TEATRO CUCINELLI

Venerdì 30 settembre – Ore 21.00

Lady Grey

Con le luci che si abbassano sempre di più

“… Come essere, o non essere, o cosa, perché. Ci provi, ti fai male, ti metti in coda, aspetti canticchiando, ma cosa, esattamente? E vuoi cambiare o solo sparire? E che significa? Chissà. A parte ancora altra paura, sudori notturni, e poi di giorno, e troppo pensare a tutto, e questo spegnersi sempre di più. Eppure non eravamo così pieni di energia e d’intraprendenza una volta, con i nostri stivali di gomma gialla immersi nelle pozzanghere di fango, le nostre ossa piccole e gli alberi e tutto così pieno di nastrini e sole? Prima che le cose che perdiamo si accumulassero in una massa a forma di noi?”.

Lady Grey è una riflessione sull’identità femminile.

I pensieri di una ragazza come tante, espressi in un monologo vivido e disarmante che ne rivela la vita per quello che è veramente: selvaggia, energica, con profondi dolori e gioie intense. L’ordinario, il quotidiano, trasformati da una voce che riesce a rivelare quel che giace sotto la superficie. Profonde verità poetiche espresse con uno spirito pungente e spietato.

La protagonista racconta semplicemente di sé, in parte attraverso un episodio della sua esperienza di ragazzina, a scuola: la maestra chiede a tutti di fare il “mostra e dimostra” (che noi italiani conosciamo tramite le strisce dei Peanuts) ovvero, portare in classe qualcosa di importante, un oggetto, un animale domestico, una foto, e parlarne. Lei non porta nulla, si spoglia completamente e mostra se stessa. Lo racconta al pubblico e descrivendo questo e altri episodi minimi svela, ricomponendola, la sua identità. Il talento

di Will Eno, celebrato autore americano, sta anche nella capacità di mettere in relazione il pubblico con i suoi personaggi: Lady Grey chiede allo sguardo del pubblico di farla vivere, e si rifiuta di lasciarlo al buio catturandone invece l’attenzione con domande e rivolgendosi agli spettatori direttamente e continuamente. L’essenza teatrale dello spettacolo è nell’alternanza tra i movimenti scenici impercettibili (propri della corrente del teatro minimale a cui l’autore appartiene) e la rapida intensità del testo: la prosa densa di Eno è una sorta di lista della spesa esistenziale, fatta in egual fatta in egual misura d’amore, senso di perdita e umorismo sferzante.

La critica

“Capita spesso che degli attori o delle attrici che si sono conquistati una certa fama sullo schermo, alla prova del palcoscenico si rivelino, seppur non privi di talento, evanescenti, privi di un autentico spessore interpretativo.

È tutto il contrario di quanto accade a Isabella Ragonese, volto di spicco del cinema italiano di oggi, che tornando al teatro – da cui aveva mosso i primi passi – dopo una serie di film di successo si dimostra brava, brava davvero.”

Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore

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Isabella Ragonese

Isabella Ragonese nasce a Palermo. Vince nel 1998 il primo premio al Concorso Nazionale INDA. Si diploma a Palermo in recitazione alla scuola Teatès di Michele Perriera e si perfeziona, tra gli altri, con Emma Dante, Danio Manfredini, Mimmo Cuticchio e Carlo Cecchi. Parallelamente studia teatro-danza con alcuni tra i maggiori esponenti in campo internazionale.

Alterna da subito esperienze di autrice e regista a collaborazioni significative con Alfonso Santagata (in “Tragedia a Ghibellina”) Davide Enia (che la dirige in “Malangelita”) e Francesca Comencini (“Libere”).

La popolarità arriva nel 2006 col suo primo film “Nuovomondo” per la regia di Emanuele Crialese. Dopo aver partecipato a vari film indipendenti, ottiene il ruolo di Marta, la protagonista precaria e neolaureata in Filosofia teoretica nel film di Paolo Virzì, “Tutta la vita davanti”, che le vale una candidatura ai Nastri d’Argento 2008 come miglior attrice protagonista. Nello stesso anno viene scelta come interprete per il film “Viola di mare”, al fianco di Valeria Solarino.

Nel 2009 ritorna sul grande schermo con i film “Due vite per caso”, regia di Alessandro Aronadio, “Oggi sposi” di Luca Lucini e “Dieci Inverni”, opera prima di Valerio Mieli. Nel 2010 interpreta Elena, la moglie di Elio Germano, nel film “La nostra vita” di Daniele Lucchetti ruolo per il quale si aggiudica il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista e la candidatura al David di Donatello nell’anno successivo. Viene scelta come madrina della 67ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Durata dello spettacolo: 1 ora

Le foto della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione teatrale

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