel linguaggio comune, l’espressione «essere o non essere» viene spesso adoperata anche in senso parodistico, con tutte le infinite varianti del tipo «…ma tu, scusa,vorresti essere o non essere una X ? ». Il che ci aiuta non poco a sopravvivere!

Al laboratorio possono partecipare persone di età compresa fra i 16 e gli 90 anni, anche senza alcune precedente esperienza: tutti comunque degni rappresentanti di quel POPOLO DELLA POLVERE attraverso il quale il TEATRO DI SACCO sta portando avanti da tempo una sua specifica ricerca sulla relazione fra il tempo e il luogo del teatro e quelli degli uomini che lo praticano.

Quota di partecipazione : 120 €

Il progetto di teatro e comunità che da alcuni anni caratterizza una parte del lavoro del TEATRO DI SACCO – nelle tre precedenti edizioni hanno partecipato oltre 100 iscritti e hanno assistito agli eventi finali quasi duemila spettatori – nasce dall’esigenza di un gruppo teatrale professionale di abitare sempre più profondamente la propria comunità invitandola ad un incontro profondo tramite il raccontarsi e il rappresentarsi.

Il legame tra il teatro e la comunità è un’unione necessaria che restituisce al fare teatro il suo valore primigenio: il “parlare di se”, non recitando, ma portando in scena la propria identità, in una ricerca interiore che deve portare chiunque si avvicini al teatro ad essere consapevole di se e del proprio ruolo del mondo. E un ruolo – vero o presunto che sia – va a recuperarsi, a ritrovarsi, quindi a condividersi, a partire, per es., dalle grandi radici comuni: ecco dunque perché abbiamo utilizzato, in questo progetto quadriennale de IL POPOLO DELLA POLVERE, come centro della ricerca e dell’incontro i quattro elementi primordiali della natura.

Il rappresentano un grande humus comunitario e tradizionale che nello spettacolo diverrà metafora originaria della comune discendenza dell’uomo, come habitat mentale, culturale e ambientale di questa esperienza di comunicazione creativa ed espressiva.

INFO: cell 3316672992

info@teatrodisacco.it www.teatrodisacco.it


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