sabato 13 novembre, ore 21

Teatro Stabile dell’Umbria/Compagnia Il Mercante

con il sostegno alla produzione di Romaeuropa Festival 2010

UN SOGNO NELLA NOTTE DELL’ESTATE

di William Shakespeare


uno spettacolo di Massimiliano Civica

con Elena Borgogni, Valentina Curatoli, Nicola Danesi, Oscar De Summa, Mirko Feliziani, Riccardo Goretti, Armando Iovino, Mauro Pescio, Alfonso Postiglione, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Diego Sepe, Luca Zacchini

costumi a cura di Clotilde

oggetti di scena Paola Benvenuto

maschere Atelier Erriquez & Cavarra

tecniche del corpo Alessandra Cristiani

tecniche della voce Francesca Della Monica

supervisione tecniche di ventriloquismo Samuel Barletti

Il Teatro Stabile dell’Umbria produce questo nuovo lavoro di Massimiliano Civica, giovane regista che con il suo Mercante di Venezia, ha ottenuto il Premio Ubu per la regia 2008 e che è valso agli attori della compagnia il Premio Vittorio Mezzogiorno 2009.

Spinto dall’esigenza di intraprendere un percorso capace di portare verso un teatro popolare d’arte, che sappia coniugare realtà, rigore, illusione e magia, l’artista ha scritto una nuova traduzione de Il sogno che costituirà un’assoluta novità per il teatro italiano.

Attraverso tecniche e invenzioni che non mancheranno di incuriosire il pubblico e avvalendosi di un numeroso cast di giovani attori, Civica metterà in scena ciò che resiste a qualsiasi tentativo di rappresentazione: il mondo degli spiriti, fate ed elfi che corrono per i boschi, il chiaro di luna dentro una sala teatrale. L’invisibile, insomma.

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Andrea Cambi.

domenica 5 dicembre, ore 21

Teatro Stabile dell’Umbria/Compagnia Lavia-Anagni

IL MALATO IMMAGINARIO

di Molière

traduzione Chiara De Marchi

con Gabriele Lavia e Pietro Biondi, Gianni De Lellis, Giorgio Crisafi, Barbara Begala, Mauro Mandolini, Vittorio Vannutelli, Giulia Galiani, Andrea Macaluso, Michele Demaria, Lucia Lavia, Livia Vannutelli

regia Gabriele Lavia

costumi Andrea Viotti

scene Alessandro Camera

Il Teatro Stabile dell’Umbria affronta questa nuova produzione insieme a uno dei più grandi maestri italiani del palcoscenico, Gabriele Lavia. Dopo la felice esperienza con L’avaro, l’artista torna ad un altro testo simbolo della produzione di Molière, a lui particolarmente congeniale per la qualità della drammaturgia e lo spessore dei personaggi.

Il malato immaginario narra le disavventure dell’ipocondriaco Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori salassatori e ciarlatani. Quando Argante promette la figlia in moglie a un giovane dottorino, in modo da potersi garantire un sereno (…e gratuito) futuro di consulti e ricette, l’ostilità della ragazza, segretamente innamorata di Cléante, finisce per spingerlo in una fitta trama di inganni, equivoci, burle e finzioni, giocate sulla sua stessa burbera e inguaribile ingenuità.

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martedì 11 gennaio, ore 21

Tieffe Teatro Stabile d’Innovazione

in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber

E PENSARE CHE C’ERA IL PENSIERO

dall’opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

con Maddalena Crippa

al pianoforte Massimiliano Gagliardi

coriste Chiara Calderale, Miriam Longo, Valeria Svizzeri


Maddalena Crippa torna al Teatro Canzone cimentandosi per la prima volta con il repertorio gaberiano attraverso uno spettacolo di culto per molte generazioni: E pensare che c’era il pensiero. Assieme a Emanuela Giordano, che cura la regia dello spettacolo, ha selezionato insieme a Sandro Luporini, aggiornandolo, un rigoroso percorso teatrale con riferimento al periodo 1994-96, mettendo in scena un Gaber riletto, ripensato, metabolizzato e proposto al femminile, grazie a un’interpretazione assolutamente inedita. Allontanando ogni rischio di imitazione, la Crippa, attraverso l’eredità gaberiana, canta e racconta la propria idea del vivere, i suoi perché, le sue paure, con fascino, ironia e potenza tutta femminile.

mercoledì 19 gennaio, ore 21

Nuovo Teatro

LA NOTTE POCO PRIMA DELLA FORESTA

di Bernard-Marie Koltès

traduzione Luca Scarlini

con Claudio Santamaria

regia Juan Diego Puerta Lopez

musica originale Giuliano Sangiorgi

scene Carmine Guarino

opera installativa Loredana Longo

Claudio Santamaria popolare attore, protagonista di film di successo, affronta in teatro questo intenso testo di Bernard-Marie Koltès. Uno straniero cerca di riconoscersi in un mondo diverso dove emergono il ricordo, la nostalgia, la rabbia… la pioggia come elemento simbolico che ritorna sempre. Un mondo “notturno” ricreato attraverso immagini video proiettate, una vera e propria installazione virtuale che restituisce un senso di visionarietà allo spettacolo. Un viaggio di parole e gesti che trattengono nell’aria la poetica del grande scrittore. “Il protagonista, si muove fra laterizi e calcinacci con la violenza e la poesia degli emarginati di razza… Con passione e capacità al centro di una buona lettura… Bravo Santamaria. Un gran notturno il suo, popolato di fantasmi.” Rita Sala, Il Messaggero

venerdì 4 febbraio, ore 21

Teatro Segreto

DON CHISCIOTTE

liberamente tratto da Miguel De Cervantes
di Ruggero Cappuccio

con Roberto Herlitzka e Lello Arena

regia di Nadia Baldi

musiche di Paolo Vivaldi

costumi Salvatore Salzano

progetto scene Nicola Rubertelli

scenografia Francesco Esposito

luci Franco Polichetti


Uno dei romanzi più famosi di tutti i tempi con due protagonisti d’eccezione nella versione scenica di Ruggero Cappuccio. Don Chisciotte è Michele Cervante, un uomo appassionato di letteratura epica che vive in una profonda solitudine. Emarginato da una società che lo respinge quotidianamente, perde contatto con il mondo reale, attivando una crescente energia visionaria che lo porterà a dialogare con i fantasmi della classicità. L’apparizione di un singolare personaggio che Don Chisciotte trasforma nel suo Salvo Panza, innesca il tentativo di riportare il professore entro i confini di una ritualità sociale cosiddetta normale. Il protagonista, posseduto dall’anima immortale dell’hidalgo de la Mancha, continua, però, ad alterare la relazione tra passato e presente, inseguendo una visione disperata e poetica dell’esistenza. Il fragilissimo eroe cerca un’ipotetica Dulcinea, che nel suo desiderio si configura come definitivo incontro di salvezza e pace

venerdì 18 febbraio, ore 21

UmbriainDanza


Luciano Carratori, Balletto di Roma
Ente Nazionale del Balletto

Direzione artistica Walter Zappolini

OTELLO

coreografia e scene Fabrizio Monteverde

musica Antonín Dvořák

costumi Santi Rinciani

light designer Emanuele De Maria

maitre de ballet Piero Rocchetti


Otello del Balletto di Roma è stupendo. Ballerini splendidi, belli, precisi e appassionati per un lavoro che, senza tradire Shakespeare, trasforma la tragedia del moro di Venezia in un canto struggente sull’amore e il desiderio” (Silvia Poletti, DelTeatro.it). Un’altra prova vinta per il coreografo Fabrizio Monteverde nel suo confronto con i drammi di Shakespeare, dopo il bellissimo Giulietta e Romeo di alcuni anni fa. Otello è ambientato in un porto di mare, dalle suggestioni fassbinderiane, uno scenario che si presta a suggerire il continuo brulicare di persone provenienti da mondi diversi, che per un attimo intrecciano le loro storie e le loro passioni, senza remore e regole. La musica appassionata, languida e sensuale di Antonín Dvořák, esalta la capacità dei danzatori di creare forti suggestioni visive e caratterizzazioni potenti dei personaggi.

domenica 6 marzo, ore 21

Produzioni Fuorivia e Fondazione Teatro Stabile di Torino

18 MILA GIORNI – IL PITONE

testo originale di Andrea Bajani

con Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa

regia di Giorgio Gallione

disegno luci Andrea Violato

elementi scenici Massimo Violato

musiche originali Gianmaria Testa

18mila giorni corrispondono a 50 anni. Protagonista un uomo di 50 anni che perde il lavoro. Riflessioni personali e epocali si intrecciano a sottolineare come in soli 18mila giorni siano radicalmente mutate le prospettive e le aspettative sociali in Italia. Dalla dignità del lavoro del gruista della “Chiave a stella” di Primo Levi, da un’epoca in cui il lavoro era un diritto e elemento fondante dell’umana dignità, al trionfo dell’odierno precariato, divenuto persino forma più o meno palese di ricatto sociale. Protagonista Giuseppe Battiston, pluripremiato attore del nostro cinema e del nostro teatro (recentissimo il Premio UBU come miglior attore italiano). Accanto a lui, a fare da contrappunto musicale, il cantautore Gianmaria Testa con canzoni nuove e inedite scritte appositamente per questo spettacolo.

sabato 19 marzo, ore 21 – fuori abbonamento

UmbriainDanza

Collettivo320Chili
Auditorium Parco della Musica Roma – Associazione Sosta Palmizi – La Corte Ospitale – Teatro Asioli-Correggio – Istituzione Teatro Comunale di Cagli


AI MIGRANTI

Elena Burani (Acrobatica Aerea, Mano a Mano, Danza)

Fabio Nicolini (Acrobatica, Mano a Mano, Palo Cinese, Danza)

Piergiorgio Milano (Danza, Scala di equilibrio, Acrobatica)

Roberto Sblattero (Ruota Tedesca, Teatro, Acrobatica)

Francesco Sgrò (Giocoleria, Danza)

Florencia Demestri (Danza)


Con questo nuovo lavoro il Collettivo 320Chili riprende la sua ricerca sulla natura umana centrando un tema di drammatica attualità, nello stile che gli è proprio: nella rottura dei confini fra gesto, danza e circo, che è anche rottura delle divisioni tra serio e faceto, fra tradizione e innovazione, tra arte e vita. Lo spettacolo ha vinto il Premio Equilibrio 2010, questa la motivazione della giuria: «Ai Migranti di 320Chili offre un esempio poetico ed emotivamente efficace di lavoro collettivo. Gli artisti/interpreti hanno saputo coniugare le diverse esperienze di formazione in un risultato corale e armonico che prende, tra l’altro, ispirazione da un evento rilevante della nostra epoca, le migrazioni, che riguarda tutti noi. La giuria ha apprezzato la capacità di creare immagini evocative e pittoriche, risultato ottenuto con pochi mezzi e sfidando il linguaggio abituale delle loro discipline. La giuria incoraggia 320Chili a mantenere e sviluppare questo approccio.».

Venerdì 1 aprile, ore 21

Cantieri Teatrali Koreja

Stabile d’Innovazione del Salento

LA PASSIONE DELLE TROIANE

idea e progetto Salvatore Tramacere

con Giovanni De Monte, Maria Rosaria Ponzetta, Silvia Ricciardelli,

Fabrizio Saccomanno, Vito De Lorenzi, Emanuela Gabrieli, Ninfa Giannuzzi,

Riccardo Marconi, Admir Shkurtaj

regia Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere

elaborazione testi Angela De Gaetano, Antonio Pizzicato, Salvatore Tramacere

Lo spettacolo intende coniugare le Troiane di Euripide con il tema della Passione di Cristo, scegliendo di dialogare con la tradizione ‘grika’ del Salento. L’idea nasce dalla volontà di accostare il lamento delle donne di Troia, alle ‘moroloja’, ovvero i pianti che un tempo le donne facevano a pagamento per un morto del quale, a volte, conoscevano appena il nome. La femminilità è l’elemento dominante: emergono, infatti, in primo piano, le figure di Andromaca, Ecuba, Cassandra che, pur costrette a sottomettersi a un destino crudele, non rinunciano tuttavia alla loro fierezza, non piegano il capo di fronte alla crudeltà dei greci e denunciano con parole frementi di sdegno gli orrori della guerra fra gli uomini.
E la morte, nella tragedia euripidea, del piccolo e innocente Astianatte, richiama alla mente la crocifissione dell’Innocente per antonomasia, Cristo, colui che, senza peccato, si è immolato per la salvezza del genere umano. Per questo, il pianto di Andromaca si fonde con quello della Vergine in un unico grande dolore che è quello di tutte le madri costrette dal destino a rinunciare ai propri figli.

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