Il borgo di stia è situato tra i verdi e vasti boschi del Casentino. Le origini di Stia risalgono all’XI secolo, per tutto il Medioevo è stata luogo di mercato per l’alto Casentino e per secoli un importante centro di produzione della lana.
Come ci ricorda Dante Alighieri nel XIV canto del Purgatorio, l’Arno nasce sul Monte Falterona – Per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona, e cento miglia di corso nol sazia – Dove questo importante fiume toscano va a incontrarsi con il fondovalle del Casentino, lì si trova Stia.
Il paese è attraversato anche dal torrente Staggia che qui getta le sue acque in Arno. Il nome Stia con molta probabilità deriva da Staggia.
All’incontro tra questi due fiumi si trovava nel medioevo, come si trova ancor oggi, l’incrocio di quattro importanti strade che provenivano da Arezzo, Firenze, Mugello e Romagna. Un luogo ideale per la nascita di un mercato che, infatti, cominciò a svilupparsi fin dai primi decenni dell’XI secolo, voluto anche dai Conti Guidi che nel colle soprastante Stia, chiamato Porciano, avevano da poco costruito uno dei loro primi castelli in Casentino.

Castello di Porciano, la torre merlata risale al XIII secolo ed apparteneva alla potente famiglia dei Conti Guidi, proprietari di molti altri castelli in Toscana, i quali ospitarono proprio a Porciano anche Dante Alighieri durante gli anni del suo esilio. Dopo l’abbandono da parte dei Conti, il castello andò in rovina e venne restaurato solo a partire degli anni ’60 del 1900 per volontà della famiglia Specht, che tuttora è proprietaria dell’edificio, all’interno del quale è possibile visitare i tre piani inferiori.

Il Lago degli Idoli è sicuramente il più importante sito archeologico casentinese dove è stata raccolta una delle più grandi testimonianze del culto del mondo etrusco. Nel maggio 1838 infatti, dopo il casuale ritrovamento sulle sponde del lago di una statuetta in bronzo raffigurante Ercole, a Stia nacque una Società di amatori locali con lo scopo di effettuare ulteriori ricerche. Queste portarono al prosciugamento dello specchio d’acqua e al rinvenimento di una delle più ricche collezioni di statue votive del mondo etrusco. Per questo il Lago, che fino ad allora si chiamava Lago delle Ciliegieta, divenne Lago degli Idoli.

Da allora sono state recuperate circa 650 statuette in bronzo, alcune delle quali sono conservate al British Museum di Londra, al Louvre di Parigi, all’Ermitage di San Pietroburgo e alla National Gallery di Baltimora anche se la maggior parte di esse purtroppo è andata perduta. Uno specchio di acqua all’interno della natura casentinese che racchiude in sé una storia millenaria.

Molino di Bucchio si trova lungo la strada che dal paese di Stia che porta fino a Londa.  E’ uno dei più vecchi mulini del territorio casentinese il mulino ha funzionato regolarmente fino al 1955 e saltuariamente fino al 1960 e Pietro Bucchi è stato il suo ultimo mugnaio.

All’interno dell’antico mulino si possono ancora trovare  tutte le attrezzature come le pale, le macine e anche il complesso architettonico risulta ancora ben conservato nelle sue caratteristiche originarie venendo così a costituire un luogo di particolare interesse storico-documentario. Annualmente inoltre il mulino ospita iniziative di vario genere: spettacoli, attività per bambini, concerti e si presta molto bene quale luogo di sosta e di riferimento per escursioni. Un edificio antico che ancora oggi viene utilizzato come punto di ritrovo per la società casentinese.

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