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Da non perdere l’irresistibile e trascinante Lucia Poli al Teatro Concordia di Marsciano, giovedì 17 gennaio, alle 21, con il suo Il libro cuore e altre storie, uno spettacolo scritto insieme ad Angelo Savelli, che cura anche la regia, con il contributo di Edmondo De Amicis e Stefano Benni. Sembra che all’indomani della riunificazione nazionale, il patriota Massimo D’Azeglio abbia esclamato: “Ora che abbiamo fatto l’Italia, bisogna fare gli italiani”. Fu forse per questo preordinato progetto didattico ed educativo, che la neonata Italia mostrò subito un acceso interesse per la letteratura infantile, infiammandosi per le mirabolanti fantasie esotiche del veronese Salgari o per le dolciastre moralità del torinese De Amicis, per lo scanzonato spiritaccio toscano del “Gian Burrasca” di Luigi Bertelli alias Vamba o per quel capolavoro assoluto che è il “Pinocchio” di Carlo Lorenzini alias Collodi. Ogni vera grande nazione dovrebbe sapere che è nell’infanzia e nell’educazione che risiede la base e la forza della propria identità, dei propri valori, del proprio futuro. Eppure è amaro constatare come da alcuni decenni la scuola venga sottoposta alle più incredibili vessazioni e sperimentazioni, mentre, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, abbiamo assistito impassibili (qualcuno basito, qualcun altro compiaciuto) alla demolizione di quello spirito nazionale a cui il libro “Cuore” aveva cercato di contribuire con le sue vedette lombarde, tamburini sardi e scrivani fiorentini che hanno commosso ed educato generazioni di babbi, nonni e bisnonni. Certo oggi il libro “Cuore” può far ridere. Ed infatti questo spettacolo vorrebbe riderci sopra. Vorrebbe divertire, in maniera un po’ impietosa ma anche un po’ affettuosa, alle spalle dell’incredibilmente buono Garrone e dell’incredibilmente cattivo Fanti, dell’eterea Maestrina con la penna rossa e della tisica vecchia maestra, del privilegiato Derossi e dello sfigatissimo muratorino, vittima predestinata a morte prematura così come il figlioletto del facchino e tutti i piccoli eroi degli edificanti racconti patriottici: una sorta di kantoriana classe morta resuscitata dal sorriso smaliziato della modernità. Ma sarebbe troppo facile e anche un po’ banale limitarsi a sorridere di un vecchio libro impregnato del buonismo di una vecchia scuola paternalista. Questo spettacolo vorrebbe anche porre una domanda agli smaliziati moderni: siamo certi che la scuola di oggi faccia meno ridere di quella di allora? Come appariranno agli occhi di coloro che vivranno tra altri centocinquant’anni le mirabolanti peripezie di professoresse sballottate tra pof, programmi integrati, debiti formativi, commissioni paritetiche, feedback, peer evaluation e burocrazie kafkiane? E le sciatte pretese libertarie di genitori postsessantottini? E il neoconformismo di branchi di consumatori di “musica passiva” che hanno sostituito i grembiulini da convitto per le divise a vita bassa? Una volta la scuola era un finto padre. Oggi è una finta mamma. Ma gli italiani siamo riusciti a farli?

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. È possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

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